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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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“Ad ogni incontro, noi soci, condividiamo dolore, forza e speranza. Viviamoquotidianamente fra mille difficoltà che a volte ci sembrano insormontabili”.“Frequentare un gruppo di pari è molto importante, perché si può dare e trovarequella comprensione e quella forza che ci permettono di affrontare più serenamentela vita. Nel gruppo acquistiamo più sicurezza e perciò stima di noi stessi equindi più capacità di gestire il rapporto con il nostro familiare ammalato e con glialtri membri della famiglia. Impariamo a guardare noi stessi e a compiere il camminospirituale che ci aiuta a crescere come persone. È consolante capire che almenouna realtà possiamo cercare di cambiare in meglio e, cioè, la nostra”.“L’aspetto più bello del gruppo è quello della gratuità in cui avviene lo scambiodi aiuto. Questa impostazione permette a ciascuno di realizzare il proprio camminodi recupero, perché è liberà, pulita da qualsiasi altro tipo di interesse che potrebbedisturbarne l’evoluzione”.Ci sono dei momenti veramente duri e, soprattutto, mi sembra interessantequesta osservazione. Un familiare dice:“La mia è una grande fatica di vivere. Credo che molti uomini, anche non eccezionali,possano essere capaci di compiere un atto di eroismo o di sopportare alcuniperiodi particolarmente difficili della propria vita. Trovo che è quasi al limitedella tollerabilità vivere con dignità una quotidianità come la nostra”.ANNALISA GRIFALCONICentro Diurno, Portogruaro, VeneziaIo ho preparato due scritti. Non so se sono proprio pertinenti con quello cheabbiamo detto oggi e non so neanche se sono tutta farina del mio sacco, perché hopreso molto a prestito e, se li ascoltate molto attentamente, capirete subito da chi.Comincio con il primo. C’è un po’ una difficoltà ad abitare insieme, perché lepersone pazienti sono abituate a trattare con persone che sono già in grado di autoregolarsie che non dipendono da altri. Così, quando i pazienti si trovano insiemead altri, non sanno se gli sono superiori od inferiori e che relazione anche di potere,in termini di autonomia, intrattenere con essi. Questa abilità, purtroppo, non si puòinsegnare, se non proprio nella reciprocità della vita vissuta. Così la soluzione deiproblemi di coabitazione sta nella scelta degli individui e nella loro sensibilità reciprocadi apprendere degli insegnamenti senza mettersi in una posizione di comandoe di ubbidienza, ma di cooperazione educativa.Voglio spendere due parole, ma proprio due, sul lavoro. Per mia personale e-sperienza mi sono resa conto che i metodi essenziali per espletare un processo dilavoro sono due e nascono direttamente dal modo di guardare: uno connotativo,puntuale; l’altro denotativo e, per così dire, estensivo. Sì, perché noi un problemada risolvere, cioè un lavoro, lo possiamo affrontare sotto due aspetti: uno particolare,prendendo in analisi ogni periodo di quel determinato processo, oppure generale,osservando una causa effetto e il suo sviluppo.135

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