Seminario su Gramsci - ART
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avere “scoperto” prima di Marx la teoria del valore, e, <strong>su</strong> segnalazione<br />
di Antonio Labriola, prima il giovane Croce e poi lo stesso Engels (nella<br />
<strong>su</strong>a Prefazione al Capitale) avevano provveduto a trattarlo come meritava.<br />
Così Federico Engels elenca la caratteristiche del povero Loria:<br />
«Improntitudine illimitata, agilità da anguilla per sgusciare da situazioni<br />
insostenibili, eroico disdegno delle pedate ricevute, prontezza nell’appropriarsi<br />
prodotti altrui, sfrontata ciarlataneria pubblicitaria».<br />
Il “lorianismo” sarà as<strong>su</strong>nto da <strong>Gramsci</strong> nei Quaderni come una categoria<br />
analitica, cioè come il simbolo della mentalità ristretta del positivismo<br />
italiano, che pensava di affrontare i problemi con quattro formulette<br />
di materialismo volgare e, peggio ancora, con scarsissimo rigore<br />
etico-filosofico.<br />
Si comprende bene come queste posizioni del positivismo italiano<br />
fossero state facilmente spazzate via dalla cosiddetta “rinascita idealista”<br />
promossa da Croce e Gentile all’inizio del ’900, e si comprende anche<br />
perché un giovane intelligente che si formava in quegli anni guardasse,<br />
dal punto di vista filosofico, ai Croce ed ai Gentile (al tempo fra i<br />
punti più alti della filosofia borghese europea) piuttosto che ai Loria.<br />
Ma soprattutto sono evidenti, agli occhi di <strong>Gramsci</strong>, i limiti del positivismo<br />
dal punto di vista politico: il positivismo è l’ideologia del riformismo<br />
(e, al tempo stesso, del massimalismo) cioè della passività e dell’impotenza<br />
del socialismo italiano. Poiché interpreta anche i fatti della<br />
storia e della società umana secondo i canoni della natura e secondo un<br />
evoluzionismo banale ed ottimistico, l’ideologia positivista prevede che<br />
la crisi del capitalismo sia “inevitabile” e spontanea, nell’ordine “naturale”<br />
(appunto) delle cose; ma allora per il movimento operaio si tratta<br />
solo di attendere quella crisi che, prima o poi, avverrà, esattamente come<br />
l’alba seguirà alla notte o la primavera all’inverno; tutt’al più si potrà<br />
cercare di accelerare la crisi del capitalismo (che essi identificano senz’altro<br />
con l’avvento del socialismo) favorendo lo sviluppo stesso del<br />
capitalismo attraverso la pressione sindacale (è la variante riformista del<br />
socialismo), oppure invece si cercherà di accompagnare l’inevitabile<br />
crisi del capitalismo con la predicazione parolaia e “scarlatta” delle<br />
idealità socialiste (è la variante massimalista del socialismo). Ecco in<br />
che senso il positivismo può essere considerato l’ideologia della passività<br />
politica che accomuna le diverse tendenze del PSI.<br />
<strong>Gramsci</strong> rompe con questa cultura, esce da questa passività proprio<br />
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