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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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icor<strong>di</strong>. Dissegli che tener dovesse continuo nel cuore, e la vanità della <strong>vita</strong> che a<br />

momenti sen vola, e la infallibilità della morte che a volo si avvicina.<br />

L’esser egli Re non toglie essere ancor uomo; cioè soggetto alle vicende<br />

del tempo, alle congiunture della <strong>vita</strong>, ed all’imperio della morte.<br />

Quanti Re sono stati nel mondo, ed or non son più; e del loro esservi stati<br />

che tutto fu momentaneo, ora secondo la maniera con cui vi furono, averne<br />

un’eternità o <strong>di</strong> premio o <strong>di</strong> castigo. Egli non dover essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa con<strong>di</strong>zione<br />

degli altri; dover perciò talmente regolare il suo vivere, che non si abbia poscia a<br />

pentire <strong>di</strong> aver regnato. I Principi aver doppia obbligazione ad esser buoni e<br />

siccome uomini e come Principi. Il Principato sebben soglia esser loro una forte<br />

occasione a perdersi, essere non però loro un sal<strong>di</strong>ssimo argomento ed a salvare<br />

sé stessi, ed a salvare tanti altri che aspettano la propria salvezza <strong>da</strong>lla loro<br />

salute. Perché sono in meggior pericolo <strong>di</strong> essere empj, dover perciò usare<br />

maggior cautela per esser santi.<br />

<strong>La</strong> libertà che essi hanno, non dover loro servire per farli correre senza<br />

freno all’abisso, ma per farli volare senza impe<strong>di</strong>mento al Cielo. Cader le<br />

corone, cader gli scettri, la virtù non cader mai, e questa esser quella sola, che<br />

<strong>da</strong>vanti a Dio <strong>di</strong>stingue gli uomini, o per farli regnare per sempre sopra le stelle,<br />

o per farli piangere eternamente nell’ombre.<br />

Restaron cotai avvisi più fortemente impressi nell’animo <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando, e<br />

perché furon gli ultimi che gli lasciò <strong>Francesco</strong>, e perché li ascoltò egli con<br />

mente sgombra <strong>da</strong> passione, e perciò più <strong>di</strong>sposta all’intelligenza delle massime<br />

<strong>di</strong> eternità. Portossi <strong>di</strong>poi la città in corpo ad augurare a <strong>Francesco</strong> il buon<br />

viaggio, e ad offerirgli il corteggio <strong>di</strong> quei sei Cavalieri che poco fa <strong>di</strong>cemmo.<br />

<strong>Francesco</strong> veramente non volea permettere questa pompa che giu<strong>di</strong>cava<br />

superflua; ma poscia persuaso <strong>di</strong> esser essa convenevole pe’ rispetti che<br />

l’accompagnarono, il suo parere rassegnassi alla loro deliberazione. Promise<br />

non<strong>di</strong>meno a quella città piissima, <strong>di</strong> aver sempre memoria <strong>di</strong> lei appresso a Dio,<br />

e perché si conservasse sempre nell’integrità del suo credere, e perché mai

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