La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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delle umane cose, del valore delle eterne che dopo morte s’acquistano. E che è<br />
mai, <strong>di</strong>cea, questa <strong>vita</strong> che tanto amate, o Re, se non un bene, cui non vale a<br />
serbarci ogni più <strong>di</strong>ligente nostra cura, e che ogni vile animale della terra può<br />
farci perdere? Sì, basta esso ad ucciderci, e privarci <strong>di</strong> quella <strong>vita</strong> che tutte le<br />
ricchezze de’ regni, tutte le potenze delle monarchie, tutte le forze degli uomini<br />
non sono bastevoli a mantenere, quando è arrivata l’ora della squilla fatale. E<br />
quando pure si viva, saran sempre inseparabili <strong>da</strong>lla <strong>vita</strong> i malanni e le<br />
cagionevolezze che non ne vanno mai scompagnate!! Non si son veduti e non<br />
veggonsi spezzati gli scettri, atterrate le corone? Qual costanza possiam noi<br />
imprometterci <strong>da</strong> un mondo volubile per genio e mutabile per costume?<br />
Conosci, o Re, dove tieni appoggiate le tue speranze, in che hai finora impiegati<br />
gli affetti tuoi. Quanto vivesti ingannato, lusingandoti <strong>di</strong> dover ritrovare<br />
fermezza nel vento, e stabilità nelle onde! E finalmente al vedere che questi<br />
pensieri facevano una tal quale impressione nell’animo <strong>di</strong> Luigi, in altra volta in<br />
cui questi andò a parlargli, sciolte le re<strong>di</strong>ni al suo zelo con maggiore<br />
intrepidezza <strong>di</strong> ogni altra volta così prese <strong>Francesco</strong> liberamente a parlargli.<br />
Sire, or egli non è d’uopo che più parliate <strong>di</strong> <strong>vita</strong>; conciossiacchè ella è già<br />
arrivata l’ora fatale <strong>di</strong> vostra morte, ed io come amante <strong>di</strong> vostra eterna salute<br />
non debbo tenervela nascosa, con pericolo <strong>di</strong> vostra irreparabile <strong>da</strong>nnazione.<br />
Egli non è per voi espe<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> sorta che valga a risanarvi; non speranza <strong>di</strong> <strong>vita</strong>.<br />
Id<strong>di</strong>o vuole che moriate, e vostra morte sarà benanco sollecita ad assalirvi, se<br />
voi ad essa non vi adopererete <strong>di</strong> apparecchiarvi.<br />
Pertanto egli è mestieri che più che mai soccorriate a’ poveri, che a’<br />
sud<strong>di</strong>ti vostri facciate risentire gli effetti <strong>di</strong> vostra generosità; se pur volete che<br />
Id<strong>di</strong>o usando con voi misericor<strong>di</strong>, quelle grazie vi conce<strong>da</strong> che pur troppo in<br />
cosiffatta vostra congiuntura vi abbisognano. A tai detti, non vi so <strong>di</strong>re come si<br />
rimanesse l’animo <strong>di</strong> Re Luigi. Proruppe <strong>da</strong>pprima in <strong>di</strong>rottissimo pianto;<br />
<strong>da</strong>ppoi abbandonandosi tutto a <strong>Francesco</strong>, si mostrò pronto ed apparecchiato a<br />
far tutto quello che <strong>di</strong> lui volea fare Id<strong>di</strong>o in riguardo alla sua <strong>vita</strong>, e che a lui