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Campi Flegrei 37<br />
Introduzione<br />
I Campi Flegrei sono un’area vulcanica in stato di quiescenza che si estende all’interno di una<br />
caldera di circa 15 chilometri di diametro localizzata in una zona altamente popolata ad ovest della<br />
città di Napoli. Dal punto di vista geodinamico, i Campi Flegrei appartengono ad un complesso<br />
sistema vulcanico ubicato sul margine meridionale tirrenico della catena appenninica, in un'area<br />
interessata da movimenti tettonici di tipo distensivo. La più recente attività eruttiva verificatasi <strong>nel</strong><br />
1538 ha dato origine al cono di Monte Nuovo ed è stata preceduta da un sollevamento del suolo di<br />
circa 7 m. Anche negli ultimi anni l’area è stata interessata nuovamente da diversi cicli bradisismici<br />
che hanno causato un innalzamento ed un successivo abbassamento del suolo senza peraltro che<br />
si sia verificata alcuna eruzione. Le ultime crisi si sono manifestate <strong>nel</strong> periodo 1968-1972 con un<br />
innalzamento di 1.7 m cui è seguito un abbassamento di 0.22 m e <strong>nel</strong> biennio 1982 al 1984 con un<br />
sollevamento di circa 1.8 m seguito da un abbassamento con un rate di circa 5 cm per anno.<br />
L’ultimo rilevante periodo di sollevamento ha avuto inizio <strong>nel</strong>l’ottobre 2004 ed ha determinato un<br />
sollevamento massimo di circa di 24 millimetri a marzo 2006. Attualmente l’area più attiva è quella<br />
della Solfatara di Pozzuoli, dove è presente un esteso campo fumarolico con due emissioni<br />
principali Bocca Grande (BG) con temperatura prossime a 160°C, Bocca Nuova con temperature di<br />
circa 140°C (BN), una serie di emissioni minori e un degassamento diffuso di CO 2 dal suolo. Altre<br />
importanti zone di degassamento puntuali e diffuse si trovano <strong>nel</strong>la piana di Agnano, dove sono<br />
ubicati anche alcuni pozzi termali. Il vapore acqueo è il principale componente gassoso emesso<br />
dalle fumarole della Solfatara, seguito dalla CO 2 , H 2 S e dal N 2 mentre non sono presenti specie<br />
acide quali SO 2 , HCl e HF, indicando che i gas sono di origine idrotermale. La composizione<br />
isotopica dell’acqua, dell’anidride carbonica e dell’elio suggeriscono però un apporto non<br />
trascurabile anche di fluidi di origine magmatica (Cioni et al., 1984; Chiodini e Marini, 1998). Il<br />
modello proposto per il sistema idrotermale della Solfatara di Pozzuoli suggerisce la presenza di<br />
una camera magmatica posta a pochi chilometri di profondità; questa rappresenta la sorgente<br />
principale di calore che riscalda fino all’ebollizione un acquifero posto al di sopra di essa. Tra<br />
l’acquifero e la superficie viene ubicata una zona in cui è presente del vapore surriscaldato a<br />
T>200°C. Il movimento verticale del suolo è stato messo in relazione alle deformazioni indotte dalla<br />
rilascio di fluidi dal sistema idrotermale (De Natale et al., 1991, 2001; Gaeta et al., 1998) e più in<br />
particolare all’iniezione di fluidi profondi ricchi di CO 2 e di N 2 , probabilmente di origine magmatica<br />
(Chiodini et al., 2003). In occasione delle crisi bradisismiche è stato osservato sia un incremento<br />
dell’attività sismica sia un cambiamento della composizione chimica ed isotopica dei gas fumarolici<br />
(Cioni et al., 1984; Tedesco e Scarsi 1993). L’attivita di sorveglianza <strong>svolta</strong> <strong>nel</strong> corso del 2006 è<br />
consistita <strong>nel</strong> campionamento quadrimestrale delle due principali emissioni fumaroliche presenti<br />
<strong>nel</strong>la caldera della Solfatara di Pozzuoli: Bocca Grande (BG) e Bocca Nuova (BN).<br />
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Grassa F., Inguaggiato S., Madonia P., Rouwet D.<br />
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