Dal di fuori, purtroppo, vedo che si fa fatica a testimoniare, a dire e a raccontarebene cosa si fa, come si vive. Questo è importante, e me ne rendo conto piùadesso di quando ero dentro. Credo che bisognerebbe scriverle queste testimonianze,pubblicarle, rendersi in qualche maniera visibili per contare di più.Ora sono in questa nuova realtà, in questa nuova USL, sono capitata, per fortuna,in un periodo buono, di riorganizzazione del Servizio, un nuovo Centro di SaluteMentale è nato da poco. Un’iniziativa nata su pressione delle associazioni deifamiliari, in collaborazione col Servizio, si è fatta promotrice di un ciclo di incontrisulla salute mentale. Io sono capitata lì che era appena iniziato. L’ultimo incontrodoveva essere sull’auto aiuto e quando sono arrivata, mi sono subito inserita. Daallora - aprile maggio - è nato un gruppo di auto aiuto di familiari che si è volutofar partire all’interno del Servizio. Io e una psicologa tirocinante siamo facilitatorie promotori e cerchiamo di sganciarci da figure importanti perché devono lavorareloro. Questo lo sanno già. I familiari di questo gruppo sono qui presenti in sei sunove ed io sono felicissima che siano venuti. Insomma è un gruppo che già sta funzionandobene e mi piacerebbe anche che qualcuno dicesse qualcosa. Abbiamo ancheun volontario che è entrato nel servizio.Nel 2002 c’è in programma un altro ciclo di incontri, sempre da parte del Servizio,alcuni dei quali dedicati all’auto aiuto e spero che possa nascere qualcosa ancheper gli utenti.Se qualcuno di voi familiari se la sente di venire a dire qualcosa, sarei moltocontenta. Grazie.RENATO MOIOGruppo di auto aiuto familiari, Thiene, VicenzaIo faccio parte del gruppo di auto aiuto come familiare, perché ho dei problemiabbastanza pesanti in casa e per qualche anno non sono riuscito a capire mia figliache aveva un problema depressivo che si acuiva con il tempo. Noi, in casa, sidava poco peso a questo disturbo, anche se avevamo cercato degli psichiatri e avevamocercato di farle fare delle cure psicoterapiche. Però il problema che mi hamesso fortemente a disagio e mi ha distrutto completamente è stato quando unanotte mi hanno chiamato perché mia figlia aveva fatto un atto inconsulto ed era stataricoverata in rianimazione nell’ospedale di Padova.Da quel momento ho cominciato a capire che i problemi che riguardano la sferadel disagio psichico in queste particolari situazioni sono delle cose veramentegravi, sono cose che non vengono capite o vengono poco capite dalle persone.Vengono capite poco anche da tutte le persone che aveva vicino. Ad un certo puntomi sono accorto che mia figlia si isolava e mi diceva “Io non ho più amici, io nonho più voglia di vivere”. Io mi sono trovato veramente a disagio, però non sonoriuscito a capirlo che cos’era questo disagio psichico, perché se uno non lo vive inprima persona, anche il familiare non ha la sensazione di cosa possa essere. Questidisturbi che buttano l’autostima a zero e che portano la persona ad annullarsi com-101
pletamente in tutte le sue realtà, mettendo in crisi la famiglia in modo totale cheverrebbe veramente voglia di farla finita. Dico questo, perché in certi momenti mi èvenuto anche questo pensiero.Io ho partecipato quest’anno agli incontri organizzati dall’USL di caratteregenerale sul disagio psichico. Poi, per capirne di più e per cercare di vivere meglioio per poter aiutare meglio mia figlia mi sono presentato al gruppo di auto aiuto chela dottoressa Marangon ha messo assieme e lì ci troviamo in una decina di familiari.Chiaramente, chi viene a questo gruppo ha problemi di una certa gravità.All’inizio c’è stato un incontro dove si sono presentate una quarantina di personeinteressate a questi problemi, però poi chi ha problemi gravi si presenta regolarmentee ne discute. Chi invece il problema lo sente, però magari è un problema unpo’ più leggero che non colpisce così forte come delle situazioni maggiori o dischizofrenia o di cose gravi a questo livello, non si fanno vedere o non vengono.Comunque il nostro gruppo attualmente, dopo alcuni mesi che ci troviamo, èabbastanza compatto. Ci troviamo tutte le settimane regolarmente almeno per unpaio di ore e qualche volta anche di più. All’interno del gruppo ho cominciato a capirecome devo comportarmi, come migliorare il mio comportamento a casa, quandosono in famiglia, soprattutto per aiutare mia figlia, perché per tanto tempo nonho capito il suo problema Spesso ero in contrasto quando lei aveva le crisi più profondee io non le capivo e allora mi agitavo un po’ e comunque mi mettevo in contrastoe l’atmosfera familiare era piuttosto degradata. Adesso, da un po’ di tempo,la situazione è migliorata, io mi sono più tranquillizzato, cerco di dare l’aiuto cheposso cercando di capire la figlia molto meglio di prima e qualche risultato c’è. Infattimentre prima mia figlia quasi non mi parlava, adesso mi viene a chiedere, miparla ed è ricominciato un rapporto che prima non c’era. Certo, non posso dire chela situazione sia risolta, però, per quanto io sto vedendo, la situazione si sta mettendoin un binario che dovrebbe portarci ad una situazione mia e dei miei familiarisicuramente migliore.RENZO DE STEFANIServizio di salute mentale, TrentoDue parole per ricordare a chi non lo conosce chi è Giuseppe Lumia, l’altroospite “importante” assieme ad Arturo Paoli.Giuseppe Lumia è un parlamentare, ma è nato nel mondo del volontariato e,negli anni ‘90, è stato presidente del consorzio che lega tutte le associazioni di volontariatoitaliane che si chiama MOVI.Ma la cosa che più ci interessa di sapere per collocare il personaggio è che,nella scorsa legislatura, è stato il relatore del DPR del novembre ‘99 ‘Progetto o-biettivo per la tutela della salute mentale’ che penso che molti di voi conoscono eche traccia quelle che dovrebbero essere le linee guida per tutti i nostri Servizi disalute mentale. Una legge dello Stato italiano estremamente bella, forte e significativache, se fosse attuata anche solo al 51% rivoluzionerebbe molto nella attuale102
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