24.08.2015 Views

LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

tuirle ai nostri gesti ‘abituali’ che consentono al nostro corpo di sentirsi tra le ‘suecose’, presso di sé”.Nel percorso esistenziale ciascuno di noi nasce all’interno di una casa già abitatadai genitori. Man mano che si procede nel cammino di crescita lo spazio delfiglio in casa va aumentando di pari passo al crescere della propria individualità. Illuogo viene pertanto abitato in modo diverso in funzione del modificarsi del proprioessere. Da adulti lo spazio-casa dei genitori dovrebbe risultare inevitabilmentestretto e sempre meno in sintonia con l’esigenza di vivere in un ambiente che rispecchile proprie esigenze. Questa diviene la molla che fa rivolgere all’esterno, incerca di una propria abitazione.Un’altra riflessione, alla base di questa esperienza, è che ciò che manca oggigiornosono spazi da abitare entro cui sperimentarsi senza vincoli familiari. Poiqui farò una precisazione, perché oggi si è parlato molto di famiglie alternative, chemi sembra stiano all’interno e in linea con questo tipo di riflessione, perché nellanostra cultura il modo consueto di organizzarsi rispetto all’abitazione è di vivere infamiglia, nella famiglia d’origine prima e in quella acquisita poi, con un passaggiodiretto da una famiglia all’altra e con rarissime esperienze di autonomizzazione a-bitativa intermedia.Pensando alle esperienza di vita nostra, come pure di altre persone che ci circondano,notiamo quanto sia raro che qualcuno, per un segmento della propria esistenza,non abiti continuativamente in famiglia. In genere questa situazione si creapiù frequentemente da studenti, se ci si reca in una università fuori sede, o menospesso da lavoratori, se si è costretti a spostarsi lontano da casa; infine capita se siresta soli per una separazione o per la scomparsa dei familiari.Le evenienze descritte sono spesso vissute più come frutto di una particolarecontingenza che non come una vera e propria opportunità, non riconosciutanell’intrinseco valore che possiede.Un abitare che si situa come spazio possibile fra l’appartenenza a due famigliein cui si ricoprono ruoli diversi di figlio/a nella prima e di marito/padre o di moglie/madrenella seconda.Disporre di uno spazio di mezzo fra le due vuol dire poter far conto su unospazio di transizione in cui mettersi in gioco senza un ruolo definito se non quellodi persona meno vincolata da legami di parentela e più presente come specifica individualità.E direi che questo può funzionare altrettanto bene nelle famiglie chenon siano la prima e la seconda, cioè quella da cui proveniamo e quella acquisitache costituiamo.Una terza riflessione è che abbiamo bisogno di due case, quella esterna equella interna.Il tema della casa e dell’abitare è tutt’altro che trascurabile, non solonell’accezione abituale che noi diamo a questi termini, ma anche rispetto alle implicazionipsicologiche.In genere parlare di bisogno di casa fa subito associare la necessità di un luogoesterno dove poter risiedere, stare di casa, trovare possibilità di risposta ai bisogniprincipali, condividere i propri momenti più privati con dei familiari. Un luogo checi accoglie sia nelle nostre necessità materiali che emotive.36

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!