ANDREA DI GIULICentro diurno “Il Tulipano”, Legnago, VeronaBuonasera, mi chiamo Andrea e sono un utente del Centro diurno ‘Il Tulipano’di Legnago. Confermo ciò che ha detto Melissa e cioè che le attività del Centrodiurno ‘Il Tulipano’, alle quali io partecipo, sono estremamente importanti per lepersone che soffrono di depressione. Voglio dire che, almeno per quanto riguardala mia esperienza personale e di chi mi circonda in questo periodo, mentrel’individuo in salute fisica e psichica, ben inserito nella società gode di una serie diamicizie e di rapporti interpersonali, tutto questo sparisce immediatamente quandoil medesimo individuo si trova in uno stato di esaurimento nervoso.Diciamo che finché una persona ha tanto da dare agli altri è ricco di amici, maquando la stessa persona attraversa un periodo di sofferenza psichica per i più svariatimotivi e si chiude in se stessa o diviene malinconica e trascurata nell’aspetto,questi amici spariscono al 99%. Il soggetto si ritrova quindi da solo con la propriacrisi depressiva, spesso incapace di chiedere il benché minimo aiuto.È in questo momento di solitudine e di isolamento che le attività ed il gruppostesso del Centro diurno divengono di primaria importanza: un ponte con la vitache è sfuggita di mano.Parlo dell’attività sportiva che nel nostro caso è rappresentata dalla pallavolo:la nostra squadra è un gruppo unito e vivace e la partecipazione a questo gruppo cidistoglie dai pensieri negativi generati dal periodo buio, e nello stesso tempo, ci riportaad una dimensione umana.Dicono che la sofferenza mentale trascorsa in solitudine sia alienante. I gruppidel Centro diurno come ‘Penso positivo’, il commento ai film che si vedono assieme,la discussione degli articoli del giornale che si legge assieme, riportanol’individuo a credere nella vita. Questo si verifica anche grazie all’incontro conpersone che hanno già superato i periodi critici, ma ugualmente, di tanto in tanto,sono presenti al Centro.Credo sia un grande sollievo per una persona sofferente di ansia, paranoia oaltro, parlare con qualcuno che ha già superato questi brutti momenti. Tanto confortoe sicurezza arrivano dalle operatrici e dal medico che sono disponibili al dialogodiretto, senza camici o barriere, in un periodo in cui, come ho già detto, i rapportiinterpersonali erano frantumati. in sostanza, appena uscito dal Reparto di Psichiatria,mi sentivo un ‘alieno’; dopo quattro mesi di partecipazione alle attività delCentro, ho ripreso ad avere una dimensione positiva e ottimistica della vita.Non ho altro da dire. Sono felice di aver conosciuto il Centro di salute mentaledi Legnago.113
CLAUDIA PERTUSICentro Psico Sociale, Rozzano, MilanoMi presento. Sono Claudia Pertusi, sono assistente sociale al Centro Psico Socialedi Rozzano. L’anno scorso eravamo in due: il maestro di tennis Luca Forestied io a presentare questa esperienza del Tennis a Rozzano. Quest’anno ci siamomoltiplicati e siamo qui in sette. Insieme a noi sono presenti quattro familiaridell’associazione ASVAP 39 di Rozzano e un’allieva del corso di tennis che ha anchepartecipato allo stage a Fai della Paganella, nel mese di giugno, e che fa partedi un gruppo di auto aiuto in collaborazione con noi del Centro Psico Sociale.Un anno fa abbiamo presentato l’attività del tennis per disabili psichici el’avevamo titolata ‘I gesti ritrovati’ in sintonia con il titolo del Convegno. Questaesperienza era il frutto di un lavoro di rete iniziato diversi anni prima in collaborazionecon le associazioni di volontariato, con l’amministrazione comunale, le parrocchiee molte altre agenzie presenti sul territorio di Rozzano.Il lavoro, quest’anno, si è allargato ed è diventato un progetto preciso che oggiè in una fase di realizzazione. Il nome di questo progetto è ‘Sliding Doors’, cioèporte aperte o porte girevoli, perché desideriamo che la città apra le sue porte allasalute mentale. L’obiettivo del progetto è quello di costituire una consulta stabileper la salute mentale sull’esempio di altre città come, appunto, Trento. Il progetto ènato in seno al Centro Psico Sociale di Rozzano con l’appoggio del Dipartimentodi salute mentale dell’Azienda S. Paolo, da cui dipendiamo, in collaborazione conl’associazione dei familiari ASVAP 39 e con l’Amministrazione comunale di Rozzanoche ha accettato di assumere la regia di questo progetto.Lo schema che vi presento riproduce sinteticamente l’organizzazione del lavoroche ha portato nell’arco di un anno e mezzo ai suoi primi risultati. In un primomomento abbiamo avuto dei contatti preliminari con enti ed associazioni presentisul territorio. Poi abbiamo fatto degli incontri mirati per settori. Poi sono stati stipulatidegli accordi preliminari con il Comune che hanno portato nell’aprile del2001 ad una conferenza di servizi nella sede comunale. A questa conferenza sonoseguiti altri contatti e scambi tra i partecipanti che sono sfociati in un altro incontroallargato nel giugno del 2001, sempre in Comune, per fare il punto della situazione.Questo secondo incontro allargato ha portato alla costituzione di quattro tavoli dilavoro separati: uno sulla residenzialità, uno sul lavoro uno sul tempo libero e unosulla comunicazione e sulla formazione.Attualmente stanno avvenendo degli incontri separati delle commissioni chehanno il compito di portare avanti dei progetti da realizzare sul territorio di Rozzano.Non entro ovviamente nel merito del lavoro dei singoli tavoli per motivi ditempo, però vi posso dire che ogni commissione lavora per obiettivi e con un approcciomolto pragmatico, perché lo scopo è proprio quello di creare cose concreteche siano utili per favorire la salute mentale non solo in chi soffre di un disagiopsichico, ma anche in chi sta bene o sta benino.Un’altra novità sul territorio di Rozzano è la creazione di diversi gruppi di automutuo aiuto. Sono in tutto otto, per il momento, e la nascita di cinque di questiotto è stata stimolata dalle giornate di formazione avvenute nella primavera scorsaa Rozzano a cura dell’Associazione AMA di Trento. Un ringraziamento, quindi, a114
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Maurizio, un cittadino, nel senso c