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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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incontanente <strong>da</strong> quel corpo pe’ meriti del buon servo <strong>di</strong> Dio <strong>Francesco</strong> <strong>da</strong> <strong>Paola</strong>.<br />

Esclamò il demonio e <strong>di</strong>sse molto essersi egli adoperato in tormentar <strong>Francesco</strong>,<br />

e tutto esser tornata vana ed inutile cosa. E <strong>da</strong>ppoi soggiunse, come non pago il<br />

<strong>Paola</strong>no <strong>di</strong> tormentar lui in Francia, fosse venuto benanco a tormentarlo in<br />

Roma. Egli non però partissi <strong>da</strong> quel corpo; ma in promettere che tutto quel<br />

male che non avea potuto a lui arrecare, sarebbe stato sollecito <strong>di</strong> farlo risentire<br />

a’ seguaci <strong>di</strong> lui. E così smaniamente andossi via, e quella femmina fe’ ritorno<br />

nel suo paese assolutamente libera <strong>da</strong>l maligno infestamento.<br />

Partì <strong>da</strong> Parigi un nobile giovinetto per girne in tours a chiedere a<br />

<strong>Francesco</strong> l’abito <strong>di</strong> sua religiosa istituzione. Nel viaggio si punse la mano con<br />

un ago, e la puntura passò tanto oltre che ad<strong>di</strong>venne una postema. Mostrolla al<br />

Santo, e questi gli <strong>di</strong>sse, che ne an<strong>da</strong>sse a’ cerusici del Re oer ascoltarne il loro<br />

parere. Quelli risolsero esser mestieri che la mano si tagliasse, se con la mano<br />

non avesse avuto per avventura vaghezza <strong>di</strong> perdere la <strong>vita</strong>. Tutto dolente<br />

l’afflitto e sconfortato ritornò <strong>da</strong> <strong>Francesco</strong> istantemente pregandolo a voler<br />

porgergli ajuto perché viemmaglio servir potesse nella Religiosa radunanza, alla<br />

quale desiderava <strong>di</strong> partecipare. Ed il Santo fè scoprirgli la piaga, vi pose sopra<br />

una piccola spugna e tra foglie <strong>di</strong> certa erba che avea nel suo orticello, e legatala<br />

con una fascia <strong>di</strong> sal<strong>da</strong> e riposata fi<strong>da</strong>nza. E nella vegnente mattina in cui a<br />

giu<strong>di</strong>zio de’ cerusici dovea farsi il taglio, trovossi la piaga già risanata; onde il<br />

giovane potè <strong>da</strong> <strong>Francesco</strong> ricevere le religiose sue lane.<br />

Era in Allitia, villaggio <strong>di</strong> Cosenza, un Sacerdote il quale avea nome D.<br />

Agnolo Serra molto caro a <strong>Francesco</strong> e per le sue rare virtù e per la sua non<br />

volgare istituzione nelle letterarie <strong>di</strong>scipline. Ed egli promise prima che<br />

<strong>Francesco</strong> si partisse <strong>da</strong>lla Calabria, voler serbare la terza regola <strong>da</strong>l Santo in<br />

quel tempo rozzamente abbozzata. E già appuntino osservatala, senza <strong>di</strong>re delle<br />

continue penitenze onde <strong>di</strong> sé facea duro governo. Oltre a ciò era egli molto<br />

intero allo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>vine scritture, onde tra per il rigore delle sue penitenze,<br />

e per l’assiduità del suo stu<strong>di</strong>are venne a perdere del tutto il ben della <strong>vita</strong>.

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