AURORAFamiglia accogliente, VeronaMario all’età di undici anni è stato messo in ospedale psichiatrico e lui è vissutosempre lì, fino quasi all’età di 60 anni. Poi ha conosciuto questa nostra realtà. Cisono 18 campi, 5.500 m 2 di terra, e la coltiva anche lui. Noi siamo confinanti conl’Ospedale psichiatrico di Marzana. Mario parte alla mattina alle sette o anche allesei, arriva, ci suona il campanello e sta tutto il giorno con noi fino alla sera quandotorna a dormire a Marzana. Fa colazione, pranzo e cena con noi ormai da cinqueanni. Per lui siamo la famiglia, siamo l’amore, siamo il calore. Lui ha dei familiariche l’hanno lasciato dentro l’ospedale e non si sono quasi mai interessati. In questi5 anni ha fatto un cambiamento enorme. Prima non parlava, adesso dialoga anchetroppo, racconta tutto, dobbiamo dirgli “stai zitto”. Gli diamo qualsiasi responsabilitàe lui la porta a termine molto meglio di noi. Che dire, è eccezionale! Pensavamodi portarlo con noi, oggi, perché è veramente una persona che merita solo amore.Peccato che abbia fatto tutti quegli anni in un ospedale del genere. Gli mancal’istruzione, però è intelligentissimo, sa dei politici, sa i nomi di tutti i medici, satutto. Guarda la televisione, ci racconta, fa finta di leggere il giornale, risponde altelefono e ci riporta tutto. Tutte cose che prima non faceva.RENZO ZOCCAFondazione L’Ancora, VeronaUna mattina, dopo la Messa, vengono da me Aurora e Claudio e mi dicono“Noi vorremmo metterci a disposizione per questa tenuta”. Tenete presente che aVerona era stato appena eletto il presidente della Provincia che io conoscevo, perchéavevo battezzato i suoi bambini. L’ho invitato a cena e gli ho detto: “Non ti hovotato, però sono contento che sei stato eletto”. Lui mi dice: “Cosa vuoi?”. Io avevoin mente questa cosa. “Aurora e Claudio, una famiglia normalissima con duefigli di 25 anni e di 17, mi hanno detto che vorrebbero mettere a disposizione la lorovita anche ad altre persone”.Non vi dico le difficoltà che abbiamo avuto, ma alla fine ci hanno dato questi18 campi. Era un insieme di edera e di spine, una roba brutta, brutta. Quando siamoentrati, grazie a Mario e ad altre quattro o cinque persone, che vivevano nella strada,barboni, abbiamo dissodato tutto il terreno. Queste persone, quando hanno trovatouna famiglia che vive normalmente, che si comporta normalmente con loro,ebbene queste persone sono cambiate da così a così. Certo, con tante difficoltà, però,se guardiamo il risultato...Nel maggio scorso abbiamo chiesto alla Fondazione Cassa di Risparmio mezzomiliardo per mettere a posto due case della provincia. Ce li hanno dati e noi liabbiamo intestati alla Provincia, sempre per un discorso di collaborazione tra pubblicoe privato.25
Quando siamo arrivati all’inaugurazione, i campi si erano trasformati in ungiardino. Abbiamo fatto anche un orto officinale con 350 specie di piante. Io misono veramente commosso. Dico grazie al Presidente, al Vicepresidente, alle personeche vi hanno lavorato, ma soprattutto grazie a questa famiglia chiamata dalSignore. Loro mi dicono che non potranno più andare via da Marzana, perché questisono i loro affetti: Marco e Marianna - i loro figli - ma anche Mario, Gabriele, etutti gli altri.Noi abbiamo visto - grazie anche a Claudio che ci ha accompagnati e seguiti -come sia possibile, con delle persone normalissime, poter creare una rete di personeche diventano migliori di noi.Non voglio essere lungo. Siccome - come diceva anche Claudio - noi ci occupiamo,oltre ai problemi psichici, anche di altre problematiche come i bambini e leragazze madri, la nostra utopia è quella di scoprire altre famiglie disposte a collaborarecon il pubblico ed il privato. Io credo che potremo produrre delle cose veramentebelle e grandi.Non so qui a Trento, ma a Verona la Chiesa ha ancora tanto potere, non tantoa livello economico, quanto a livello di coscienze. Se anziché fare tante altre sciocchezze,come stiamo facendo, ci mettessimo in questo campo, penso che la Chiesasarebbe molto più credibile e potremmo portare veramente un apporto decisivo aqueste persone.Termino dicendovi che, se passate dalle nostre parti, sul nostro capannone potreteleggere questa scritta: “Nessuno è così povero da non poter dare, nessuno ècosì ricco da non dover ricevere”. E questo è anche il nostro motto. Se io chiedo aClaudio e ad Aurora: “Avete più dato o più ricevuto da Mario?”. Senz’altro mi rispondono:“Abbiamo più ricevuto”.EZIOPalermoBuonasera a tutti. Mi chiamo Ezio e vengo da Palermo. Mi sono ammalato dischizofrenia a 22 anni. Poi, col tempo, mi hanno dato un lavoro come palafrenieree lavoravo tranquillamente. Il medico mi ha diminuito pure i farmaci. Ora la borsalavoro è finita e non so più che cosa fare. Passo le giornate a letto, perché non honessun entusiasmo, di niente. Penso a tutti, dobbiamo aiutarci l’un con l’altro. Imedici e gli infermieri devono essere sensibilissimi. Ho trovato un infermiere cheha fatto un gesto volgare. L’ho detto al caposala e mi ha detto che non ci possonofare niente. Mi hanno legato e questa è una cosa brutta. Gli ospedali non sono efficienti,sono antiquati, sembrano delle gabbie di leoni. Io dico che se fossero piùsensibili e ci aiutassero, sarebbe la migliore cosa. Vi ringrazio tutti e vi saluto.26
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