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Rendiconto sull'attività svolta nel secondo ... - INGV Home Page

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Il monitoraggio delle deformazioni del suolo è assicurato mediante appropriati dispositivi di misura<br />

continui e discreti.<br />

I dispositivi di misura continui sono: le reti clinometriche permanenti dell’Etna (10 stazioni), delle<br />

Eolie (Vulcano e Stromboli, 9 stazioni), di Pantelleria (3 stazioni) e degli Iblei; le reti di stazioni GPS<br />

permanenti dell’Etna (13 stazioni), delle Eolie (Vulcano, Lipari e Stromboli, 8 stazioni), di<br />

Pantelleria (3 stazioni) e dei Peloritani; la rete estensimetrica dell’Etna; la stazione integrata<br />

clinometrica ed estensimetrica dell’osservatorio di Pizzi Deneri.<br />

I dispositivi di misura discreti (cioè misurati con cadenza periodica) sono: le reti di trilaterazione<br />

EDM dell’Etna, delle Eolie (Vulcano e Lipari), degli Iblei e di Pantelleria; le reti geodetiche GPS<br />

dell’Etna, delle Eolie (Vulcano e Lipari), degli Iblei, dei Peloritani e di Pantelleria.<br />

Un contributo geofisico per la definizione dello stato dei vulcani è anche fornito dalle reti<br />

permanenti gravimetriche e magnetiche per il monitoraggio dell’Etna e dell’Isola di Stromboli, che<br />

all’Etna sono anche integrate da misure periodiche gravimetriche e magnetiche. Attualmente,<br />

all’Etna sono attive (i) una rete gravimetrica comprendente 71 capisaldi per misure discrete e 3<br />

stazioni remote in acquisizione continua, (ii) una rete di 10 magnetometri scalari e 2 magnetometri<br />

vettoriali e (iii) una rete geoelettrica di 4 stazioni per la misura dei segnali di potenziale spontaneo.<br />

A Stromboli, invece, è in funzione una rete di 3 magnetometri gradiometrici, 1 stazione per la<br />

misura del potenziale spontaneo e 1 stazione gravimetrica in acquisizione continua.<br />

L’attività di monitoraggio del <strong>secondo</strong> semestre 2006 è stata soprattutto caratterizzata dall’eruzione<br />

dell’Etna iniziata <strong>nel</strong> mese di Luglio e proseguita, con diverse fasi, sino a Dicembre.<br />

Di seguito sono riportati i dettagli relativi alle attività delle differenti discipline ed una descrizione<br />

delle principali attività intraprese e condotte durante la crisi eruttiva.<br />

MONITORAGGIO VULCANOLOGICO<br />

A partire da luglio 2006, il verificarsi di episodi eruttivi sulla sommità dell’Etna e <strong>nel</strong>l’alta Valle del<br />

Bove ha causato l’intensificarsi delle attività di monitoraggio vulcanologico, con rilievi plurigiornalieri<br />

per la caratterizzazione vulcanologica, strutturale, geochimica, petrologica e composizionale<br />

dell’attività eruttiva. Sono stati condotti rilievi diretti sul terreno mirati alla comprensione dei<br />

fenomeni in atto, coadiuvati da misure sul terreno e mappature termiche da terra ed elicottero,<br />

mappature periodiche dei flussi lavici, ed analisi di laboratorio sui prodotti eruttati, ai quali hanno<br />

contribuito anche <strong>nel</strong>la fase di luglio i colleghi dell’Osservatorio Vesuviano. Dopo la fase effusiva di<br />

luglio ed un periodo di relativa calma durato poche decine di giorni, dal 31 agosto al 14 dicembre<br />

l’Etna ha mostrato una serie di episodi eruttivi caratterizzati da attività esplosiva stromboliana,<br />

emissione di lava da diverse fratture e/o bocche eruttive, e l’apertura di un campo di fratture sia<br />

eruttive che secche. Al monitoraggio vulcanologico dell’eruzione ha contribuito anche lo studio dei<br />

prodotti vulcanici emessi sia durante l’attività esplosiva che quella effusiva. La campionatura dei<br />

prodotti emessi è stata effettuata con regolarità, interrotta solo quando le cattive condizioni<br />

metereologiche hanno impedito di raggiungere le bocche effusive. In totale, <strong>nel</strong> <strong>secondo</strong> semestre<br />

2006 sono stati raccolti 40 campioni. Il monitoraggio petrologico è stato effettuato su campioni<br />

selezionati, studiando la natura e abbondanza delle fasi minerali presenti come fenocristalli e in<br />

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