La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi
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<strong>La</strong> benignità del re Carlo VIII., a buon <strong>di</strong>ritto <strong>da</strong>’ francesi col ben titolo <strong>di</strong><br />
Cortese addoman<strong>da</strong>to, si estese benanco in pro della religiosa ragunanza <strong>di</strong><br />
<strong>Francesco</strong> inverso la quale i più certi e sal<strong>di</strong> argomenti e sempre nuovi <strong>di</strong>è del<br />
suo amore, e testimonianze tutte operose della sua generosità. Egli <strong>da</strong>pprima,<br />
correndo l’anno millequattrocentottantacinque, ottenne <strong>da</strong> Innocenzo VIII. l’<br />
approvazione dell’Or<strong>di</strong>ne, e la piena e compiuta conferma <strong>di</strong> tutti quei privilegi i<br />
quali antecedentemente <strong>da</strong>lla non or<strong>di</strong>naria clemenza <strong>di</strong> Sisto IV., erano già stati<br />
a quell’Or<strong>di</strong>ne conceduti. Non tantosto finì Sisto sua giornata e fu eletto a<br />
Pontefice Giambattista Cibo, col titolo <strong>di</strong> Innocenzo VIII., che Carlo<br />
grandemente appo il medesimo adoperassi nel fine d’invocare su quei religiosi<br />
l’altra protezione <strong>di</strong> lui; il che <strong>da</strong>ppoi il Pontefice con ispeciale sua bolla<br />
bellamente promise ed attenne. E quei erano a Carlo devoti cotanto e così<br />
altamente stimavanlo, non pure per il benefizio che loro procurò, ma per la<br />
sollecitu<strong>di</strong>ne benanco che tutta venne procurando a tanto fine conseguire,<br />
trattando sempre le bisogne <strong>di</strong> quelli con quella stessa premura con cui avrebbe<br />
potuto trattare o gl’interessi <strong>di</strong> sua corona, o gli affari della sua stessa persona.<br />
Dappoi nel millequattrocentottantotto a <strong>di</strong>ciotto <strong>di</strong> Aprole, egli stesso <strong>di</strong>è a<br />
<strong>Francesco</strong> la esecuzione delle ponteficie bolle, e la osservanza <strong>di</strong> tutti quei<br />
privilegi che infino a quel tempo erano stati largamente e liberalmente conceduti<br />
alla religiosa ragunanza <strong>da</strong> lui fon<strong>da</strong>ta. Ne spedì nel Castello <strong>di</strong> Plessis l’ampio<br />
<strong>di</strong>ploma in cui comandò a tutti gli ufficiali del suo Reame sì agli ecclesiastici,<br />
che a secolari, ed a quei segnatamente che erano constituiti in <strong>di</strong>gnità gran<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
voler tutti assistere e favoreggiare quell’Istituto, perché senza ostacolo <strong>di</strong> sorte si<br />
potesse desso godere tutte le grazie che la pontificia benignità nelle accennate<br />
bolle loro impartiva; il reale suo sdegno minacciando ezian<strong>di</strong>o contra chi avesse<br />
osato mai o <strong>di</strong> frapporvi alcun impe<strong>di</strong>mento; o <strong>di</strong> contendergliene il possesso.<br />
Ed affinché non potessesi <strong>da</strong> chicchessia oppore ignoranza, volle che le bolle<br />
insieme col suo <strong>di</strong>ploma, secondo l’uso del regno, in tutti i luoghi <strong>di</strong> esso<br />
venisser pubblicati.