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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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ANTONIO PEL<strong>LE</strong>GRINO“Tam Tam”, TorinoMi chiamo Antonio Pellegrino, vengo da Torino ed il nostro giornale si chiama“Tam Tam”. Volevo tornare un po’ al discorso iniziale. Anch’io sono allergicoalla parola coordinamento, perché presuppone delle azioni, una direzione, un obiettivoe non so se è quello che vogliamo tutti noi che siamo qui. Sarei più per un nomeche riporti a parole come informazione, incontro, rete, scambio, o qualcosa delgenere, perché tanto ognuno manterrà la sua identità, ognuno farà il giornale comepreferisce farlo, ognuno penserà che il suo è più bello di tutti, ed è bello così, secondome. Dopodiché è giusto che ci sia uno scambio delle esperienze, delle informazionie ci possa essere una rete delle redazioni in modo tale da poter fare questiincontri un po’ ovunque. Poi sul simbolo va bene qualsiasi cosa, perché non èfondamentale. Vorrei aggiungere solo una cosa. Se effettivamente questi incontridevono essere incontri di scambio e di informazione, forse le dotte disquisizioninon ci servono tanto.NICOLA CRISTINI“Centro pagina”, Schignano, PratoMi chiamo Nicola Cristini e rappresento “Centro Pagina”, il giornalino, giornale,rivista - che dir si voglia - di Schignano in provincia di Prato. Mi vorrei attenereal soggetto, non al simbolo. Ecco, anch’io non sono d’accordo sul coordinamento,perché non lo vedo bene. Piuttosto - i nostri - li chiamerei incontri, perchéabbiamo già un archivio, come ci ha riferito la dottoressa Zaccardi, abbiamo “LaDalia” alla quale ognuno di noi, ogni redazione può mandare gli articoli più significativiche ritiene opportuno mandare. Io farei più volentieri degli incontri organizzatida una redazione che se lo può permettere, tipo Liberalamente, che ha tanterisorse. Noi non abbiamo manco il computer. Questa è un’altra cosa da dire: noisiamo soci della Cooperativa Alice di Prato, che gestisce un Centro diurno e unaCasa famiglia della ASL 4 di Prato. Può darsi che sia l’unico tra tutti voi ad apparteneread una Cooperativa che gestisce completamente un servizio di una ASL.Siccome la nostra cooperativa non ha tanti soldi, il nostro giornalino lo stampo conil computer che ho a casa. Quello vecchio che avevamo si è rotto ed ora la CarlaCappelli della redazione di “Spiragli”, che conosce qualcuno alla Regione Toscana,mi ha fatto fare una domanda per avere un computer “disabilitato”, così si chiamanoquelli messi in disuso da un ente. Dicevo, vedo l’incontro organizzato da unaredazione, da un gruppo di redazioni, oppure, chi avrà le idee giuste per organizzareun incontro, chiederà l’aiuto a tutte le altre redazioni, dicendo: “Ci date una manoad organizzare il prossimo incontro?”. Questa può essere un’idea.Per quanto riguarda le parole - come ci ha detto Leonardo - sono rimasto perplesso.Io il pane lo chiamo “pane” e lo vorrei ancora chiamare pane. Non ho capitobene perché trovare parole nuove a degli oggetti, a delle sensazioni. Magari unpoeta si formerà in quel senso là, in quella direzione là.61

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