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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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grazie alle orazioni del Santo uomo, i Turchi che avean <strong>di</strong> già cominciato ad<br />

invadere il Regno, nel più bello vagheggiar che essi facevano i loro acquisti,<br />

rimasero vinti e conquisi; e che a fuga precipitosa, avean lasciato a Re<br />

Fer<strong>di</strong>nando con una intera vittoria non pur l’onore <strong>di</strong> averli vinti, ma la gloria<br />

benanco <strong>di</strong> averli <strong>di</strong>spersi e fugati. Sentì che nelle Spagne era stato effetto delle<br />

sante preghiere del <strong>Paola</strong>no il <strong>di</strong>scacciamento della gente moresca <strong>da</strong> quelle<br />

poche sì, ma ragguardevoli città che pur anche ne erano oppresse; e che egli con<br />

le sue profezie ed acconcio tempo avean pronosticate le vittorie, allorquando i<br />

vincitori più <strong>di</strong>speravano <strong>di</strong> vincere; il perché rafforzati poscia non men <strong>da</strong>lla<br />

potenza de’ suoi vaticini, che <strong>da</strong>’ suoi ajuti, con intrepidezza senza pari<br />

combatterono, e vincero e trionfarono <strong>di</strong> tutti. Venne <strong>da</strong> ultimo risapendo come<br />

in Francia all’assistenza <strong>di</strong> lui dovette Re Luigi la placidezza del suo morire, ed<br />

ai consigli <strong>di</strong> lui medesimo dovea anche Carlo figliuolo <strong>di</strong> Luigi la felicità del<br />

suo regnare.<br />

Epperò venne concependo un sì fervente desiderio <strong>di</strong> seco aversi il<br />

<strong>Paola</strong>no, oppure i pii seguaci <strong>di</strong> lui, ne’ quali a buon <strong>di</strong>ritto ripromettevasi <strong>di</strong><br />

avere in quanti eran essi moltiplicato lo spirito del loro maestro, e per cui era<br />

egli pronto ed apparecchiato a <strong>da</strong>re e case per abitarle, e ren<strong>di</strong>te per loro<br />

mantenimenti. Ed in mezzo a tutti questi travagli dell’animo suo trasportato <strong>da</strong><br />

così fatto imponentissimo desiderio, stabilì in cuor suo <strong>di</strong> scriverne <strong>di</strong>rettamente<br />

a <strong>Francesco</strong>; non solamente pregandolo a voler racconsolarlo nelle sue brame in<br />

una bisogna <strong>di</strong> gloria cotanta a Dio, <strong>di</strong> non poco pro ai suoi popoli, <strong>di</strong> utilità<br />

in<strong>di</strong>cibile alla sua corona, e che <strong>di</strong> più, alla sua coscienza; ma sponendogli<br />

ezian<strong>di</strong>o le urgenze che ne’ suoi regni aveane, ove maggiore che in altre<br />

provincie risentitasi il bisogno in quella tristissima stagione segnatamente, <strong>di</strong><br />

uomini pieni <strong>di</strong> spirito <strong>di</strong> Dio, per non lasciare più oltre quella gente ogni dì più<br />

mal satisfatta e scan<strong>da</strong>lizzata del vivere libertino <strong>di</strong> alcuni claustrali, nel cui<br />

petto era intipi<strong>di</strong>ta, se non spenta del tutto la fiamma del sacro zelo, e delle<br />

religiose pratiche. E <strong>Francesco</strong> a cui questa lettera del Re Massimiliano

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