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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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BRUNA CIMENTIComitato Italiano per il Reinserimento Sociale, GenovaIo riporterò la lettura fedelmente. La lettera l’ho scritta io sotto dettatura. Katiaci teneva tantissimo ad essere qua oggi, perché era veramente motivata di dare lasua esperienza diretta.Mi chiamo Katia ed ho 28 anni. Non sono potuta venire di persona al Convegnoper impegni di lavoro, ma ho deciso di scrivere due righe con l’educatrice delballo.Ho deciso di dare il mio contributo per far capire quanto mi sia stato utile starein una casa alloggio e per raccontare le difficoltà nei rapporti con le altre ragazze,con gli educatori e con gli operatori.Ho fatto un percorso di tre anni, perché ho avuto problemi di insicurezze sume stessa e sulla mia famiglia ed il periodo trascorso al CIRS mi ha aiutata ad usciredal mio guscio.Quando sono entrata avevo necessità di crescere e di vedere quanto potevo tirarefuori di me stando al di fuori della famiglia. Ho avuto problemi di anoressia,malattia che è durata per sette anni, causata da una non stima di me.Dopo i tre anni in Comunità ho iniziato una vita più o meno autonoma.Nel periodo in cui vivevo lì, ho conosciuto molte persone che mi hanno spronataaffinché capissi quanto è importante volersi bene.Oggi ho una vita, un lavoro e mi sono resa conto che i troppi problemi, la miachiusura, mi avevano impedito di godere del piacere delle relazioni con gli altri.Ora posso dire di essere cresciuta, anche se ho un’altra strada da percorrere: devoimparare a non credere a quello che gli altri dicono, magari in modo maligno, madevo considerare di più ciò che penso io, quello che sono, parlando con la gente,non urlando, scoprendo che ogni giorno ritrovo qualcosa di me. Per esempio il miocorpo. Sono diventata più femminile grazie a Bruna, al corso di ballo e ad una amicache ho conosciuto nel soggiorno in Alloggio e che per me era come una sorella,ci prendevamo cura una dell’altra. Oggi il nostro rapporto non è più morboso, masempre molto importante. Ho scoperto di saper fare molte cose che non credevo: hoimparato a ballare, a suonare la chitarra, a fare lavori di manualità, riconoscendomidelle capacità, realizzando di saper esprimere la mia arte.Ringrazio di essere stata aiutata dagli altri educatori, ai quali voglio molto bene,perché mi hanno insegnato cose importanti, a parlare nei colloqui di lavoro, intutte le piccole e grandi cose della vita quotidiana.Sì, la sofferenza è sofferenza, ma la vita ha tantissime cose belle e positive.Uscire da un tunnel che ti possiede solo perché eri tu a volerlo, perché avevipaura di non riuscire a vivere ancora con tanta pena dentro, è stato come nascereper la seconda volta. E ci si riesce cercando di essere più sicuri di sé. Ho scopertoche tutte le persone hanno paura, anche quelle che non hanno avuto problemi, quelle‘normali’. E per questo ora mi sento bene, e non mi giudico più anormale.Bisogna tirare fuori la grinta, anche quando è difficile, affidandoci alle cure,perché è il più bel regalo che ci possiamo fare.Esistiamo anche noi, ed ora dobbiamo dimostrarlo.Raccontato da Katia, con orgoglio.156

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