fino alla fine del nono giorno, quando, risanati, potevano fare ritorno a casa.Durante la permanenza alloggiavano nelle vicinanze della cappella oppure, dietropiccolo compenso, presso alcune famiglie del posto.Alla luce di ciò, si rese necessaria una regolamentazione che non avvenne peròprima della seconda metà del XV secolo. A questa ne seguirono molte altre. Inparticolare nel 1838 le autorità comunali disposero una efficiente regolamentazionedel fenomeno, della tutela della popolazione e di una solida organizzazione medica.Nel 1850 fu emanata la Legge nazionale sui malati mentali che equiparava, a livellolegale, l’inserimento eterofamiliare al ricovero presso strutture ospedaliere. Nel1862 venne costituita la cosiddetta “Infermeria” per ospitare i pazienti in attesa diinserimento. Nel 1921 questa pratica venne estesa a persone di tutte le età e, nel1982, l’inserimento eterofamiliare passò ad essere di competenza del Ministerodella Salute Pubblica belga. Attualmente la sistemazione presso famiglie diverse daquelle d’origine riguarda, in Belgio, circa 600 pazienti.Il panorama italiano, vede lo sviluppo dello IESA. a partire dai primi anni delnovecento, come patronato familiare.Attualmente, nel nostro Paese, sono diversi i servizi impegnati negli inserimentifamigliari: Cagliari, Nuoro, Trapani, Lucca, Chieri e Collegno. In ognuno diessi però, le modalità con cui vengono messi in atto i progetti sono differenti a talpunto da determinare addirittura una diversa denominazione, come: “Accoglienzain famiglia”, “Affidamento familiare”, ecc.L’Inserimento Eterofamiliare Supportato, al di là del nome che gli si dà, puòessere distinto in 3 categorie, sulla base della durata media della convivenza:Breve termine: (da alcuni giorni ad 1 o 2 mesi). Rientrano in questo ambito gli inserimentioperati nel momento di crisi del paziente o del sistema che lo ospita. E’un intervento ancora poco diffuso, ma in fase di espansione. Attualmente tali servizisono attivi negli USA ed in Inghilterra sotto il nome di Crisis Home, ed in Piemonte,in una forma più rurale e ancora poco diffusa, con il nome di Crisis Farm(Coop. Sociale Alice nello specchio).Medio termine: (da alcuni mesi ad un paio di anni). Si tratta di inserimenti indirizzatia persone di giovane età per le quali è previsto un recupero, anche parziale,delle funzioni compromesse, in favore di una vita caratterizzata da una maggioreautonomia e responsabilità. In questo contesto lo IESA deve intendersi come unostrumento che agisce per il benessere del paziente e della famiglia d’origine su cuispesso grava il carico assistenziale sia oggettivo (difficoltà pratiche di gestione divita e condizioni abitative) che soggettivo del proprio congiunto (le relazioni ed ilegami affettivi).In queste situazioni è determinante la presenza di una rete di servizi territoriali,in continuo confronto e collaborazione con il servizio organizzatore, in grado dioperare sia sul piano terapeutico, sia su quello riabilitativo, anche nei confronti dellafamiglia di origine che viene coinvolta nel progetto terapeutico.In passato la risposta al disagio è stata caratterizzata dall’allontanamento affettivoed effettivo dell’individuo dalla propria famiglia, che veniva si sollevata dalsuo carico , ma non veniva più chiamata in causa per dare il suo appoggio, procurandoglicosì, spesso involontariamente, un forte senso di colpa e di inadeguatezza.19
Lo IESA promuove una modalità che favorisce il cambiamento, permettendoalle parti di riflettere sui propri diritti e sui diritti della persona più debole e riconoscerela famiglia ospitante come risorsa materiale e umana.Lungo termine: (oltre i due anni). Questi inserimenti sono indirizzati a personeanziane spesso reduci da lunghi periodi di ospedalizzazione, a persone non autosufficientied ai cosiddetti pazienti cronici, molto spesso orfani di legami parentali.Sono finalizzati ad offrire la possibilità di vivere in un ambiente tranquillo e adeguatamenteprotetto ove poter trascorrere il più serenamente possibile l’ultima partedella vita.Per un gran numero di persone affette da disturbi psichiatrici, questo serviziorappresenta la migliore, più naturale, libera ed economica soluzione abitativa e costituisce,in base a queste caratteristiche, un importante strumento di guarigione dovutosia al rapporto “assistenziale” continuativo non professional fornito dalla famigliaospitante, sia all’intensa attività di supporto degli operatori. L’inserimento in unanuova famiglia permette e favorisce in primo luogo, la costruzione di rapporti interpersonalicon riduzione della “distanza affettiva” tipica delle istituzioni. Questo effettorende possibile il passaggio da relazioni regolate da abitudini a rapporti legati autenticamenteall’affettività della persona. D’altro canto lo IESA promuove il miglioramentodelle competenze sociali dell’ospite, con un conseguente aumentodell’autonomia dello stesso e delle relazioni sociali. Infatti, l’ambiente familiare, menostigmatizzante e più naturale rispetto a quello delle cliniche o delle comunità psichiatriche,riavvicina il soggetto alla società favorendone il confronto con altre persone.Non va inoltre trascurato il naturale stimolo rappresentato dai legami omofamiliariche viene promosso dall’operatore qualora se ne riveli la necessità.Infine, la possibilità di sperimentare, attraverso il nuovo ambiente familiare,un diverso spazio di maturazione e di crescita è tale da consentire una sana e gradualeseparazione dalle figure genitoriali di riferimento con un conseguente incrementodell’autostima e dell’autonomia individuale.Si parla, in questi termini, di un processo di separazione riferendoci al paradigmapsicoanalitico, e non di allontanamento o deportazione dalla famiglia di origine.Le molte ricerche effettuate in tal senso, hanno sì dimostrato che l’ambientedella prima infanzia concorre in modo critico nella sviluppo dell’individuo, ma sottolineanoanche che la formazione della personalità risulta dall’interazione tra i nostribisogni individuali e le aspettative della società.Se concordiamo con l’affermare che la vita di ognuno è legata a comportamentiabituali, a disposizioni e a interessi personali, sono proprio questi ultimi chesi modificano a seconda delle situazioni sociali che ognuno si trova ad affrontare,solo o con l’aiuto d’altri.Si desume così che il proprio essere nel mondo è indipendente dal tempo e dipendentedal luogo-relazione. Ogni individuo, inoltre, ha in sé il potere di cambiaree riorganizzare la storia e le abitudini della propria vita. Questo vale per tutti equindi anche per le persone affette da disturbi psichici.La famiglia, dunque, assume la valenza di ambiente terapeutico riabilitativo erisocializzante, attraverso un’opera di supporto che agisce anche ed inevitabilmentesulla strutturazione della personalità dell’ospite.20
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