La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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crudelmente travagliato, e la quale valeva a rendergli più tormentosa la pena del<br />
carcere e lo slontanamento <strong>da</strong>’ suoi.<br />
<strong>Francesco</strong> presolo allora per mano, e dolcemente a lui sorridendo,<br />
confortollo <strong>di</strong>cendogli: state pur <strong>di</strong> buon animo e fate cuore, Signor Duca, il<br />
perché voi in breve sarete libero e <strong>da</strong>lla lebbra e <strong>da</strong>lla prigionia. Ritornerete<br />
nella patria tra gli applausi de’ citta<strong>di</strong>ni che farn lode alla vostra costanza, e tra<br />
le onoranza del Sovrano che renderà giustizia alla vostra fedeltà. Sarete in<strong>di</strong> a<br />
non molto Vicerè nella Sicilia e per la lunga stagione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni reggerete<br />
quel Reame. Allora ricor<strong>da</strong>tevi <strong>di</strong> me risguar<strong>da</strong>ndomi nelle persone de’ miei<br />
seguaci, che io <strong>da</strong> quest’ora fervi<strong>da</strong>mente raccomando alla vostra generosa<br />
protezione e al vostro gentilissimo amore. Tanto <strong>di</strong>sse quegli, tanto sperimentò il<br />
Duca. – Il perché fu in<strong>di</strong> a non molto a libertà ritornato, e risanato in Napoli<br />
della schifa lebbra che il tormentava; andò Vicerè in Sicilia oce appuntino per il<br />
lasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni governò con applauso <strong>di</strong> quei popoli e con sod<strong>di</strong>sfazione<br />
del suo Sovrano. E memore <strong>di</strong> quanto gli avea egli stesso promesso fondò a quei<br />
buoni seguaci un ragguardevole monistero in Palermo. Altri ancora ne eresse<br />
egli stesso nel reame, altri fe’ <strong>da</strong> altri fon<strong>da</strong>rne mostrandosi sempre <strong>di</strong> tutti il<br />
promotore generoso e l’amatissimo protettore.<br />
Il Car<strong>di</strong>nale Giuliano della Rovere nipote <strong>di</strong> Sisto IV, essendo stato<br />
trascelto a pontefice Roderigo de’ Lenzuoli detto <strong>di</strong> Borgia col nome <strong>di</strong><br />
Alessandro VI., <strong>di</strong> cui egli non godea la buona grazia, stimò miglior consiglio <strong>di</strong><br />
an<strong>da</strong>rne in Francia ove era stato per lo <strong>di</strong>nanzi in qualità <strong>di</strong> Legato, e molto<br />
cortesemente fu accolto ed estimato in quel tempo <strong>da</strong> Luigi XII. che regnava.<br />
E <strong>Francesco</strong> non rimanendosi contento ad aver già predetto il Pontificato<br />
a Giuliano in roma in presenza <strong>di</strong> Sisto suo zio, gliene rinnovò benanco la<br />
pre<strong>di</strong>zione in Francia. An<strong>da</strong>to ivi a visitarlo il Car<strong>di</strong>nale, e seriamente del<br />
riuscimento de’ suoi affari interrogatolo, così quegli risposegli: dopo Alessandro<br />
voi non sarete Papa, ma sarà un altro che non regnerà lunga stagione, dopo<br />
costui sarete voi eletto a Pontefice e’l vostro governo sarà lungo insieme, ed