La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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in strane regioni ezian<strong>di</strong>o <strong>di</strong>spersi mai sono stati infestati <strong>da</strong> pestilenzial malore;<br />
costante tra<strong>di</strong>zione egli essendo per ciò appresso quella gente, che <strong>da</strong> quel tempo<br />
in cui <strong>Francesco</strong> liberò la lor patria <strong>da</strong>lla peste, non mai alcun Bormese, o nel<br />
patrio suolo, oppur fuori sarà per essere vittima della peste.<br />
Epperò i Bormesi siccome obbligati a <strong>Francesco</strong> della <strong>vita</strong>, non mai<br />
traman<strong>da</strong>vano, modo cortese che gli usassero lui vivente, e non onoranza che<br />
non gli facessero dopo morte. Il Governatore del paese accolsero in casa,<br />
trattandolo con generosità e con isplen<strong>di</strong>dezza onorandolo. I citta<strong>di</strong>ni il vollero<br />
per Protettore, essendo ancora vivente, e <strong>di</strong>poi che fu <strong>da</strong>lle ecclesiastiche<br />
autorità fra i Santi noverato innalzarono un tempio a Dio de<strong>di</strong>cato in onore <strong>di</strong> lui<br />
e sotto il suo nome ezian<strong>di</strong>o, presso il quale e<strong>di</strong>ficarono <strong>da</strong>ppoi un monastero,<br />
volendo per <strong>di</strong>fensore della lor patria <strong>Francesco</strong> nel Cielo, e per custo<strong>di</strong> della lor<br />
devozione i suoi seguaci in terra. E <strong>da</strong> ultimo in quella chiesa han voluto in<br />
ciascun anno celebrare la sua festa con la più solenne magnificenza, che mai al<br />
generoso lor genio abbia saputo venir suggerendo l’amore, e la gratitu<strong>di</strong>ne;<br />
sentimento invincibile e saldo ne’ cuori generosi ed onesti.<br />
Nel dì appresso all’arrivo che fu fatto in Borme, andò <strong>Francesco</strong> alla riva<br />
del mare, ove ritrovata la galea che condotto avealo in Francia, ringraziò il<br />
padrone e bene<strong>di</strong>sse i marinari, a ciascun <strong>di</strong> esso loro <strong>di</strong>stribuendo una candela<br />
<strong>da</strong> lui benedetta. Dappoi <strong>di</strong>è loro commiato, ma non senza <strong>da</strong>re prima a tutti essi<br />
alcuno salutevoli ricor<strong>di</strong> che ebbe nella sua prudenza a reputare più acconci al<br />
loro stato. <strong>La</strong> galea impertanto partita <strong>da</strong>l mar <strong>di</strong> Borme <strong>di</strong>rizzò la prora verso<br />
Marsiglia; nel cui porto dopo la contezza arrivata in quella città de’ miracoli <strong>di</strong><br />
colui che sopra era venuto, senza contrasto venne accolta. Ivi rimase ad aspettare<br />
il Principe <strong>di</strong> Taranto ed i Cavalieri napoletani infino a quando fossero <strong>da</strong>lla<br />
corte <strong>di</strong> Re Luigi ritornati, dove avevano stabilito in cuor loro <strong>di</strong> accompagnare<br />
<strong>Francesco</strong>.<br />
Il soggiorno dell’uom <strong>di</strong> Dio in Borme fu pur anche illustrato <strong>da</strong> altri<br />
miracoli che de’ dì seguenti vi operò, e che noi siam qui per narrare. Andò egli