La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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Da ultimo <strong>Francesco</strong> partì <strong>da</strong> Paterno, e slontanossi ezian<strong>di</strong>o <strong>da</strong> tutti gli<br />
altri suoi monisteri, dove egli in così fatta congiuntura probabilmente potè<br />
an<strong>da</strong>re. <strong>La</strong> stra<strong>da</strong> che tenne, per fare il viaggio per terra inverso Napoli, fu per<br />
Castrovillari e per Morano. Passato già Castrovillari, ma non ancor giunto in<br />
Morano, salì sovra un monte, donde i campi delle Calabrie in buona parte<br />
ravvisansi, ed ivi egli messosi in alto, le bene<strong>di</strong>sse. Era sopra quel monte un<br />
sasso su cui posò le painte, quando bene<strong>di</strong>cea le sue Calabrie, e in quel sasso<br />
restarono ( ve<strong>di</strong> maraviglia! ) le vestigie delle sue piante impresse. Per molti<br />
anni fu venerata quella pietra su quello stesso monte, <strong>da</strong> cui non fu mai per<br />
lunga stagione staccata. Dipoi <strong>da</strong> un nostro religioso citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Morano fu<br />
tolta, e portata nel collegio <strong>di</strong> Roma; e poscia per le gran<strong>di</strong> istanze che facea il<br />
Principe della Scalea D. Trajano Spinelli per aversela, fu al medesimo ceduta e<br />
per qualche tempo conservossi accuratamente nel suo palagio. E <strong>di</strong> presente<br />
nella Sagrestia de’ Padri Minori dell’osservanza, che è in Morano, con gran<br />
venerazione custo<strong>di</strong>scesi, ove è <strong>da</strong> tutti veduta con non poca maraviglia. E<br />
proseguendo <strong>Francesco</strong> il suo camminare, pervenne in una terra che ha nome<br />
Castelluccio, ove i poveri vian<strong>da</strong>nti si avvidero mancar essi <strong>di</strong> vino; peperò non<br />
avendo mezzo con che comperarlo, pensarono <strong>di</strong> men<strong>di</strong>carlo <strong>da</strong> quella gente. E<br />
<strong>Francesco</strong> il primo fecesi a chiederne ad uno <strong>di</strong> quei citta<strong>di</strong>ni un poco per carità;<br />
ma quegli cortesemente <strong>di</strong>ssegli <strong>di</strong> rimando <strong>di</strong> non averne, <strong>da</strong> parecchi giorni<br />
essendo già finito in una botte che era presso <strong>di</strong> lui, e quella fin <strong>da</strong> lungo tempo<br />
restarne per conseguente vuota del tutto. Allora <strong>Francesco</strong> soggiuntegli: fratello,<br />
in cortesia, pregovi <strong>di</strong> an<strong>da</strong>rne pure un’altra volta a vedere quella botte; che mi<br />
sta in mente che voi sarete per trovarla vuotata perancora. E così quegli che<br />
<strong>da</strong>pprima sentì molto addentro i bisogni del <strong>Paola</strong>no, e non potendo giovare a<br />
lui, compatilli, meritò poi <strong>di</strong> ammirare i miracoli.<br />
Obbedì quin<strong>di</strong> alle sue insinuazioni, e volle fare novello sperimento nella<br />
botte, se ancor vino vi fosse. E vide con molta sua maraviglia come la botte ne<br />
fosse già piena novellamente; onde egli gri<strong>da</strong>ndo per allegrezza, e piangendo per