nell’Occidente, si è razionalizzato. È entrato nel mondo dove la dignità è consegnataunicamente alla ragione. Chi non ha la possibilità di pensare, chi non usa il pensiero,chi non fa del pensiero la forza e l’arbitro della vita, non conta assolutamente,è inferiore, è automaticamente emarginato.Noi siamo gli ultimi eredi, gli eredi poveri di una civiltà e di una cultura cheindubbiamente ha dato al mondo delle piste di giustizia, di diritto, di arte, di bellezza.Vorrei dire che tutto quello che è successo nel mondo, evidentemente, si devealla ragione umana, ma ad un certo punto, questa ragione, si è staccata sempre piùdalla vita e la scienza è diventata tecnica.In questo secolo, che è stato così tormentato, dove, proprio nel centro della civiltà,nel centro della luce, nella terra dei lumi, si sono avute due guerre, dove cisono stati milioni di morti e si è avuta la vergogna dell’olocausto, dove si sono createstrutture che hanno la capacità di assorbire il sangue dei poveri, finalmente, inquesta terra, oggi è stata processata la ragione. L’arbitro del mondo, è veramente laragione, è veramente l’uomo che pensa, l’uomo che ragiona, è veramente quelloche può essere il pastore dell’umanità, è veramente lui che può dare all’umanitàquello di cui l’umanità ha bisogno? E la risposta, oggi, è negativa. Finalmente, direi,tutta questa epoca che è finita con la tecnica, dove la scienza si è umiliata, dovela scienza ha perso anche quel minimo di umiltà. Io ho letto ultimamente delle stupendepagine di Einstein e si sente come quest’uomo, che è lo scienziato tipo dellanostra epoca, ha sentito i suoi limiti, come ha professato apertamente la sua umiltà.Nella tecnica non c’è più l’umiltà, è stata svuotata completamente.“Quello che si può fare, si deve fare!”. “Ma può danneggiare gli uomini; ma sideve pagare molto caro. Ma può provocare la morte! Quello che tu fai lo pagherannomilioni di bambini affamati”. Non importa. “Si può fare, si deve fare!”. Questoè l’imperativo della tecnica attuale. Noi siamo con gli occhi spalancati davanti aquesto miracolo che produce sempre più oggetti nuovi, che alimenta una certa speranzaumana di liberarci dalla fatica, di liberarci da ogni preoccupazione. Ormail’uomo non deve far nulla, è spettatore, perché ormai le macchine fanno tutto perlui e non ci accorgiamo che stiamo perdendo quella che veramente è la caratteristicadell’uomo, la critica, il pensiero e soprattutto l’amore, la preoccupazione deglialtri, la responsabilità del mondo, la responsabilità dell’umanità. Tutti questi grandivalori umani che l’Europa, lentamente, ha meditato e ha alimentato, tutto questo staprogressivamente sparendo, ci viene rapito e il compenso di questi miracoli cheproduce la tecnica e che vorrebbero liberarci dalla schiavitù, dalla fatica, lo paghiamoduramente con la perdita di quelli che sono i veri valori, i valori centralidell’uomo. Quelli per cui la persona può dirsi ‘persona’ e può distinguersi dal restodella creazione.Oggi, però, stanno sorgendo delle manifestazioni, delle esperienze come lavostra e soprattutto ricordatevi - e questa è la speranza -: questo mondo razionalista,questo mondo della tecnica muore, necessariamente. È un mondo condannatoperché è un fantasma privo di umanità, è un ‘Io idolo’. Gesù ce l’ha detto chiarissimamente:“Ricordatevi, state attenti, che il mondo è diviso fra due divinità: Dio oil denaro, Dio o mammona”. Questa società attuale, in questa tappa della storia, hascelto mammona, ha scelto l’idolo, e questo idolo, a un certo punto, deve infrangersi,perché apparentemente è enorme, gigantesco, domina la Terra, però ha i pie-83
di di terracotta e bisogna pensare chiaramente, realisticamente che questo mondomuore.Sta nascendo un altro mondo. Già sul piano del pensiero. Questo pensiero chesi è riconosciuto colpevole, che si è riconosciuto la causa di tutti i fenomeni drammaticiche sono avvenuti in Europa: le dittature, le guerre, la fame che noi non soffriamo,ma che facciamo soffrire agli altri. Questo stesso pensiero, oggi, sta scoprendoun nuovo cammino.Direi che, invece di chiedere perdono, un perdono sterile, c’è qualche cosa dipiù positivo, di più attuale: si sta scoprendo un nuovo cammino che è contenuto indue parole apparentemente semplici e che noi abbiamo continuamente avuto inbocca, ma che non abbiamo praticato nella nostra vita: la parola ‘fraternità’ e la parola‘responsabilità’. Mentre la modernità ci ha trasmesso questa antropologia:l’uomo è pensiero. “Io penso, dunque sono”. E il pensiero deve comandare, il pensierodeve dominare, è nato per dominare, il pensiero deve soggiogare. Oggi esceun’altra antropologia: l’uomo è alterità, l’uomo è responsabilità dell’altro.Vi dico una cosa molto simpatica. Fra una settimana io parteciperò ad un convegnodi psicanalisti. Io povero ignorante di psichiatria, parteciperò ad un convegnodi psicanalisti, perché hanno bisogno di scoprire l’alterità, hanno bisogno discoprire l’altro. Loro a cui approdano continuamente persone drammaticamente dolorantiper preoccupazioni, per fatti di tipo psichico, di tipo mentale, loro non hannomai visto un ammalato, non hanno mai visto l’altro. Quindi per loro èun’enorme scoperta: l’altro, verso il quale dobbiamo piegarci con umiltà, ascoltaree farsi accusare, perché siamo noi responsabili di tanta vita che abbiamo tolto aglialtri per avere una sovrabbondanza di vita, per avere l’orgoglio di essere superuomini,superpersone, e quindi la necessità, oggi, di essere umili. La parola che io diròa questi psicanalisti è proprio questa: “Ricordatevi che oggi non è la religione,non è un imperativo che viene da fuori, oggi è il tempo che esige da voi una solacosa, finalmente: l’umiltà. E ricordatevi che questa umiltà vi viene imposta, vi vienecomandata dall’altro che noi abbiamo innocentemente, o colpevolmente, questolo vedrà Dio, offeso, condannato, emarginato. E bisogna che oggi risuonino nelmondo le parole di Cristo ‘Alzati e cammina’. E queste parole devono essere rivolteproprio a quelle persone che si sentono umiliate, che si sentono spogliate di dignità,a quelli che sono i poveri, i poveri economici, i poveri psichici, i poveri diogni genere. A questi bisogna clamorosamente far riscoprire questa parola ‘Alzati ecammina’.Pensavo in questi giorni, davanti al dramma delle Torri sparite. Pensavo cheha addolorato tutti e che ha fatto dimenticare che ci sono milioni di persone che sonosommerse. Io vengo da questo mondo in cui incontro quotidianamente personeche sono sprofondate, che sono affondate, che vivono sotto le macerie.Evidentemente, il dramma delle Torri ha scosso l’opinione, perché tutti capisconoche di lì comincia un’epoca nuova. Quindi non è solamente un disastro cheha sommerso qualche migliaio di persone, ma è veramente il taglio di un epoca.È un’epoca nuova che nasce, che deve nascere, perché il mondo oggi si trovadavanti ad un’alternativa: o finiamo, e moriamo tutti, o il mondo deve cambiare.Sostanzialmente, deve cambiare. E il mondo deve cambiare in questo senso: partireda questo orgoglio dell’io, questa sufficienza dell’io, questa onnipotenza dell’io e84
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