La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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istituzione. Come appuntino restò nell’anno millecinquecentottantuno, allorché,<br />
la pietà <strong>di</strong> quei citta<strong>di</strong>ni a quell’or<strong>di</strong>ne ne fece dono.<br />
Ad una delle più chiare famiglie della Cava, che è quella de Curtis, fe’<br />
pure in quel tempo sperimentar <strong>Francesco</strong>, in prò <strong>di</strong> essa, gli affetti <strong>di</strong> suo<br />
sovrano potere. Il capo <strong>di</strong> tal famiglia viveasi senza prole, la moglie inferma<br />
giaceasi presso a morte. E <strong>Francesco</strong> bellamente fecesi a confortarlo,<br />
promettendogli in nome dell’Altissimo ed Onnipotente Id<strong>di</strong>o, numerosa<br />
<strong>di</strong>scendenza; ed il Cielo glielo accordò: alla moglie <strong>di</strong> lui <strong>di</strong> poi <strong>di</strong>è un pomo che<br />
non appena <strong>da</strong> lei assaggiato, valse a renderle la smarrita sanità. Di tutte queste<br />
maraviglie <strong>da</strong> <strong>Francesco</strong> operate nella città della Cava, sulle porte <strong>di</strong> quella<br />
chiesa con onorevole epitaffio se ne ravvisa <strong>di</strong> presente la chiara espressione.<br />
Risanò egli inoltre molti altri infermi della stessa città col solo segnarli <strong>di</strong> croce.<br />
E <strong>da</strong> ultimo fin <strong>da</strong> quel tempo ebbesi egli briga non poca <strong>di</strong> indurre negli animi<br />
<strong>di</strong> tutti quei citta<strong>di</strong>ni un sì tenero amore, ed un sì in<strong>di</strong>cibil rispetto verso quel suo<br />
religioso istituto, che non furon paghi giammai infino a quando dentro la lor<br />
città non gli ebbero <strong>da</strong>ta onoratissima stanza. Ed avutala egli, non è <strong>da</strong><br />
immaginarsi <strong>di</strong> leggieri con quanta devozione e quale ne abbian sempre<br />
frequentato e ne frequentino tuttora la chiesa, senza <strong>di</strong>r dello zelo a niuno<br />
secondo, con che ne <strong>di</strong>fendono l’abito, e la magnanimità onde ai bisogni <strong>di</strong> loro<br />
vengon provvedendo.