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Seminario su Gramsci - ART

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e il concetto di intellettuale, e <strong>Gramsci</strong> si domanda: «Gli intellettuali<br />

sono un gruppo sociale [leggi: classe, N.d.R.] autonomo e indipendente,<br />

oppure ogni gruppo sociale [classe] ha una <strong>su</strong>a propria categoria<br />

specializzata di intellettuali?»<br />

La soluzione che <strong>Gramsci</strong> fornisce di questo problema consiste nell’allargare<br />

enormemente il concetto di intellettuale, egli infatti arriva a<br />

dire che: «In qualsiasi lavoro fisico, anche il più meccanico e degradato,<br />

esiste un minimo di qualifica tecnica, cioè un minimo di attività<br />

intellettuale creatrice.» 28<br />

Pensate che rovesciamento radicale c’è qui dell’idealismo! (cioè della<br />

cultura della borghesia tuttora largamente egemone, credo anche, ne<br />

siamo o meno consapevoli, al nostro interno). Per l’idealismo la cultura<br />

viene vista in opposizione al lavoro (intendo qui proprio il lavoro<br />

produttivo, non l’arte o il gioco) la cultura anzi è il non-lavoro e il lavoro<br />

è la non-cultura. Tutta la tradizione occidentale, da Platone in<br />

poi, è concorde <strong>su</strong> questo; Platone scrive: «Chi lavora con le mani tu<br />

lo chiamerai banausos [= artigiano] e lo disprezzerai, e disprezzerai<br />

lui e il <strong>su</strong>o mestiere, e non vorrai che tua figlia sposi <strong>su</strong>o figlio né<br />

che tuo figlio sposi <strong>su</strong>a figlia.»<br />

C’è dunque, come vedete, quasi proprio uno stigma razzista nella divisione<br />

del lavoro, fondatrice della civiltà occidentale, e tanto più di<br />

quella capitalistica. <strong>Gramsci</strong> rovescia questo discorso, e osa dire che<br />

in ogni lavoro umano esiste una scintilla di attività intellettuale creatrice:<br />

mi sembra un rovesciamento di cui noi stessi (immersi come<br />

siamo nell’egemonia culturale idealista) stentiamo a trarre tutte le<br />

conseguenze (ad esempio nel campo della nostra politica scolastica)<br />

e forse perfino a capirne l’importanza.<br />

«Nel mondo moderno l’educazione tecnica, strettamente legata al lavoro<br />

industriale anche il più primitivo o squalificato, deve formare la<br />

base del nuovo tipo di intellettuale.» 29<br />

«Tutti gli uomini sono intellettuali (...) ma non tutti gli uomini hanno<br />

nella società la funzione di intellettuali...» 30<br />

Inoltre anche il discorso <strong>su</strong>gli intellettuali si carica in <strong>Gramsci</strong> di una<br />

profonda visione storica (come avviene sempre in lui); e <strong>su</strong>lla base della<br />

<strong>su</strong>a ampia ricognizione storica, egli può distinguere fra due tipi di intellettuali:<br />

gli intellettuali che lui chiama “organici” e gli intellettuali che lui<br />

chiama “tradizionali”. Che cosa sono gli “intellettuali organici”? Ogni<br />

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