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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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CARLA NOL<strong>LE</strong>DICentro di salute mentale, LuccaPartiamo dall’ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano. Lo scrittore Mario Tobinoera a quell’epoca il direttore di Maggiano e nasce un festival della canzone. Duratre giorni, va avanti per qualche anno. Tre giorni l’anno, poi la musica viene praticamenteabbandonata.Negli anni ‘80 ritorna la musica nell’ambito dell’arte terapia; negli anni ‘90viene sviluppata maggiormente con allacciamenti con l’interno e l’esterno e inizianodei progetti interessanti. Nel ’98 e nel ‘99 la chiusura definitiva di Maggianoporta alla definizione di un progetto con il conservatorio Luigi Boccherini. Un progettocongiunto Comune, Istituto musicale, ASL. A tutt’oggi noi facciamo la nostraattività nell’Istituto musicale Boccherini con l’intervento di insegnanti ed allievi.C’è una circolazione di musica molto interessante. Insieme a me collabora Lele,che si occupa del gruppo giovanile, un gruppo un pochino ‘rocchettaro’.Abbiamo voluto raccontare la nostra esperienza attraverso un video, la cui costruzioneè durata due anni. Vedrete dei personaggi che emergono un po’ rispettoagli altri. Le loro storie sono come le tante storie che abbiamo sentito oggi. Un pianistaschizofrenico che è riuscito a suonare dopo moltissimi anni, oggi ha 54 annied è stato 40 anni in manicomio. Una donna che ha ripreso a leggere e a scrivereproprio per la forza della musica, perché voleva leggere le parole delle canzoni alei care. E vedrete tanti altri ospiti. Voglio finire con questa parola: il CD è la chiarae semplice testimonianza di quanta forza e consolazione possiamo trarre dallamusica che, con la sua forza invisibile, è una ricchezza celata in ogni persona epermette di dare di nuovo voce a chi questa voce ha perso. Le emozioni e la memorianuovamente emerse da altrove inesplorato permettono di condividere un linguaggiocomune in uno spazio privilegiato. Grazie.Segue la proiezione della videocassettaSTEFANIA BIASICentro Diurno, TrentoIo sono Stefania Biasi ed inizio a parlarvi dell’esperienza che stiamo percorrendoal Centro Diurno di Trento. È un intervento fatto da più persone, nel sensoche ciascuno vi ha portato la sua esperienza. Questo perché riteniamo fondamentale- e cerchiamo di applicarlo tutti i giorni - che ciascuno sia partecipe della vita chepercorre all’interno di quelle poche ore che vive al Centro diurno.Negli ultimi anni abbiamo cercato di fare in modo che tutte le persone che entranonel Centro diurno possano sentirsi veramente partecipi. Possano sentire chesono una risorsa per gli altri e che possano fare delle proposte che vengono realmenterealizzate. Per questo è stato dato sempre più spazio ai frequentanti. Questoperché l’operatore non sia più come colui che propone, e spesso impone, le attività,146

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