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Rendiconto sull'attività svolta nel secondo ... - INGV Home Page

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carattere locale e attribuibili ad una sorgente superficiale e localizzata, come confermato anche<br />

dall’estensione del campo all’isola di Lipari (fig. 7 - riquadro a destra), dal quale non sono<br />

chiaramente visibili, come dal 2000 al 2004, eventi associabili a variazioni di gravità a carattere<br />

regionale. Va comunque evidenziato che seppure il campo variometrico viene allargato a Lipari,<br />

esso è solo parzialmente rappresentativo di eventuali episodi più estesi, in quanto la definizione<br />

dell’anomalia è incompleta, sebbene le variazioni osservate dal 2000 al 2004 su tale porzione<br />

dell’arcipelago sono state sufficienti a mostrare chiaramente il verificarsi e l’evolversi di eventi<br />

relativamente profondi, messi poi in relazione con l’attività di origine vulcanica che ha interessato<br />

l’intero arco eoliano in quegli anni; ciò è stato dettagliatamente discusso in precedenti rapporti<br />

sull’attività di sorveglianza <strong>svolta</strong> dall’OV.<br />

Figura 7. Variazioni della gravità con riferimento a Milazzo, sull’isola di Vulcano (a) e sul complesso Lipari - Vulcano (b) <strong>nel</strong><br />

periodo settembre 2005 - settembre 2006.<br />

SORVEGLIANZA VULCANOLOGIA 12<br />

La rete per la sorveglianza vulcanologica, ancora in allestimento, ha due obiettivi principali. Il primo<br />

obiettivo è monitorare i tre vulcani quiescenti dell’area napoletana (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia),<br />

mentre il <strong>secondo</strong> è monitorare eruzioni vulcaniche. Un altro obiettivo della rete è lo studio di<br />

fenomeni pericolosi correlati al vulcanismo, quali frane. La struttura della rete è fortemente<br />

condizionate da vincoli scientifici. Il principale di questi è il fatto che un vulcano è un sistema<br />

geologico il cui assetto attuale, risultante dalla sua storia passata, ne condiziona il comportamento<br />

e l’evoluzione. Da ciò deriva che per un dato vulcano attivo, e in particolare per i vulcani quiescenti<br />

come quelli dell’area napoletana, i parametri da monitorare e i siti in cui effettuare le misure non<br />

12<br />

A cura di: G. Orsi, P. Belviso, A. Carandente, S. de Vita, M. Di Vito, E. Marotta, F. Sansivero<br />

130

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