Geometria - Autistici
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<strong>Geometria</strong> proiettiva 167<br />
(con assiomi simili a quelli di Euclide). Per questo motivo una riformulazione rigorosa dei lavori di questi<br />
matematici in chiave odierna è spesso difficile: anche nel caso più semplice del piano proiettivo, il loro approccio<br />
assiomatico comprende anche modelli diversi da quello definito oggi (e non studiabili tramite l'→ algebra lineare).<br />
Proprietà<br />
La "retta all'infinito"<br />
Qualunque fosse la discussione sui suoi fondamenti nel XIX secolo, la geometria proiettiva includeva come una sua<br />
proprietà basilare quella dell'incidenza tra due rette qualunque nel piano: due rette distinte L e M nel piano proiettivo<br />
si intersecano sempre in esattamente un punto P. Contrariamente alla → geometria euclidea o → analitica, in quella<br />
proiettiva non esistono rette parallele. Il caso "eccezionale" delle rette parallele viene eliminato aggiungendo al<br />
piano i "punti all'infinito". Questi nuovi punti formano anch'essi una retta, detta "retta all'infinito" o "impropria", o<br />
anche "orizzonte". La teoria considera quindi la "retta all'infinito" come una retta qualsiasi, indistinta dalle altre.<br />
Lo stesso accade in dimensione più alta: lo spazio proiettivo tridimensionale è ottenuto aggiungendo il "piano<br />
all'infinito", in modo che due piani nello spazio non siano mai paralleli, ma si intersechino sempre in una retta.<br />
Semplificazione dei teoremi classici<br />
Grazie all'aggiunta dei punti all'infinito, e all'eliminazione dei fenomeni di parallelismo, molti teoremi classici<br />
assumono nella geometria proiettiva una forma più semplice, più essenziale.<br />
Ad esempio, la geometria proiettiva fornisce una descrizione breve ed elegante delle → sezioni coniche: iperbole,<br />
parabola e ellisse altro non sono che la "stessa conica" nel piano proiettivo, e le differenze fra questi tre enti<br />
dipendono soltanto da come questo oggetto interseca la retta all'infinito: l'iperbole la interseca in due punti, la<br />
parabola in uno solo, l'ellisse in nessuno.<br />
Il → teorema di Pappo ed il → teorema di Desargues sono due risultati riguardanti alcune configurazioni di rette nel<br />
piano. Ciascun teorema ha una versione proiettiva ed una euclidea. La versione proiettiva è espressa sinteticamente<br />
con un unico enunciato, mentre la euclidea necessita una trattazione differenziata per alcuni casi, a seconda della<br />
configurazione delle rette: ad esempio se una di queste è "all'infinito" si ottiene un risultato, se due sono parallele se<br />
ne ottiene un altro, etc.<br />
Applicazioni<br />
Scienze naturali<br />
Tra i non matematici che hanno studiato e usato la geometria proiettiva per modellizzare fenomeni del mondo<br />
vivente, è da menzionare il filosofo Rudolf Steiner (il quale non va confuso con il matematico svizzero Jakob<br />
Steiner, in precedenza menzionato). Tra gli studiosi che contribuirono a questo filone, ci sono Louis Locher-Ernst,<br />
Hermann von Baravalle (che studiò il potenziale pedagogico della geometria proiettiva nella scuola superiore e nei<br />
corsi per futuri docenti) e Lawrence Edwards.