Seminario su Gramsci - ART
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sono da riferire solo al lavoro neo-schiavistico più evidente, quello dei<br />
migranti di Rosarno prima sfruttati dai padroni-delinquenti in assenza<br />
dello Stato, poi sparati dai delinquenti-padroni in assenza dello Stato,<br />
infine sgomberati dallo Stato (ecco una bella lezione pratica di teoria<br />
marxista dello Stato!); queste caratteristiche di lavoro neo-servile unificano<br />
in realtà settori lavorativi molto diversi, e ad esempio si estendono<br />
a strati assai significativi di lavoro intellettuale, a cominciare dallo strutturale<br />
precariato giovanile in settori come la ricerca, l’università o lo<br />
spettacolo (penso in particolare alla caratteristica n. 3), e caratterizzano<br />
ampli settori del cosiddetto “lavoro immateriale”.<br />
La centralità della questione femminile e del femminismo e delle <strong>su</strong>e tematiche<br />
deriva dunque per noi comunisti anche da qui, dall’attuale configurazione<br />
del mercato capitalistico del lavoro; le parole delle donne<br />
hanno molto da insegnare al resto dei <strong>su</strong>balterni (a cominciare, evidentemente,<br />
dal modo di lottare contro il nesso fra padronato e padroneggiamento<br />
dei corpi), ed è come se frazioni crescenti della nostra classe<br />
avessero ora a che fare con un trattamento riservato tradizionalmente<br />
alle donne.<br />
Se qualcosa di tutto questo fosse vero, ebbene ecco una serie di indicazioni<br />
in merito alle cause profonde delle nostre difficoltà politiche, <strong>su</strong><br />
cui lavorare. Certo, esistono i nostri errori che sono e sono stati grandi,<br />
ma occorre dirci anche che la situazione in cui ci troviamo a giocare la<br />
scommessa della proposta comunista in Occidente è non solo impervia<br />
ma anche inedita, e cercare di capire cosa <strong>su</strong>ccede è l’unico modo per<br />
uscire da una sorta di depressione di massa che sembra averci colpito, e<br />
per ripartire. D’altra parte a questo servono le analisi, per i marxisti.<br />
Per dirne una soltanto: non è certo la stessa cosa organizzare il lavoro<br />
salariato oppure il lavoro che si presentasse come prevalentemente<br />
neo-servile, e sembra in particolare abbastanza illusorio pensare a un<br />
Sindacato dei servi, che quando si organizzeranno useranno probabilmente<br />
altre forme.<br />
E ancora: l’immaginario in tutti i <strong>su</strong>oi aspetti gioca un ruolo assai diverso<br />
per le due situazioni, a cominciare dal fatto (non trascurabile) che il<br />
servo ama il <strong>su</strong>o signore. È questa la radice tragicamente seria della buffonate<br />
di Berlusconi <strong>su</strong>l partito dell’amore. Ed è singolare che proprio<br />
noi gramsciani non abbiamo saputo mettere a tema un simile nesso di<br />
questioni, <strong>su</strong> cui invece, con ogni evidenza, il berlusconismo riflette e<br />
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