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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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CAPO XIV.<br />

Conventi che instituisce in Francia; religiosi che vi riceve.<br />

In quel lasso <strong>di</strong> tempo in cui vivente Luigi XI., <strong>Francesco</strong> fè <strong>di</strong>mora in<br />

Francia, non altra fu la stanza <strong>di</strong> lui e dei suoi che il real palagio <strong>di</strong> Plessis. I<br />

continui pericoli in cui si era la salute del Re, non consentirono certamente<br />

allora che si desse opera a fon<strong>da</strong>r monasteri; comecchè il re medesimo gli avesse<br />

conceduto privilegi, amplissimi <strong>da</strong> poterne far le fon<strong>da</strong>zioni in qualunque parte<br />

del suo reame. Mortosi <strong>da</strong>ppoi Luigi, ed a lui succeduto nel regno il suo<br />

figliuolo Carlo VIII., volle questi ad ogni patto che si fon<strong>da</strong>ssero delle casi <strong>di</strong><br />

religione, le quali per vero e furono moltiplici <strong>di</strong> numero e riescirono magnifiche<br />

<strong>di</strong> costruzione. <strong>La</strong> permissione che <strong>di</strong> già ne avea <strong>da</strong>ta il Re, e l’amore del<br />

successore inverso <strong>di</strong> lui ne agevolavano <strong>di</strong> leggieri la intrapresa. <strong>La</strong> devozione<br />

<strong>di</strong> quei popoli inclinatissimi a favoreggiare i progre<strong>di</strong>menti della religiosa<br />

istituzione <strong>di</strong> <strong>Francesco</strong>, desiderosissimi <strong>di</strong> aversi con seco-loro che la<br />

professassero, fu benanco d’incitamento a tanto eseguire che ne’ tempi avvenire<br />

avesse vieppiù sempre a fiorire in quei luoghi a pro della Chiesa e del Regno<br />

intero. Alle istanze <strong>di</strong> Anna <strong>di</strong> Francia, figliuola, siccome <strong>di</strong>cemmo, <strong>di</strong> Luigi e<br />

sorella maggiore <strong>di</strong> Carlo, fu spe<strong>di</strong>to <strong>da</strong>pprima il privilegio con cui il Re<br />

concedeva a <strong>Francesco</strong> il Castello <strong>di</strong> Plessis, e l’Oratorio <strong>di</strong> S. Matteo che vi è<br />

annesso, perché in unione co’ suoi religiosi vi facesse <strong>di</strong>mora infino a quando <strong>di</strong><br />

un più ampio monastero, che egli avea in pensiero <strong>di</strong> fargli fon<strong>da</strong>re, fosse stato<br />

<strong>da</strong> lui provveduto. Era questo lo stesso luogo che fu a <strong>Francesco</strong> assegnato <strong>da</strong>l<br />

Re Luigi nel pervenire che egli fece in Francia, ed ove trattenessi co’ suoi fin<br />

<strong>da</strong>ll’anno millequattrocenonovantuno. Prima non però, cioè nell’anno<br />

millequattrocentottantotto, a <strong>di</strong>ciotto <strong>di</strong> Aprole, Re Carlo spedì nel Parco <strong>di</strong><br />

Plessis amplissimi privilegj e benefizj in pro <strong>di</strong> quel religioso istituto e <strong>di</strong> tutte le<br />

tante case ove doveano i seguaci del <strong>Paola</strong>no in appresso abitare. Dappoi

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