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La-vita-di-S.-Francesco-da-Paola-Volume - Giovani Minimi

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in alcune cose che furon poscia <strong>da</strong> lui avvertite negli anni appresso; quin<strong>di</strong> col<br />

consiglio del Binet e del Propalato che viveano con esso in Francia e col parere<br />

dello Spegno che <strong>di</strong>mostrava in Roma concepì il novello <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> mutare in<br />

alcuna parte la terza regola, e questa fu ancora approvata <strong>da</strong> Alessandro, il quale<br />

usando verso il <strong>Paola</strong>no una benignità senza esempio <strong>di</strong>è sufficiente argomento<br />

dell’alta stima, in cui si avea la sua persona.<br />

Devesi qui però porre mente a due cose; la prima, che veruno deesi<br />

maravigliare che il nostro Santo facesse tanta mutazione <strong>di</strong> regole, e favorevole<br />

gli fosse la S. Sede cotanto, perché i canoni <strong>di</strong> fede son quelli, che sono<br />

invariabili, essendo la fede, siccome sempre una, così sempre la stessa; ma le<br />

altre leggi <strong>di</strong>pendendo per lo più <strong>da</strong>lla con<strong>di</strong>zione de’ tempi, <strong>da</strong>lla qualità de’<br />

luoghi, <strong>da</strong>lla indole degli uomini, non possono essere le stesse in tutt’i luoghi, in<br />

tutt’i tempi ed appresso tutti gli uomini. Ella è quin<strong>di</strong> prudenza, non instabilità<br />

in chi, conoscendone mutati i bisogno, ne muta ezian<strong>di</strong>o i provve<strong>di</strong>menti; come<br />

quelli che sod<strong>di</strong>sfar debbono le urgenze non pure de’ presenti ma ezian<strong>di</strong>o de’<br />

futuri, il perché egli è d’uopo che con lo stesso mutare, ad<strong>di</strong>ventino poscia per<br />

tutt’i tempi durature. L’altra si è, che sebbene molti Conciljm e particolarmente<br />

il <strong>La</strong>teranense in tempo del Pontefice Innocenzo III, avessero determinato, che<br />

quando la Sede Apostolica permettesse nuova instituzione, <strong>da</strong>r si dovesse una<br />

delle antiche regole <strong>da</strong> lei approvate, nulla<strong>di</strong>meno ella, la Chiesa, in ciò <strong>di</strong>spensò<br />

il suo Beniamino <strong>Francesco</strong> col <strong>da</strong>rgli facoltà <strong>di</strong> formare regola particolare, così<br />

richiedendo il nuovo istituto de’ <strong>Minimi</strong>, che tra tutte le Religioni della Chiesa<br />

far dovea <strong>di</strong>fferenza tanto notabile nell’asprissima penitenza.<br />

Morto finalmente Alessandro VI, ed essendo a lui succeduto Pio III<br />

Sanese, col breve Pontificato <strong>di</strong> men <strong>di</strong> un mese, aprì la stra<strong>da</strong> sull’Apostolica<br />

Sede a Giulio II, <strong>da</strong>l quale ottenne <strong>Francesco</strong> confermata ed approvata la sua<br />

quarta ed ultima regola, e ne fece spe<strong>di</strong>re la Bolla che comincia: Inter caeteros a<br />

dì 28 Luglio 1505. E questa si è appuntino quella che oggi pure de’ <strong>Minimi</strong> si<br />

osserva, consistente in <strong>di</strong>eci capitoli ne’ quali si ravvisa tutto, che può

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