Torre per la collaborazione che dà, in particolare per la gestione dei servizi sociosanitari nella città. Un ringraziamento particolare vorrei farlo anche alla RegioneAutonoma Trentino Alto Adige che ci mette a disposizione questa struttura logisticadi grande pregio e che, naturalmente, ci aiuta mettendocela a disposizione anchedal punto di vista molto pratico e finanziario.Permettetemi di fare due riflessioni. La prima è relativa al Convegno, al temadell’anno che è stato scelto. È un tema che ha una grandissima rilevanza per tutti ipartecipanti, trattandosi di un incontro nazionale, ma in questo momento è un punto,diciamo, in qualche modo critico della evoluzione dei nostri servizi di salutementale nella provincia ed in particolare in quest’area e quindi il tema scelto, che èrilevante in generale, assume per noi una rilevanza assolutamente importante. Miauguro, quindi, che la discussione che avete avuto ieri e quella che avrete oggi possaessere utile anche ai nostri operatori per meglio focalizzare alcuni aspetti che sicuramentecostituiscono per noi una grande sfida.Mi piace sottolineare che nell’iniziativa de “Le Parole ritrovate”, sono quattrole categorie di persone che vengono citate anche nella locandina del Convegno: gliutenti dei servizi, le loro famiglie, gli operatori, i cittadini. Io credo che sia un modomolto bello, molto elegante di mettere in chiaro quanto - come ha già dettol’assessore - i moderni servizi, siano essi sociali o sanitari, sono sempre più di fronteai problemi della complessità della multiproblematicità, soprattutto nel campodella salute mentale. Quindi, pensare di avere un approccio solamente tecnocratico,probabilmente è sbagliato. Ed allora avere chiaramente presente che questi serviziimpattano e suscitano aspettative e danno risposta ad esigenze di soggetti plurimiinteressati al loro funzionamento, credo che sia, anche da un punto di vista metodologicoe tecnico, obbligatorio, oggi. Quindi, mettere insieme in un confronto apertole famiglie - che, comunque, costituiscono una rete sociale di riferimento soprattuttoin questo campo - gli operatori e i cittadini sia assolutamente importante.Sottolineo questi aspetti, perché credo che siano assolutamente coerenti con ilprogramma di sviluppo strategico che la nostra Azienda ha messo in camponell’ultimo anno e che è sostanzialmente fondato su tre linee. La prima è più internae meno interessante per il pubblico ed è quella di potenziare la nostra organizzazioneaziendale. Le altre due, invece, sono più impattanti con chi usa i nostri servizie con chi è comunque interessato al loro funzionamento. Alludo al filone dellapromozione della salute. Oggi i servizi sanitari e socio sanitari non possono solamentepensare di avere un atteggiamento reattivo a condizioni di patologia, ma devonoporsi il problema dell’incremento dei livelli di salute dei singoli e della comunità.L’altro filone importante è quello del miglioramento continuo della qualitàdei nostri servizi. Io credo che questi aspetti segnino la coerenza tra le iniziativeche i vari gruppi professionali mettono in campo continuamente nell’ambito dellosviluppo loro e dei loro servizi, in coerenza con una visione, diciamo, un po’ più dipolitica gestionale, di politica aziendale che viene sviluppato dalla nostra struttura.Io credo che proprio nel campo della salute mentale, come in altri campi dellanostra assistenza, stiamo sviluppando in maniera piuttosto interessante questo continuoconfronto e cooperazione tra i gruppi professionali, clinici e i gruppi che invecesono deputati all’amministrazione. Io credo che oggi la via dei servizi sanitarimoderni sia questa. Qualche risultato, mi pare, lo stiamo ottenendo e spero di pote-81
e l’anno prossimo, quando avremo la prossima sessione, dire a questo consessoche anche in questo campo qualche ulteriore progresso lo abbiamo fatto.Vi ringrazio dell’attenzione, ringrazio ancora chi ha organizzato questa bellissimaoccasione di riflessione e vi auguro buon lavoro.ARTURO PAOLITeologo, Piccolo Fratello di Charles di Foucould, Foz De Iguaçu, BrasileVi posso chiamare amici. Oggi voglio cominciare dall’apparizione sulla terradi un uomo, il quale ha iniziato il suo itinerario con queste parole: “Lo spirito diDio è sopra di me e mi ha mandato”. E allora seguiamolo in questo suo viaggio.Mandato dove, mandato a chi? Mandato per le strade, senza sapere dove posare ilcapo la notte. Mandato a chi? Lo dichiara immediatamente. Non a formare unascuola, a formare un gruppo di iniziati. Non è mandato a insegnare la teologia, maè mandato ai poveri, ai ciechi, agli storpi, agli affamati, a tutti quelli che sono spogliatidella vita, che non possono accedere a questa vita che Dio ha donato a tutti eper tutti. E in questo cammino, per le strade del mondo, scopre le due categorieumane: la categoria degli oppressi e la categoria degli oppressori. Agli oppressi diceuna parola che è quella che più risuona nella sua bocca: “Alzati e cammina!”.Non solamente dà la possibilità fisica di alzarsi e camminare, ma dice questo “Alzatie cammina!” Vuol dire riconoscere la dignità dell’uomo, la dignità della persona,questa dignità che troppo spesso viene negata.In questi anni ho letto molto - anche se in ore insolite - perché volevo scrivereparole di speranza, e per scrivere parole di speranza, vi parrà assurdo, dovevo entraredove c’è la disperazione. Dovevo avvicinare, anche fisicamente, tutte quellepersone che sono spogliate della vita e che per le loro condizioni quotidiane hannoperduto la loro dignità. E ho visto che cosa è successo. A un certo punto, questo essereumano è venuto sulla terra ed è andato incontro a quanti sono stati spogliatidella dignità, per dar loro questa dignità e ha trovato su queste strade gli oppressi egli oppressori. Agli oppressi, come vi dicevo, ha detto: “Alzati e cammina!”. Aglioppressori ha detto: “Guai a voi! Guai a voi! Se voi non vi convertite, se voi noncambiate, se voi non realizzate l’amicizia, se voi non vi accorgete che l’altro è lavostra vittima, se voi non chiedete perdono a questi altri, voi non troverete la vita,non la troverete mai”.Quest’uomo che ha scelto i poveri, che ha scelto gli oppressi, è garante di unacultura e di una civiltà, quella dell’Occidente. Una cultura e una civiltà dove a uncerto punto si sono coagulate - e questa è la nostra responsabilità e dobbiamo assumercela- si sono coagulate tutte le strutture, le organizzazioni, i progetti chehanno causato e che stanno causando milioni di morti, che stanno spogliando - nonsolamente della vita, ma della dignità - milioni di persone. E questo dobbiamo assumerlo,perché, passando nell’Occidente, Gesù ebreo, Gesù che si è avvicinato aipoveri, Gesù che ha scoperto ed ha affermato la dignità dei poveri, passando82
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