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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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Il nostro piccolo repertorio è costituito da due spettacoli: il primo ha come temala solitudine, la sofferenza, l’angoscia; il secondo spettacolo è avvenuto in occasionedi una manifestazione organizzata dal Comune di Chivasso, “100 stradeper giocare”, rivolto ad un pubblico di bambini accompagnati dai genitori. Per questospettacolo abbiamo fatto un collage di fiabe, quasi tutte modificate da noi, acontenuto allegro, divertente ed educativo. Ci siamo così permessi di esprimerci inun modo più divertente e gioioso, nonostante i contenuti fossero comunque per noiimportanti.Ad essere sinceri, le due rappresentazioni hanno riscosso un buon successo,ciò ci ha incoraggiato a fare dei progetti e siamo intenzionati a costruire un repertoriodi spettacoli teatrali da esibire all’esterno del circuito della psichiatria come unvero gruppo teatrale.Il gruppo ha iniziato ad incontrarsi una volta alla settimana per due ore in unlocale del Centro di Salute Mentale. Inizialmente era costituito da 3 volontari, 4operatori e 4 utenti tutti non professionisti. Solo una persona aveva esperienza diteatro.Qualche settimana prima del nostro primo spettacolo - dicembre 2000 - abbiamo,ovviamente, intensificato gli incontri. Attualmente il gruppo si è modificatoed allargato accogliendo nuovi partecipanti. Abbiamo, inoltre, deciso di darci unnuovo spazio per gli incontri, uno spazio esterno al Centro di Salute Mentale percominciare a definirci come un gruppo autonomo nei confronti degli aspetti strettamentepsichiatrici e dare una connotazione di apertura al sociale con un progetto.È stato così individuato un luogo di ritrovo con caratteristiche simili al nostro progetto.Si tratta della sede di un agriturismo in collina aperta al pubblico, che ha giàospitato dei gruppi teatrali, esterni al mondo psichiatrico, dando loro lo spazio peresprimersi.L’ospitalità e l’accoglienza del gestore e di tutto il personale dell’agriturismosono state incondizionate, concedendoci anche generose merende. Abbiamo a disposizioneampi locali per i nostri incontri e per le prove. Abbiamo finalmente decisodi darci un nome: “Salotto con ghiaia”.Il gruppo, pur avendo orari, tempi e luoghi ben definiti e precisi, non è restrittivorispetto all’accoglienza e ai contenuti. Qualcuno si è inserito condividendo ilprogetto e dicendo di farne parte. Altri hanno partecipato o partecipano solo occasionalmentesenza finalità di recitare, ma usando il gruppo come spazio per esprimereil proprio momento di sofferenza.La nostra modalità di rappresentazione è caratterizzata dall’espressione deicontenuti non verbalmente, ma attraverso i movimenti del corpo, nell’utilizzo dellamimica facciale. La nostra voce fuori campo legge la storia ed il resto del gruppo laesprime. Ogni attore ha così la possibilità di interpretarla secondo le proprie emozionidel momento, perché non è vincolata da un copione strutturato, da imparare amemoria. Sono i nostri movimenti che raccontano e ci raccontano, non la nostravoce. Per questo motivo, pur mantenendo stabile la storia da raccontare, può variareil, modo di esprimerla a seconda delle emozioni e dello stato d’animo e tradottedai movimenti della mimica.140

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