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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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dall’inizio di una fase depressiva, o soltanto da tristezza dovuta a problemi, o di ansieconcrete per il lavoro, o a uno stato di gioia interiore mia.Comunque adesso non ho più paura a parlarne con gli operatori ed anche questomi ha aiutato a crescere. Adesso riesco a non subire passivamente alcune cose,ma esprimo la mia contrarietà. Per esempio non accetterei più che nella residenza sifacciano degli incontri con il mio psichiatra e gli operatori nei quali si parla di me ea cui io non posso assistere. Io ed il mio psichiatra abbiamo dei colloqui in cui soloio e lui siamo presenti e gli operatori non ne fanno più parte.Spesso la sofferenza degli altri ospiti mi ha molto colpito e mi ha fatto staremolto male, però sto imparando ad essere indifferente, perché per la mia sensibilitàverso la sofferenza degli altri non riuscirei a far finta di niente, ma cerco di nonfarmi coinvolgere troppo. Do la mia disponibilità a parlare ed a star vicino a chi stamale, ma cerco anche di stare attenta al mio equilibrio, anche perché sarei la primaa star male, poi.Spesso vedo negli altri le debolezze e le paure che io, dall’ultimo anno, ho superatoe questo mi dà il coraggio e la forza per affrontarne anche altre. Certo, dasola non ce l’avrei fatta. Ho avuto la fortuna di avere vicino, oltre ad un bravo psichiatra,degli ottimi operatori molto sensibili e ben preparati nel loro lavoro, che mihanno seguita passo dopo paso nel mio percorso, aiutandomi nelle difficoltà concrete,ma soprattutto facendomi capire che ci credevano veramente nelle possibilitàche io potessi imparare a vivere in modo autonomo e al di fuori della struttura. Equesta loro convinzione ha convinto anche me.Oggi sono una ragazza come tante altre, ho il mio lavoro, le mie amicizie, facciodelle attività che mi piacciono come lo yoga e la meditazione, vado al cinema, aballare e tra poco avrò una casa mia con un’altra ragazza che non è seguita dai servizipsichiatrici e che nemmeno sa che io lo sono. E soprattutto faccio dei progetticoncreti per il mio futuro e, a volte, anche dei sogni che forse non si realizzerannomai, come per la maggior parte delle persone ‘normali’. Ma oggi posso dire grazie,prima di tutto a chi veramente mi è stato vicino nella mia sofferenza, a chi ha saputoleggermi dentro e ad aiutarmi a capire che era soprattutto a me stessa che dovevocredere. Posso dire grazie allo psichiatra, agli operatori, perché sono riuscita a capirechi è veramente Paola e di che cosa ha bisogno di fare per stare bene, con chiconfidarsi, a chi dare aiuto, ad imparare ad avere nella vita un po’ di sano egoismo,perché se una persona non sta bene non potrà dare altro che sofferenza a chi gli staaccanto e a saper vivere, perché vivere è bello. E che c’è sempre chi è disposto adaiutarti e a darti ciò di cui hai bisogno, basta saper aprire le porte giuste.ENRICO LANCELLOTTIStruttura residenziale, Cooperativa 2001 Agenzia sociale, Pagnacco, UdineA me ha colpito molto quel discorso che ha fatto il parlamentare stamattina inriferimento alla proposta di legge che è stata fatta e che ho qui con me. Quella propostadi legge smantella innanzitutto l’impianto fondamentale della cultura della159

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