La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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idotto in cenere. Ed a tali disavventure si aggiunsero i nepoti del Vescovo, i quali a ragione di tai disastri pensando non esser l’opera grata a Dio, grandemente soperaronsi a frastornarla. Ma la salda costanza del buon Vescovo vinse ogni sorta di ostacoli, e fe’ di nuovo mettere mano all’opera, la quale alla fine compiuta, celebrasi la cerimonia della consacrazione della Chiesa, dopo averla egli medesimo vagamente adornata. Indi appresso per opera de’ Padri Giovanni della Carità, e Goffredo Lustin fu fatta la fondazione del monistero di Abbeville nella Diocesi di Amiens principata nell’anno millequattrocentonovantanove e portata a buon termine nel millecinquecento. Il titolo che alla chiesa venne dato fu quello dell’Assunzione della Vergine, ed i fondatori ne furono Andrea di Rambures e Giovanna di Alluni sua moglie. Ed in questa chiesa Luigi XIII., Re di Francia nell’anno milleseicentotrentotto a dì quindici di agosto compiè il voto fatto alla Santa Vergine, ed a S. Francesco da Paola per la gravidanza della sua moglie Anna di Austria, dalla quale non molti giorni dopo nacque il Delfino che a lui successe col nome di Luigi XIV. In Montgoger presso S. Espin nel Toronese si fe’ la fondazione di un altro monistero, essendosene stabilito il contratto a dì tredici febbrajo dell’anno millecinquecentodue. Ne furon fondatori Francesco di Baraton ed Antonietta di s. Maura sua moglie. La chiesa fu a Dio dedicata in onore dell’Apostolo S. Giacomo maggiore. Da Jacopo della Tremoglie signore di Maleon di Bommiers e di Gensay e da Filanda di Canabes un mese innanzi che Francesco rendesse a Dio il suo spirito fu fondato il convento di Bommiers nel Ducato di Berry. La chiesa da Francesco stesso a Dio fu dedicata in onore dell’Annunziazione della S. Vergine. Non molti anni dopo questo medesimo convento fu ampliato di molto, abbellito e ornato da Arrigo II di Borbone Principe di Condè, e dalla madre di esso Carlotta della Tremoglie Principessa vedova di Condè. A questi monisteri possiam benanco aggiungere quelli che in appresso venner fondati nella Francia; ma pei quali, vivente Francesco, eransene perdute
le fondazioni. Furon questi il monistero di Nantes, quello di Blois fondati dalla Regina Anna di Brettagna che fu moglie di Carlo VIII, e di Luigi XII, quello di Bordeaux che fu eretto da Monsignor Giovanni di Foix Arcivescovo di quella città e Primate dell’Aquitania, quello di Montsoro di cui fu fondatore Giovanni di Sciambes Barone di quel luogo per soddisfare al desio che ne avevano avuto i genitori di lui Giovanni di Sciambes Governatore della Roccella e Giovanna Sciabot Dama di onore di due Regine. Quanto abbiam finora narrato basti pe’ conventi di Francia. Facciamoci ora a parlare di quegli altri, che vivente il Santo, per opera dei suoi seguaci nell’Italia venner fondati. Nell’anno millecinquecentotre fu accettato il monistero di Messina sotto il titolo di Gesù e Maria e del D. Sepolcro di nostro Signore. Francesco fin da Francia affidonne la faccenda al P. Pietro da Messina, dal quale fu il tutto con generosità intrapreso e felicemente perfezionato. Era troppo tenue cosa un sol monistero, quello cioè in Milazzo, per un’isola intera tutta divota al Paolano. Un altro quinfi ne venne aggiunto in Messina il quale da umili principj dovea poi passare ad altezze di fabbriche, di persone, di rendite onde meritò esser dichiarato collegio ragguardevole per fervore di studj, per moltitudine di persone, e per eccellenza di professori. Intorno a questi tempi fu ripigliato eziandio il monastero di Castellammare di Stabia. La venuta nel Regno di Gonsalvo Fernande Cordova detto il gran Capitano de’ dapprima concepirne la speranza, e dappoi ne fu compiuto il desìo. Egli stesso avea di molto giovato al monistero di Napoli sotto il titolo di S. Luigi, avendone non pure ampliate le fabbriche, ma eziandio aumentatone le rendite con limosine perpetue di frumento, di olio, e di vino, le quali tutte furon dappoi confermate dalla pietà di Ferdinando il Cattolico, quando dopo la conquista del reame andò in Napoli; e dalla devozione di Carlo V, che di tutte le pie intraprese fu sempre principal sostenitora. A Gonsalvo dunque l’Ordine de’ PP. Minimi deve la reintegrazione de’ seguaci del Paolano in quel sagro chiostro di Stabia, donde già anni prima per
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LA VITA DI S. FRANCESCO DA PAOLA FO
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cader di cagionatezza, tornandoci s
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non pochi appartenenti a cotesta vi
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Ma Francesco me quegli che già da
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CAPO II. Comandamento del Papa perc
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il destro di ammirare più dappress
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CAPO III. Partenza dalle Calabrie;
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grazia ausiliatrice di Lui che è O
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obbliarla giammai nelle sue orazion
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Da ultimo Francesco partì da Pater
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Francesco ricambiati gli svillanegg
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istituzione. Come appuntino restò
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fu semplicemente ingresso, ma sì t
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Era non però sua modestia accompag
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nemmeno fu bastevole a metter calma
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l’andare del tempo sarebbe stata
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camminando speditamente, ed agilmen
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icordi. Dissegli che tener dovesse
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Sul fine del febbrajo del millequat
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conceputo per le tante cose che ne
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presenza per dover secolui d’impo
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Sisto V, quando preso dagl’Italia
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consueta sua generosità volesse so
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noi un monastero al nostro ordine a
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festeggiarono la lor libertà, corr
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altro armato che della sua confiden
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in strane regioni eziandio dispersi
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maraviglie che valsero a rafforzare
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Provenza. Egli dapprima nel dover m
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viaggiassero pel Lionese, pel Borbo
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temeva che la troppo radenza del me
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di caro ed affettuoso amplesso e di
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a benefizio di moltissimi, i quali
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dire, e siccome pure nella prima di
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avvisano perciò quelle spine tutte
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ed assennato parlar di lui. Ma talv
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deridendone per isciocche, quali bi
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dorato un altro grazioso lavoto con
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chiesa gli piacesse di collocarla,
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confessare di non trovare più modo
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Ed imperciocchè quel fervido desid
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sarebbe stato per prescrivere Franc
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lo innanzi desiderato avesse ansios
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lascarle così aggiustate che né e
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sarebbe tornato a novella vita. Il
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CAPO XIV. Conventi che instituisce
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In questo primo monastero istituito
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altissima estimazione, e di tutto i
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dopo il vostro ritorno. Da questa v
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Francesco, abbracciando il novello
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spedizione pe’l nuovo mondo, quan
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Avrebbe Francesco avuto vaghezza di
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essi ogni ajuto nel fondare tutte l
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Martino Marmolejo fratello laico, i
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CAPO XVI. Propagazione della Istitu
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