La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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abbisognevole fosse alla mensa <strong>di</strong> <strong>Francesco</strong>, e dei suoi compagni. E per tal<br />
modo invigilava il Re, perché <strong>Francesco</strong> fosse servito <strong>da</strong>i suoi non altrimenti che<br />
la sua stessa persona; non pretermettendo cosa, che valesse viemmaggiormente<br />
non mostrare la estimazione che aveane e l’amore in<strong>di</strong>cibile che gli portava.<br />
Dipoi che il re ebbe fatte le suddette onorevoli e affettuose accoglienza al<br />
<strong>Paola</strong>no, si volse a praticare anche le stesse ufficiosità inverso <strong>di</strong> coloro che<br />
aveanlo accompagnato. Al principe <strong>di</strong> Taranto usò cortesìe in<strong>di</strong>cibili, ed inverso<br />
i cavalieri Napolitani fu amorevole, benigno e gentile. Nello stesso real palagio<br />
<strong>di</strong>è loro l’albergo durante tutti quei giorni in cui ivi <strong>di</strong>morarono; ed allorché<br />
ebbero a <strong>di</strong>partirsene, comandò che con sontuosi e ricchissimi donativi fossero<br />
accomiatati.<br />
Per tutti i luoghi <strong>di</strong> quel territorio per dove passarono furono trattati a<br />
spese del Re, il quale <strong>di</strong>è perciò comando all’Amministratore del regio<br />
patrimonio che li provvedesse benanche <strong>di</strong> quanto mai estimasse abbisognevole<br />
al lor viaggio; secondo la qualità dei personaggi che viaggiavano. Nel dover<br />
poscia prendere commiato <strong>da</strong> <strong>Francesco</strong> il Principe ed i Cavalieri, ella è<br />
malagevol cosa il ri<strong>di</strong>re con quale e quanta tenerezza <strong>da</strong> lui si separassero. Erano<br />
<strong>da</strong>ddovero impresse con troppo <strong>di</strong> forza nei loro cuori le belle virtù <strong>di</strong> lui; il<br />
perché il lasciarono tornava ad essi troppo dura e insopportabile cosa; quando<br />
poneansi in ispecie a por mente che forse non sarebbero stati mai più per<br />
rivederlo.<br />
E <strong>Francesco</strong> non però <strong>di</strong> meno veniva affettuosamente felicitando tutti<br />
con dei ricor<strong>di</strong> che loro lasciò, e con devoti presenti che ad essi fece; al Principe<br />
<strong>di</strong> Taranto, a ragione della richiesta che questi gliene avea antecedentemente<br />
fatta, donò una sua tonaca con cappuccio, ed una tazza <strong>di</strong> legno onde erasi egli<br />
servito durante il suo viaggio. Recolli quegli in Valenza dove an<strong>da</strong>va allora<br />
come Luogotenente, e nel dover poscia partirsi <strong>di</strong> colà lasciò così fatti oggetti a<br />
Monna Giulia <strong>di</strong> Aragona sua sorella, la quale fattasi <strong>di</strong>poi fon<strong>da</strong>trice <strong>di</strong> un<br />
monastero in Valenza, a questo focene dono, ove pure <strong>di</strong> presente custo<strong>di</strong>sconsi