Stefano Bertoldi, a Roberto Cuni e al Dipartimento di salute mentale che le ha organizzateanche a nome di Samanta Tedesco che non è potuta venire, ma che è lacoordinatrice di tutti questi gruppi di auto mutuo aiuto. Quindi grazie per aver datoalla nostra zona la possibilità di crescere su questo tema.Dal mese di ottobre uscirà regolarmente tutti i mesi sul giornale locale di Rozzanouna doppia pagina, una parte dedicata a tutti sull’auto mutuo aiuto e quinditutte le notizie, le comunicazioni e gli aggiornamenti . Accanto a questa pagina cen’è un’altra intitolata ‘L’equilibrista sul filo della salute mentale’ con contributi divario genere: pensieri, racconti, articoli, comunicazioni da parte di utenti, operatori,volontari e chiunque abbia qualcosa di interessante da proporre in tema di salutementale. Esce oggi il primo numero con questa doppia pagina e queste due paginesono frutto proprio della collaborazione del Coordinamento gruppi di auto mutuoaiuto e della commissione e comunicazione del Progetto Sliding Doors.Parte integrante del Progetto Sliding doors, anzi, direi il predecessore del progettoè il ‘Progetto tennis’ di cui vi accennavo all’inizio. Abbiamo aperto nel settembrescorso il quinto anno di corso per disabili psichici, che era già attivo daquattro anni, ma a livello di volontariato. Luca, il maestro di tennis e Maria, la volontariadell’ASVAP che ha partecipato anche allo stage estivo organizzato da noi,vi racconteranno le novità di quest’anno.LUCA FORESTITennis club, Rozzano, MilanoBuonasera a tutti, mi chiamo Luca Foresti e sono un maestro di tennis. Ero quil’anno scorso per presentare il ‘Progetto tennis’ di Rozzano e vi porto le grossissimenovità che ci sono state quest’anno.Il Progetto tennis, in un certo senso, ha cambiato volto, perché quest’anno èstato richiesto e ottenuto un finanziamento dall’Azienda ospedaliera S. Paolo da cuiil Centro Psico Sociale dipende. Questo per diversi motivi. In primo luogo, perchési voleva dare stabilità, e quindi un diritto di esistenza costante nel tempo al Progetto.Successivamente c’è stata anche una richiesta da parte degli allievi per usufruiredi più della struttura tennis e per sviluppare il Corso in più volte alla settimana. Insecondo luogo, per garantire lo svolgimento di gare, di incontri, del pranzo cheviene fatto sempre all’inizio e al termine del Corso, del torneo che viene fatto dagliallievi e quindi per garantire in un certo senso la continuità di queste iniziative,l’Ospedale ha concesso questo finanziamento che, secondo me, è un grande successoda parte del Progetto stesso.L’Azienda ospedaliera paga i costi. Quindi, le ore del maestro, l’utilizzo delcampo, il costo degli operatori che sono costantemente presenti durante il Corsostesso. Inoltre l’Azienda paga il costo alberghiero di un altro Progetto che è natoquest’anno. Si tratta di una vacanza per gli allievi del Corso stesso.115
Poi c’è anche l’Associazione del volontariato che provvede al pagamento del50% di uno dei volontari che accompagnano sempre gli allievi durante questo stageestivo che viene fatto in una località del Trentino.Per me questo del finanziamento è stato un grosso risultato, perché in un certosenso viene premiato il Progetto e quindi viene dato modo di poter continuare, aprescindere dalla mia presenza o dalle strutture del Tennis Club. C’è, quindi, unavolontà da parte dell’Azienda di continuare questa iniziativa e quindi anche un riconoscimentoche il Corso stesso ha effettivamente un valore riabilitativo per gliallievi. Chiaramente, questo lo constato tutte le settimane vedendo il loro impegno,la possibilità che hanno di sperimentare il proprio corpo, perché spesso i miei allievihanno difficoltà di sperimentare il proprio corpo all’interno di uno spazio.Questa attività, come tutte le attività sportive, hanno il merito di far provaredelle sensazioni che gli utenti del Centro Psico Sociale tante volte perdono, ovveroil proprio contatto, migliorare la respirazione, il movimento. Quindi sono moltocontento di questa nuova collocazione del Progetto all’interno dei servizidell’Azienda ospedaliera.Lo stage estivo ha visto partecipare una decina di allievi, un assistente sociale,un’infermiera professionale ed un educatore professionale. Oggi è qua presente ancheMaria, una volontaria dell’Associazione ASVAP, che darà un po’ un idea diquella che è stata la vacanza-stage che abbiamo avuto quest’anno.MARIA <strong>LE</strong>VERIAssociazione ASVAP, Rozzano, MilanoBuonasera, mi chiamo Maria Leveri e faccio parte dell’Associazione ASVAPdi Rozzano. Sono qua per portare la mia esperienza fatta con operatori e pazienti.Volevo dire che, purtroppo, la nostra associazione non è molto vasta. Siamoun gruppo di circa venti familiari di persone con problemi piuttosto gravi. La nostraassociazione è nata circa cinque anni fa, ma facciamo fatica a farla crescere comevolontariato. In chi vuole operare in questo settore, secondo me, persiste sempre lapaura del diverso. Quindi il familiare si ritrova sempre solo e l’unico nostro supportosono le strutture che ci auguriamo che migliorino sempre di più e crescano.Posso dire che la volontà di fare ciò c’è, però manca la base. Ad esempio, il personalenel territori. Questo è molto importante.Io posso testimoniare questa bella esperienza fatta nello stage di una settimananel Trentino con degli allievi che frequentano i corsi di tennis. Ho notato in lorotanta serenità quando sono fuori, rispetto alla loro quotidianità. Queste iniziativeper loro sono importanti perché si sentono gratificati e apprezzati per questa attivitàche fanno, perché per loro questa è fatica, ma anche divertimento. Durante questasettimana ho avuto modo di conoscere meglio gli aspetti positivi e simpatici diqueste persone che, di solito, sono molto pazienti con la loro malattia.Io mi auguro di poter fare ancora altre esperienze analoghe a questa e poterstare insieme e divertirsi. Non ho altro da aggiungere. Vi ringrazio per l’ascolto.116
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Il supporto si esprime attraverso l
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