domestiche. Questo però si alterna a momenti in cui gli operatori sembrano doverassumere un ruolo più energico che quasi si sostituisce alla delega che l’ospite pone.Il traguardo verso l’autonomia, infatti, ha un costante bisogno di stimoli daparte degli operatori per coinvolgere ogni giorno gli ospiti nelle mansioni domestiche,quali la preparazione del pranzo e della cena, le pulizie delle proprie stanze edei luoghi comuni della convivenza. Il tempo libero è autogestito, ma non mancanole uscite domenicali e infrasettimanali, nelle quali si ritrova sempre il piacere distare insieme. Presto, comunque, alcune delle casette hanno raggiunto un livello diautogestione. Qualcuna è diventata proprio casa di qualcuno e si è caratterizzataprogressivamente come luogo dove il ruolo dello staff misto è diventato irrilevante.Nel territorio genovese, proprio vicino ad una delle casette, sono stati promossialcuni gruppi di auto aiuto, ad esempio, il gruppo ET telefono casa per chi necessitadi reperire un alloggio e per chi l’alloggio già ce l’ha, ma è solo e vorrebbecondividerlo. È nato poi il gruppo Giovani in cerca di lavoro, dove le persone possonoaffrontare e, possibilmente, risolvere le problematiche relative all’inserimentolavorativo. Infine abbiamo un gruppo di auto aiuto per familiari ed uno per donneche condividono problematiche femminili.PAOLA OLIVIERIGruppo auto-aiuto “Donne in evoluzione”, Genova-BolzanetoBuona sera a tutti, sono Paola. Se l’argomento di questo incontro è ‘ritrovarele parole’ per dirci cosa fare insieme, noi utenti e gli operatori del Servizio di salutementale, sarebbe bello anche ricordare ciò che abbiamo fatto insieme anche nelpassato, in quei momenti così difficili in cui nemmeno trovavamo le parole per e-sprimerci, e neppure i luoghi. In quei momenti in cui avevamo l’impressione chenessuno volesse ascoltarci e non ci fosse nessun posto dove parlare.A volte il fare insieme spaventa anche un po’. A volte si ha paura che gli altriinsieme possano fare qualcosa contro di noi, invece che per noi e con noi.Il rapporto con mio marito è sempre stato molto difficile. Neppure la nostrapartecipazione al Club degli alcolisti in trattamento serviva ad allentare le tensionie a promuovere cambiamenti positivi. Daniele, mio figlio, ne soffriva. Il Consultorioed il Servizio per i minori ci aveva affiancato alcuni educatori che, a turno, a-vrebbero dovuto aiutarlo nei compiti. Invece le cose andavano sempre peggio. Alcunieducatori credevano e ci facevano pesare di essere i genitori più bravi e capacie questo mi faceva soffrire sempre di più . È stato a questo punto che mi sono apertae mi sono confidata fino in fondo con alcuni operatori del Centro di salute mentale,dove sono conosciuta per un disturbo depressivo. Ci siamo accordati perché ilServizio di salute mentale si desse da fare per riunire intorno ad un tavolo gli operatoridel Consultorio familiare, i volontari del Centro di ascolto della parrocchia,le insegnanti delle scuole elementari, una volontaria della Comunità ‘Papa GiovanniXXIII’ e non so chi altri potessero aiutarci in quel tempo.133
Da quel momento sono accadute molte cose, alcune belle ed alcune brutte. Mihanno messo a disposizione una ragazza che davvero facesse le ripetizioni a miofiglio e che non stesse sempre a dire quanto era madre migliore di me. Mi sono legalmenteseparata da mio marito. La casa ed il bambino - che è un bellissimo ragazzo- sono state affidate a me.Frequento un gruppo neocatecumenale, con il quale sto facendo un percorso spiritualeimportante. In Cristo sto ritrovando la mia dignità di persona. Certo, sono passatialcuni anni ed alcuni sono stati anche peggiori di quando ero con mio marito. Cisono stati momenti in cui mi sono sentita tradita da tutti, in cui mi sembrava che dellamia vita e di quella di mio figlio non importasse niente a nessuno, ma poi piano piano,con la fatica ed il sacrificio di tutti, ma soprattutto mio e di mio figlio, le cose sonofinalmente cambiate in meglio. Allora, quel mettersi insieme, quel mettersi ingruppo con i servizi pubblici ed i volontari di allora, è servito, visto che mio figlio stacrescendo con dei veri valori. Adesso io stessa partecipo al gruppo di auto aiuto‘Donne in evoluzione’ e sono sicura che, per qualcuna di noi, il nostro stare insieme,il nostro raccontarci come sono andate le nostre cose, possa davvero servire. Spessocolgo con gioia e libertà le altre opportunità offerte dal Centro di salute mentale, comela piscina, il mare, le gite, il corso di computer, il gruppo casa.Insomma, ho giusto ritrovato le parole e la speranza di andare avanti. Grazie.GIULIA PIROLAAssociazione “Piccoli passi per”, BergamoBuona sera, mi chiamo Giulia e sono membro dell’Associazione familiari evolontari per la salute mentale. L’associazione è promossa da noi familiari. Comevedete, sono qua sola, non c’è nessun operatore delle strutture sanitarie specifiche,perché siamo soli. Purtroppo cerchiamo uno spazio nelle strutture sanitarie di Bergamo.Con queste strutture, pur vivendo a volte situazioni conflittuali, cerchiamocomunque di costruire rapporti positivi e costruttivi.“Piccoli passi per” è formato da familiari di malati psichici, da volontari e dapersone sensibili al problema del disagio mentale. È nata nel 1996 dall’esigenza diaffrontare insieme le difficoltà, spesso molto gravi, che, pur nella differenza dellestorie personali, accomunano i malati e i loro familiari. La nostra associazione, daalcuni anni, ha costituito un gruppo di auto mutuo aiuto per familiari. Nel nostrogruppo si ritrovano familiari o amici di persone con problemi psichici per affrontareinsieme le situazioni difficili attraverso un reciproco sostegno, così da impararea convivere nel modo migliore con la dolorosa realtà della malattia mentale.Riporto delle testimonianze che mi sembra possano essere il frutto di situazionivere, talmente vere che ci fanno sentire partecipi.“Nel gruppo io mi sento veramente a casa mia. Mi trovo fra pari, persone chemi capiscono e che io capisco. Mi sento accolta ed accettata. Qui posso essere mestessa, togliere le mie maschere e perciò raccogliere quella serenità che ti permettedi andare avanti”.134
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EVELINA MONTONEIl Giallosole, Chiva
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MARIA GRAZIA BALCISERIGruppo Appart
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arriva da molto lontano, con la spe
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