La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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nome Maria già <strong>di</strong>chiarata etica incurabile, solo con esortarla alla pazienza, e<br />
con promettergli <strong>di</strong> voler pregare Dio per lei. Un’altra della medesima città,<br />
ch’era in evidente pericolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire paralitica, non appena il <strong>Paola</strong>no insieme<br />
co’ suoi religiosi fecesi a pregare in pro <strong>di</strong> lei Id<strong>di</strong>o Ottimo massimo, che il<br />
repente trovossi libera <strong>da</strong>l malore che tempestatala. Con le sue orazioni liberò<br />
pure altra femmina <strong>da</strong> penosissima malinconia, che per molti giorni avea tenuto<br />
oppresso il suo cuore ed abbattute le forze. Fe’ recitare tre Pater, tre Ave, ed il<br />
Credo, nel mentre che si celebrava la messa della SS. Trinità, per una donna <strong>di</strong><br />
tours che avea nome Renata, <strong>da</strong> un fanciullo figliuolo <strong>di</strong> costei, ch’ella avea<br />
man<strong>da</strong>to a lui nel fined’implorarne il soccorso, allorché era stata <strong>da</strong>’ me<strong>di</strong>ci<br />
abbandonata; e ciò solamente bastò per farle riacquistare la smarrita sanità. Ad<br />
altra chiamata Martina che pativa una fistola incurabile, <strong>da</strong>lla quale per il lasso<br />
<strong>di</strong> quattro anni continui era stata travagliata, risanò la piaga sol imponendo sovra<br />
<strong>di</strong> essa un pannolino intinto <strong>di</strong> olio rosato; e con ammonirla ad essere per<br />
l’avvenire più obbe<strong>di</strong>ente a’ suoi maggiori, se volea e <strong>da</strong> quello e <strong>da</strong> altri più<br />
gravi malori viversi scevera e liberata. Per cinque dì non avea preso cibo <strong>di</strong> sorta<br />
un fanciullo a cagione <strong>di</strong> ardentissima febbre che grandemente tormentavalo; ed<br />
amorevole la madre non sapendo che mai altro farsi, a <strong>Francesco</strong><br />
raccomandollo, e <strong>da</strong> lui la sospirata guarigione del figlio immancabilmente<br />
ottenne. Applicò il <strong>Paola</strong>no la calce vergine <strong>di</strong>stemperata nell’acqua benedetta,<br />
sovra un occhio <strong>di</strong> un citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Roviglie; e quando quello era lì lì per<br />
rimanere chiuso per sempre alla luce del giorno, perfettamente trovossi risanto.<br />
Mandò una pagnottina a tal Rubinetto <strong>di</strong> nazione Scozzese e con questa sola <strong>da</strong><br />
tal febbre liberollo che minacciavangli già già imminente la morte. Risanò un<br />
figliuolo <strong>di</strong> un gentiluomo anche Scozzese, ch’era stato <strong>da</strong> un empia donzella<br />
avvelenato; sol man<strong>da</strong>ndo alcuni suoi religiosi a visitarlo in un castello ove il<br />
giovinetto giaceva infermo, aderendo così alle fervide istanze che a lui ne avea<br />
fatto Roberto Conqueburge zio del fanciullo, limosiniere del Re, il quale <strong>da</strong>ppoi<br />
fu Vescovo <strong>di</strong> Rosse in Iscozia e tesoriere della Cappella <strong>di</strong> Parigi.