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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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ROBERTO PEZZANODipartimento di Salute mentale, CataniaAbbiamo toccato il punto di vista dei familiari. Io sono un operatore che daanni lavora con i familiari e vorrei sottolineare una cosa. Ho sempre stimolato lapossibilità che i familiari si potessero confrontare in un’ottica di auto aiuto. Nonsolo per quello che succede nell’incontro, ma anche e a volte soprattutto per quelloche succede dopo, fuori, quando i familiari si vedono, si incontrano, quando nonsono più “anonimi” nel territorio, quando sei a passeggio per le vie e incontri l’altrafamiglia che ha un problema, e ci si può riconoscere, ci si può salutare.Voi familiari immaginate meglio di me come questo è molto importante.Spesso i familiari si sentono soli, si sentono angosciati, vivono il loro dramma dasoli in casa. Il potersi incontrare, anche per strada, è una cosa estremamente importante.Per quanto riguarda la mia esperienza, le nostre famiglie, all’inizio, quandoarrivavano ai gruppi, si guardavano un po’ in cagnesco. Poi, col tempo, era semprepiù facile vederli, prima della riunione, che già parlavano tra di loro, si raccontavanole loro cose, discutevano al di là dell’operatore. E ci ha fatto molto piacere“scoprire” che i familiari, senza averlo chiesto al Dipartimento, si riuniscono perconto loro, si vedono per conto loro, si aiutano per conto loro. Io ho esperienza dapochi giorni che alcuni familiari vanno a trovare altri familiari, specie se in casa c’èil ragazzo che sta male. Allora c’è quasi una processione di famiglie che vanno atrovare il ragazzo che sta male. Anche se il ragazzo non vuole vederli, l’importanteè andare là a salutarlo, poi, magari, il resto viene dopo.Questo, secondo me è un circolo virtuoso che sicuramente dà delle risposte,delle soluzioni al di là degli operatori, al di là del Dipartimento di salute mentale.Innesca dei meccanismi di cambiamento, ci fa vedere le situazioni in maniera diversa.Quando i familiari arrivano al Dipartimento sono scoraggiati, sono veramentegiù.Mettersi insieme e dirsi i propri disagi non è sempre facile, però quando succede,è un meccanismo che ci ritorna sicuramente con dei dati positivi. Questa, secondome, è una pratica che va valorizzata.Io dico sempre: “Costruiamo insieme il percorso, sicuramente arriveremo aqualcosa, sicuramente sarà più facile arrivare tranquilli al dopo…”. Quindi, vediamociinsieme, costruiamo insieme i percorsi che servono a trasformare la realtà difficileche viviamo oggi.ANNA LOMBARDOAssociazione “Punto di Partenza”, Bagheria, PalermoNon so se sarò capace di parlare, perché questa cosa mi fa tanto emozionare. Èla prima volta che parlo in pubblico. A Bagheria tanti anni fa abbiamo iniziato conun gruppo di familiari. Ci sono state tante difficoltà e spesso alla fine mi ritrovavoda sola. Adesso sono cinque anni che io faccio parte di questo gruppo. Può succe-47

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