ziana e che è stata concessa ad un gruppo di giovani per un laboratorio musicale.Questi giovani lo gestiscono ed hanno dato la disponibilità a lasciare uno spazioper portarci i nostri utenti e per poter creare uno spazio di relazione. Diciamo che irisultati sono ottimi, perché da due, tre persone siamo arrivati ad avere un flusso disette, otto persone in brevissimo tempo. Questo ci dà la possibilità di spingerci afare qualcosa di più.Come ultima cosa, voglio dire che il fatto che il servizio abbia dato tanto inquesti anni è stato perché si pensava di avere un certo tipo di utenza e, chiaramente,non si è capito che qualcosa stava cambiando. E questo qualcosa che cambia nonso quanto valga per gli altri territori. Forse, magari, voi avrete più facilità di noi inquesto, però credo che dovremo tenerne conto un po’ tutti. Grazie.LUIGINA MARIANIDipartimento di Salute Mentale AUSL 3, GenovaUn saluto brevissimo solo per confermare l’impegno ad organizzareun’edizione regionale ligure delle Parole ritrovate il 25 gennaio 2002 e dirvi chesono già moltissime le realtà che hanno aderito!Una menzione particolare delle buone pratiche del “fare con” va a COPEALI,il Coordinamento Permanente Ligure per l’auto aiuto che negli ultimi due anni haorganizzato eventi formativi e ludico-sociali inerenti alla promozione della culturadella mutualità.In particolare il coordinamento di gruppi di self-help, associazioni, cittadini,amministratori, operatori del pubblico e del privato, operanti nei più svariati settori,dalla psichiatria all’età evolutiva, dall’Alzheimer all’affidamento familiare di minori,dagli stomizzati alle donne separate, ecc. si è adoperato per il superamentodello stigma e la condivisione di spazi e tempi di sensibilizzazione della comunitàlocale.Saluto tutti e ringrazio per l’opportunità di riferire sulle esperienze liguri. Lofaranno Barbara, Alessandra e Paola che evidenzieranno l’importanza del “Fare assieme”non solo tra le persone, ma anche tra le istituzioni e le agenzie pubbliche edel privato sociale.BARBARA FIALLOAssociazione Comunità S. Benedetto al Porto, GenovaDunque, Alessandra ed io siamo due educatrici e desideriamo presentarvi ilnostro lavoro all’interno del Progetto di collaborazione tra i Servizi di salute mentalee l’Associazione S. Benedetto al Porto fondata da don Andrea Gallo. Tale convenzione,l’unica nella nostra regione, permette così la creazione di équipe miste131
tra operatori del Dipartimento di salute Mentale ed operatori dell’associazione. Il‘fare insieme’, quindi, con operatori del pubblico, delle famiglie e dei pazienti hacostituito e continua ad essere un’attività di un gruppo di educatori.L’Associazione S. Benedetto ha un’esperienza quasi trentennale nel settoredelle tossicodipendenze e nel corso del 1999 ha avviato una collaborazione con ilDipartimento di salute mentale genovese per promuovere la gestione comune dipiccole comunità alloggio per utenti psichiatrici, che noi definiamo CAUP, che sonoappartamenti con al massimo quattro posti letto, dove possono essere avviatedelle convivenze guidate a carattere temporaneo per persone che hanno bisogno diallontanarsi dalla famiglia di origine per un breve periodo, per i giovani dimessi dacomunità terapeutiche psichiatriche e per coloro che, a parere della famiglia e delServizio di salute mentale, possono trarre giovamento da un tale inserimento.È stata, inoltre, avviata una formazione teorica e metodologica comune a cuipartecipano gli operatori dei Servizi di salute mentale (medici, infermieri, ecc.) eeducatori di S. Benedetto, solitamente giovani psicologi insieme ad ex tossicodipendenti.Tale formazione sta contribuendo a costruire una cultura comune del fareinsieme. Facilita la comunicazione tra persone che provengono da esperienze personalie professionali diverse, rendendo possibile scambi ed apprendimenti, dovedavvero - come diceva ieri il rappresentante dell’Associazione Ancora di Verona -“nessuno è così povero da poter non dare e nessuno è così ricco da non dover ricevere”.In particolare, chi ha vissuto un’esperienza di comunità e di riabilitazione perproblemi di tossicodipendenza da sostanza, è in grado di portare ricchi contributialla quotidianità, ma anche alla riflessione ed al pensiero sulla convivenza tra personeche si conoscono poco e magari non hanno molto in comune.Gli educatori dell’associazione si incontrano poi in un coordinamento quindicinaledove si scambiano le informazioni rispetto alle attività ludiche e pratiche diriabilitazione all’interno delle case e rispetto anche alle molteplici difficoltà che illavoro di relazione impone e mette in gioco. Dalla collaborazione per un agire comune,si trovano, e talvolta si inventano, le modalità di un’accoglienza reciprocautente - operatore all’interno della quale si trovano veramente le parole giuste percomprendersi e mettersi in gioco reciprocamente.A<strong>LE</strong>SSANDRA RIZZAAssociazione Comunità S. Benedetto al Porto, GenovaLe casette, cioè le comunità alloggio, costituiscono un quotidiano esempio dicome sia possibile in un clima di solidarietà, condivisione, tolleranza sviluppare emantenere legami umani e sociali che consentano alle persone che ne hanno bisognodi riorientarsi, di riorganizzarsi insieme ad altri per ritornare presso le propriefamiglie di origine o per ripensarsi in progetti di autonomia economica ed affettiva.Spesso i tempi sono lunghi e le relazioni non certo facili. Si vivono episodi incui gli ospiti sono autosufficenti, propositivi ed estremamente dediti alle mansioni132
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