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tati e autocentrati. Gli uomini la rifiutano nella sua essenza.…<br />

ovvero: il corpo è una prigione, una fortezza di solitudine).<br />

Zone e Cargo sono storie di un amore perduto o<br />

abbandonato, raccontate però un po’ più in sordina e utilizzate<br />

per prendere una certa distanza. La conclusione<br />

arriva con Border: non è più necessario distanziarsi – adesso<br />

è il momento dei contatti, adesso bisogna esserci.<br />

Nelle opere di Laura Waddington c’è anche qualcosa di<br />

profondamente erotico, in particolare in quelle successive<br />

a The Lost Days, quando ha smesso di lavorare con le<br />

immagini a velocità normale e ha cominciato a utilizzare<br />

immagini a rallentatore, rese ancora più passionali dalle<br />

musiche di Simon Fisher Turner. Il viaggio diventa un tutt’uno<br />

con l’amore, i momenti interminabili e iperpresenti<br />

diventano memorie quasi afferrate, un modo in cui si cerca<br />

di prolungare il flusso e i fugaci attimi di passione. La<br />

differenza tra passione e compassione scompare, i confini<br />

si dissolvono e ogni corpo diventa un vascello di cambiamenti.<br />

moments made more passionate by Simon Fisher Turner’s<br />

soundscapes. Travelling becomes one with loving, the drawnout,<br />

hyper-present moments become memories grasped at, the<br />

way one commonly tries to elongate the flow, and the fleeting<br />

moments of passion. The difference between passion and compassion<br />

vanishes, borders fall, each body becomes a vessel of<br />

change.<br />

Biografia:<br />

Nata a Londra nel 1970, Laura Waddington ha studiato letteratura all’Università di Cambridge. Quindi, si è trasferita a<br />

New York, dove ha realizzato cortometraggi e video, interessandosi a mezzi di produzione alternativi. In particolare,<br />

ha lavorato con una mini cinepresa nascosta addosso, girando un film con quindici persone via Internet. L’interesse verso<br />

la campionatura di immagini e di suoni la porta a collaborare con il compositore inglese Simon Fisher-Turner. Dopo<br />

aver lasciato New York, nel 1998, ha vissuto a Lisbona, Parigi e Barcellona. La sua filmografia comprende: The Visitor<br />

(1992), The Room (1994), Zone (1995), Letters to my mothers (1996), The Lost Days (1999) e Cargo che prefigura l’ultimo lavoro,<br />

Border. Le sue opere sono state presentate in numerosi festival internazionali, tra cui New York, Rotterdam, Montreal,<br />

Locarno e Pesaro.<br />

Biography:<br />

Born in London in 1970, Laura Waddington studied literature at the University of Cambridge. She later moved to New York, where<br />

she became interested in alternative ways of making short films and videos. In particular, she worked wearing a hidden mini-camera<br />

and also shot a film with fifteen people through the Internet. Her interest in sampling images and sounds led to her collaboration<br />

with English composer Simon Fisher-Turner. After leaving New York in 1998, she lived in Lisbon, Paris and Barcelona. Her<br />

filmography includes: The Visitor (1992), The Room (1994), Zone (1995), Letters To My Mothers (1996), The Lost Days<br />

(1999) and Cargo, her last project before Border. Her work has been presented at numerous international festivals, including New<br />

York, Rotterdam, Montreal, Locarno and Pesaro.<br />

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41 a <strong>Mostra</strong> Internazionale <strong>del</strong> Nuovo Cinema

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