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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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lascarle così aggiustate che né egli fosse per riceverne castigo; né il successore<br />

per sentirne travagliato. Non essere ora luogo a’ dettami della umana politica,<br />

standosi egli lì lì per comparire innanzi al tribunale <strong>di</strong> Dio, ove tutte le pratiche<br />

con rigorosa giustizia libransi, e con irrefragabile verità.<br />

Confortato piuttosto che esterrefatto <strong>da</strong> tali liberi sì, ma sinceri e<br />

affettuosi sentimenti <strong>di</strong> <strong>Francesco</strong> l’animo <strong>di</strong> Luigi, novellamente affidossi a<br />

quel pio, tutto offrendosi a fare che a lui fosse paruto convenevole e giusto.<br />

Raccomandò ezian<strong>di</strong>o a lui i tre suoi figliuoli Carlo il Delfino, Anna <strong>di</strong> francia,<br />

che poi fu Duchessa <strong>di</strong> Borbone e <strong>di</strong> Auvergne, e Giovanna <strong>di</strong> Francia Duchessa<br />

<strong>di</strong> Orleans e <strong>di</strong> Valois, che poscia fu Duchessa <strong>di</strong> Berry e Regina <strong>di</strong> Francia;<br />

volendo pure che costoro obbe<strong>di</strong>re al <strong>Paola</strong>no dovessero non altrimenti che al<br />

loro padre, <strong>da</strong> lui in tutto e per tutto in ogni loro più tenue bisogno <strong>di</strong>pender<br />

dovendo. Ingiunse benancora al Delfino la restituzione della Contea <strong>di</strong><br />

Rossiglione e della Cer<strong>da</strong>nia <strong>di</strong>chiarando, siccome riferisce Girolamo Zurita<br />

celebre scrittore <strong>di</strong> quei tempi negli annali <strong>di</strong> Aragona, e vennegli pure il Re<br />

soggiungendo che se la mentovata restituzione non fosse stata per eseguirsi,<br />

correa egli risico <strong>di</strong> eterna con<strong>da</strong>nna.<br />

Dopo le quali cose, fecesi Re Luigi con atti frequenti <strong>di</strong> umile<br />

rassegnamento alla <strong>di</strong>vina volontà ad aspettar che suonasse l’ora estrema per lui.<br />

Era la maraviglia <strong>di</strong> tutti il vedere, che quella morte il cui solo nome spaventava<br />

<strong>da</strong>pprima quel magnanimo cuore, cosiffattamente poscia si fosse renduta<br />

in<strong>di</strong>fferente e familiare cose, che <strong>di</strong> essa non curasse mica l’arrivo, né volesse a<br />

sgomentarlo l’incontro. Che anzi così conforto egli era a riceverla con lieta<br />

fronte e serena, che conosciuta <strong>di</strong> già la instabilità delle umane cose, vedeasi<br />

anche impaziente ad aspettarla. E in questa foggia durò egli per più giorni,<br />

volendo sempre appresso a sé <strong>Francesco</strong>, cui fervi<strong>da</strong>mente pregò che in tutti<br />

quei momenti che gli restassero <strong>di</strong> <strong>vita</strong>, non si volesse <strong>da</strong>l suo gabinetto<br />

<strong>di</strong>partire, e nemmanco <strong>da</strong>l suo letto allontanare. Gli sopraggiunse poscia un<br />

letargo che gli fè perdere affatto i sensi, ma non molto dopo ritornando in sé

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