gratificante e motivante per la crescita dell’autostima da parte delle utenti, ed ancheper un loro utilizzo nell’ambito lavorativo.Il Centro accoglie soggetti che presentano difficoltà relazionali o comportamentali,derivanti da vissuti di disagio sociale o da patologie psichiche in divenire.È indirizzato a giovani, maschi e femmine, dai 18 ai 35 anni, segnalati dai Distretti,dai Dipartimenti di Salute Mentale, dai Poli giovani. Per evitare che si forminogruppi chiusi, partecipano alle attività anche dei volontari, che sono interessatiall’attività svolta e desiderano condividere questa esperienza di apprendimentocon persone in difficoltà.Ad oggi sono attivati corsi di: Chitarra; Ballo latino americano; Drammatizzazione;Laboratorio di manualità, che comprende l’insegnamento di più disciplinequali cartonage, decoupage, stencil, manifattura di candele, oggettistica realizzatacon la pasta al sale, e composizioni realizzate con fiori secchi.Una cosa importante è che, avendo una collaborazione in rete con altre associazionigenovesi, noi abbiamo avuto la possibilità di partecipare a due grandi Fiereche vengono fatte a Genova a Natale e nel mese di giugno. In queste manifestazioninoi possiamo avere uno stand, quindi uno spazio nostro, dove gli oggetti che leragazze fabbricano vengono venduti sotto forma di offerta. Quindi è un modo perautofinanziarci, ma soprattutto – e secondo me è la cosa più importante - è un modoper dare la giusta gratificazione al lavoro che loro fanno. Io non posso descrivervia parole gli sguardi che hanno nel momento in cui vedono un estraneo checompra le loro cose.Prima di lasciare la parola al mio collega, volevo comunicarvi una mia esperienzacome insegnante di ballo latino americano. Il movimento corporeoall’interno del nostro corso è finalizzato all’espressione di sé ed è un modo per offrirealle utenti la possibilità di riabitare il proprio corpo. Abbiamo sentito parlare,nella tematica di ieri, di riabitare uno spazio, di riabitare dei luoghi, però è importanteche spingiamo queste persone a riabitare il proprio corpo, altrimenti nessunospazio esterno sarà veramente loro. Ovviamente questo le aiuterà ad imparare adascoltare il proprio corpo e quindi ad acquisire una consapevolezza del loro spaiointerno, ma al tempo stesso anche di quello esterno.STEFANO ROBELLOComitato Italiano per il Reinserimento Sociale, GenovaBuon giorno, mi chiamo Stefano Robello e lavoro come educatore-conduttoreper una delle attività progettate all’interno del centro riabilitativo-formativo pressoil CIRS di Genova. Nello specifico mi occupo della conduzione del corso di chitarra.Negli anni abbiamo avuto modo di relazionarci con molti utenti, alcuni deiquali sono in continuo contatto, altri invece si sono persi, ma tutti con lo stesso desiderioe bisogno di autonomia.In questa sede vorrei sottolineare l’esigenza, da parte di noi operatori, di renderciconto di quanto l’indipendenza e la buona riuscita dei progetti personali delle153
utenti, siano andate negli anni mantenendosi costanti. Nella nostra esperienza, isoggetti considerati, concluso il periodo di tre anni all’interno dell’alloggio donne,sono stati dimessi in apparente situazione di autonomia, ma, nel corso del tempo, cisiamo resi conto delle grosse difficoltà di mantenere con costanza le abilità di gestionerecuperate attraverso il percorso fatto con noi. Infatti, il tema che pare ricorrente,dopo un primo periodo di ristabilizzazione delle utenti, è quello della solitudine,che le paralizza, mette in crisi le relazioni acquisite in precedenza con il mondodel lavoro e, non ultimo, con le persone conosciute fino a quel momento.I dati, sostengono l’ipotesi che tale situazione si verifichi in prevalenza nelleutenti che sono state rifiutate dai familiari, i quali non sono disposti a mantenere unrapporto costante con esse, temendo di investire affettivamente, oppure sono venutia mancare, o si sono trasferiti in altre città. Sovente, sono le stesse utenti a crearsifantasie sulle proprie relazioni con i familiari, fantasie che, quasi sempre, vengonodistrutte. In questo quadro piuttosto deludente, abbiamo inoltre rilevato che le possibilitàdi riuscita sono maggiori nelle giovani donne, e decisamente inferiori nelledonne d’età medio alta.A questo punto, vorrei presentare l’esperienza di una ragazza di nome Katiache ha portato a termine brillantemente il percorso riabilitativo, della durata di treanni all’interno dell’Alloggio donna, e che riunifica il significato collaborativo cheunisce tale struttura al Centro riabilitativo-formativo.Ritengo sia utile presentare un caso positivo di fronte, ahimè, a molte altre situazioniche, purtroppo, per i motivi già esposti non si risolvono adeguatamente.Ciò potrebbe, per noi, essere occasione sia di riflessione che speranza.Katia, sette anni fa, ebbe un ricovero in SPDC, a causa di un tentativo di suicidio,il terzo in breve tempo.Le motivazioni di tali agiti autolesivi, a detta dei suoi operatori sanitari, siconfiguravano in un disturbo della personalità correlato a episodi anoressiformi.Successivamente, la ragazza fu assegnata ad una comunità terapeutica ed infine,come anello successivo della catena riabilitativa, entrò nella nostra comunità.Katia è stata dimessa nel febbraio scorso, dopo un percorso svolto con pienamotivazione e una certa autonomia. Oggi vive in una casa in affitto, condivisa constudenti universitari, in un quartiere periferico, ma non degradato, della nostra città.Mantiene il suo lavoro, da oltre tre anni, continua ad avere contatti con gli operatorisanitari, con gli educatori dell’alloggio - che frequenta tutt’ora - e possiede un discretavita sentimentale e un’attiva vita sociale.In merito al percorso che Katia ha svolto nell’acquisizione di una completa autonomia,vorrei soffermarmi a riflettere sull’ importanza che ha avuto la sua partecipazionealle attività ricreative organizzate dal CIRS.Nel corso dei tre anni la ragazza ha partecipato costantemente ai corsi mostrandoun progressivo interesse proporzionale al suo percorso di crescita personale.Sono lieto di constatare, dopo questo lungo periodo, che Katia, grazie alle nostresollecitazioni, abbia potuto familiarizzare con una nuova forma di comunicazione,un tramite espressivo che è molto forte in lei e che sicuramente l’ha aiutata el’aiuterà a conoscersi meglio e a dar voce ad una propria emotività.154
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