Rendiconto sull'attività svolta nel secondo ... - INGV Home Page
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Ischia 34<br />
Introduzione<br />
Il sistema geotermico di Ischia è costituito da rocce silicee della Provincia Potassica Romana<br />
Quaternaria (Vezzoli, 1988). La sua attività è correlata alla tettonica estensionale Plio-quaternaria<br />
che ha formato le strutture di horst e graben lungo il margine tirrenico della catena appenninica<br />
(Carrara et al., 1973). Le rocce che la compongono sono prevalentemente alcali-trachiti e<br />
subordinatamente trachibasalti, latiti e fonoliti (Vezzoli,1988). L’attività eruttiva più recente risale al<br />
1301 a Mt Arso (fig.1). L'isola ha un'area di 46 km2 e rappresenta la parte emersa di un apparato<br />
vulcanico che si erge per circa 900 dai fondali del Mar Tirreno. Monte Epomeo, un horst vulcanotettonico<br />
(787 m) le cui faglie sono ancora attive, costituisce la parte centrale e più alta dell'isola ed<br />
è anche l'unica coinvolta dal sollevamento tettonico. L'attività esalativa dell'isola è caratterizzata<br />
dalla presenza di numerose sorgenti termali e fumarole. La composizione chimica e isotopica dei<br />
fluidi emessi è legata alle caratteristiche idrologiche e litologiche delle formazioni rocciose presenti<br />
<strong>nel</strong> reservoir. Inguaggiato et al. (2000) hanno identificato un reservoir bifase (liquido-vapore) a<br />
liquido dominante con una T= 280°C. Sulla base dell’omogeneità dei valori di T stimati utilizzando<br />
la geotermometria sulle fasi liquida e gassosa è stata ipotizzata l’esistenza di un unico grande<br />
reservoir che alimenta tutti i fluidi dell’isola. La fase liquida del reservoir è costituita da acqua di<br />
mare “modificata” arricchita in Na, K e B ed impoverita in Mg a causa di marcate interazioni acquaroccia.<br />
La fase gassosa, a CO 2 prevalente, ha una composizione isotopica del carbonio compresa<br />
fra tra 0 e -3.0 δ‰ e dell’He intorno a 3.5 Ra.<br />
La quantità totale di CO 2 rilasciata dall’intera isola è stata stimata essere <strong>nel</strong>l’ordine di 15 kg s -1 . Il<br />
principale contributo all’output totale viene dal degassamento diffuso dai suoli (∼ 14.8 kg s -1 )<br />
seguito dalla CO 2 disciolta <strong>nel</strong>le falde (∼ 0.3 kg s -1 ) mentre il contributo di CO 2 dalle fumarole risulta<br />
trascurabile (∼ 0.03 kg s -1 ). Considerato lo stato quiescente dell’isola, il valore di output di CO 2 è<br />
relativamente alto. I valori più alti di flusso di CO 2 (fig. 1) sono stati misurati principalmente <strong>nel</strong>la<br />
zona orientale e meridionale dell’isola in corrispondenza di strutture tettoniche regionali e <strong>nel</strong>le<br />
aree con alta densità di centri eruttivi recenti (Pecoraino et al., 2004).<br />
Durante il 2006, in maggio e in ottobre, sono stati prelevati campioni di acque termali (sorgenti e<br />
pozzi) e di gas liberi al fine di determinare le possibili variazioni legate all'attività vulcanica. I punti<br />
di campionamento dei gas fumarolici(●) e delle acque termali (●) sono in fig. 2.<br />
Le acque termali, conservate in bocce in polietilene, sono state analizzate con HPLC mod.<br />
DIONEX SP 2000 e 4500 con detector CDM1 per la determinazione dei cationi e PED per quella<br />
degli anioni. La determinazione dei carbonati e bicarbonati è stata eseguita mediante titolazione.<br />
Temperatura, pH e conducibilità dell'acqua sono stati misurati direttamente in campagna. I gas<br />
liberi sono stati prelevati e conservati in campionatori a due vie in vetro pirex con rubinetti da vuoto<br />
collegati tramite un tubo di silicone ad una siringa da 100 cc e ad un fioretto in acciaio inox piantato<br />
<strong>nel</strong> suolo sino ad una profondità di 50 cm oppure, <strong>nel</strong> caso di gas gorgoglianti in acqua, con un<br />
34<br />
Brusca L., D’Alessandro W., Gagliano Candela E., Longo M., Pecoraino G.<br />
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