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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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ma ciascuno si senta autorizzato ed invitato a dire cosa desidererebbe per quel periodoche trascorre lì.Un desiderio molto forte da parte di molte persone che hanno frequentato ilnostro Centro è stato quello di approfondire le tematiche riguardanti la propria malattia,la propria situazione e quindi fare un percorso di consapevolezza. Per questoil nostro è un Centro dove si parla moltissimo, dove ci sono molti gruppi che siconfrontano fra di loro, e di questo parlerà poi meglio Paolo. Del parlare ci siamoresi conto che c’era bisogno comunque, di fare delle iniziative concrete che cambiasserola situazione.Per questo si è iniziato da cose semplici, cioè realizzare concretamente piccoleattività proposte e iniziare a cambiare alcune cose anche all’esterno del Centrodiurno. Ad esempio, un gruppo ha iniziato a partecipare alla riunione del repartoinsieme a persone ricoverate. Questo perché persone ricoverate e da poco dimessevolevano rendere più vitale quell’ambiente, spesso triste e monotono.Altra cosa che è stata proposta da utenti del Centro è quella di proporre delletematiche di discussione a tutto il Servizio. Quindi non più riunioni fatte fra operatoridel centro, ma anche riunioni a tema con il coinvolgimento anche di familiari edi persone che in quel momento erano inserite oppure frequentavano in qualchemodo il Centro. Un’altra iniziativa importante è stata quella della sensibilizzazionefatta nei quartieri e nelle parrocchie.PAOLO MATTIVICentro Diurno, TrentoIo mi chiamo Paolo e sono un utente. Il nostro Centro diurno si è dato ancheun nome scelto da tutti noi e si chiama “Terra di mezzo”. Perché questo nome?Perché in realtà un Centro diurno è una terra di mezzo, cioè un passaggio di variepersone: chi frequenta più spesso, chi non frequenta, chi sta via per un certo periodo,ecc.Al di là di questo, la cosa più importante è la riunione della mattina. Ci troviamodalle 9,30 alle 10,30 parlando e discutendo tutti quanti, operatori ed utenti,dei nostri problemi. E questo è un incontro fondamentale perché, ad esempio, perquanto riguarda me, quando ho iniziato a frequentare il Centro diurno, avevo ilbrutto difetto di piangermi addosso e mi rendevo conto che se io ho dei problemi,questi li hanno anche gli altri. Questa riunione, quindi, mi ha permesso di nonpiangermi più addosso e di vedere che anche gli altri hanno delle problematiche daportare nel gruppo. Le soluzioni vengono prese in assemblea da noi utenti tutti insiemee mai imposte - come diceva Stefania - dalle operatrici.Un rovescio della medaglia potrebbe essere il rischio che è venuto fuori dallanostra assemblea cioè, c’è stato un termine che mi ha colpito “il Centro non deveessere una campana di vetro”. Può essere una campana di vetro per chi in quelmomento non riesce a reagire o sta veramente male, però non deve essere neancheuna protezione, cioè una campana di vetro sotto la quale nascondersi e stare lì fer-147

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