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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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CAPO III.<br />

Partenza <strong>da</strong>lle Calabrie; viaggio per Napoli, miracoli intervenuti<br />

nell’atto della partenza, e nel viaggio.<br />

Non appena <strong>da</strong>l Monastero <strong>di</strong> <strong>Paola</strong> il signor <strong>di</strong> Bussiere e tutti gli altri si<br />

furon slontanati, <strong>Francesco</strong> convocò i religiosi tutti che erano in quella casa e<br />

palesò la sua imminente partenza per Napoli, poscia per Roma, e <strong>da</strong> ultimo per<br />

Francia. Come questi restassero a sì inaspettato annunzio, torna più agevole a<br />

chi legge l’immaginarlo che a noi il poterlo <strong>di</strong>re; sol se si ponga mente alla<br />

persuasione che si avevano che più a lungo soggiorno dovesse fare <strong>Francesco</strong> tra<br />

essi, e alla per<strong>di</strong>ta non meno improvvisa che dolorosa, che <strong>di</strong> lui conveniva<br />

sopportare siccome della più cara cosa che in questo basso mondo si avessero,<br />

più nobile insieme e più pregiata. Aggiungi a questo il timore che pur anche<br />

probabilmente avevano <strong>di</strong> non doverlo mai più rivedere in questa <strong>vita</strong>; <strong>da</strong>cchè<br />

egli in età inoltrata che fosse per fare un’altra volta ritorno a consolarli con la<br />

sua persona. E <strong>Francesco</strong> leggendo nella mestizia de’ loro volti il non poco<br />

perturbamento de’ cuori <strong>di</strong> loro, fecesi <strong>da</strong>pprima ad indurne nell’animo <strong>di</strong> essi il<br />

convincimento, doversi <strong>da</strong>lla <strong>di</strong>vina volontà riconoscere quanto <strong>di</strong> lui<br />

intervenisse in terra, e poscia <strong>da</strong> chi <strong>da</strong> <strong>di</strong>o avea l’autorità <strong>di</strong> volere ciò che alla<br />

viemmaggior gloria <strong>di</strong> Lui più stimasse acconcio e convenevole. Dappoi fe’ loro<br />

intendere il molto compiacimento suo per la tenera <strong>di</strong>mostrazione del loro<br />

affetto inverso <strong>di</strong> lui; ma fino a tal segno che non ne restasse offesa la<br />

delicatezza della loro virtù. Amare ancor lui oltremodo il loro consorzio ma non<br />

anteporlo per ciò al compimento de’ suoi doveri. Quel Dio che loro il togliea per<br />

suo servigio, poter bene sostituire altri in sua vece, che con maggior prudenza e<br />

zelo viemmaggiore valesse a governarli: <strong>da</strong> ultimo dover eglino rassegnarsi ed<br />

aversi la stessa in<strong>di</strong>fferenza con la quale era egli rassegnato a partire. I giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong>

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