i parenti dei picchiatelli, perché noi lo facciamo nelle piazze in modo armonioso,senza piangerci addosso, con un bel karaoke, dove cantiamo tutti insieme e chiediamodi aiutarci.Mi ero preparata un discorso, ma non sto dicendo niente di quello che avevoscritto. Mi è piaciuto molto, oggi, gli interventi di quel politico e di quel teologoche diceva, appunto, che bisogna porci in maniera umile - e questo è vero - perchéda parte di ognuno di noi c’è sempre la presunzione di pensare che le cose succedanoagli altri. Non è vero. Tutto può succederci. C’è anche la presunzione da partedei medici e degli infermieri - e questo lo dico perché lavoro in un ambito sanitario- dove noi sappiamo tutto e chi è dall’altra parte non sa niente e deve “subire”. Nonè vero. Finalmente si trova il coraggio di dire che bisogna fare le cose con, non lecose per. E dall’alta parte - il medico - lo fa, scusate la mia crudezza, perché è stipendiato.Quindi, anche tra di loro troviamo delle persone che svolgono il loro lavoroin maniera tecnicamente perfetta, ma senza umanità, perché comunquel’umanità è un qualcosa che è dentro di noi e non si può pretendere di averedell’umanità da chi non ce l’ha. È come pretendere da una persona che ha gli occhiblu, di averli neri. Al limite si chiede una certa professionalità e, se non altro, lavorarecon gli altri, soprattutto chi vive una situazione di disagio e non propinare lecose, perché non mi sembra corretto. È stato bello, per me, oggi sentirmelo dire dauna persona con i capelli bianchi e che, oltre ad avere una grande intelligenza, amio parere ha un grande cuore.Dobbiamo lavorare insieme, familiari, utenti ed operatori, perché siamo nellastessa barca. Noi lo facciamo per bisogno e gli operatori lo devono fare perché dasoli non ce la potranno mai fare, è una cosa più grande di noi, il problema che citocca. Siamo in tanti che ci rivolgiamo al Centro di Salute Mentale non perché lamalattia è aumentata, ma perché, finalmente, tiriamo fuori gli scheletri dagli armadi.Quindi, se vogliamo veramente costruire qualcosa di positivo, sarà meglio checi diamo una mossa e che collaboriamo tutti insieme e i risultati - io parlo della nostrarealtà territoriale - finalmente cominciamo a vederli, anche se, comunque, c’èancora tanto, tanto ancora da fare. Per quanto ci riguarda non ci arrendiamo e andremoavanti. Grazie.VANDA GERUSSIAssociazione “Diapsi”, Chivasso, TorinoBuona sera. Mi chiamo Vanda Gerussi e vengo da Chivasso. Prima cosa, grazieper avermi dato la possibilità di parlare.Tema: “Ma gli italiani stanno tutti bene?”. Per dilungare su esempi, su esperienzepersonali, su fatti allucinanti, ecc. non basterebbero nemmeno queste ore.Quindi vengo subito al sodo. Come esistono le scuole obbligatorie, bisogna in ognicomune fondare delle case che noi chiameremo semplicemente scuole sociali. Perche cosa? direte voi. Per gli emarginati. Sensibilizzare la gente per condividere è143
già grande cosa. Sembra che più o meno gli italiani stanno bene. La realtà è ben diversaed è per quello che dico “bisogna fare delle scuole sociali” per coloro chenon riescono più ad abitare in famiglia; per coloro che stanno per concepire dei figlie non hanno la possibilità; per coloro che hanno un lavoro e poi lo perdono a-vendo, magari, una famiglia da mantenere e non sanno come tirare avanti; per coloroche non sanno dove andare; per coloro che in famiglia hanno una malattia, unlutto o anche problemi economici; per coloro che hanno delle catastrofi ambientali;per coloro che....Voglio dire una cosa. Una persona che entra in dialisi sta bene un giorno o duee poi siamo di nuovo da capo però, a differenza di noi, i medici hanno intrapreso lavia dei trapianti cercando e volendo rendere la vita di una persona normale. Ma, ciòche mi ha reso perplesso, è che esistono case di cura per esaurimenti dove ti curanoe poi ti rilasciano senza capire e cercare di risolvere il problema. Ho parecchi e-sempi che non dico. Ecco perché penso che ci dovrebbero essere delle scuole socialio un numero verde, anche per inserire quelli che escono dalle case.Fatemi il favore, eliminate tutte queste pensioni che non sono né sane, né produttive.Eliminate tutti questi santi, o non santi, o dormitori pubblici. Quando ioandai in cura, non c’era gran che. Poi, piano piano, questo ramo si è allargato perme in modo egregio. Sono ottime queste case famiglia, dove persone disturbatevengono aiutate e seguite, perché hanno bisogno di un supporto caldo e concreto.Perciò dico che dopo tanti anni di lavoro non potete riaprire i manicomi.Ed ora è questo che è difficile da spiegare. Mi trovai anni fa in questa situazione,senza lavoro, senza entrate. Come vivere? Cercai ogni possibilità possibile enon trovavo uno sbocco d’uscita e mi sentivo ogni giorno sempre di più abbandonatadalla società, fino a pensare che l’unica soluzione possibile era trasgredire leregole dell’onestà, della dignità e di tutti quei valori che rendono il cittadino libero.Io mi sono ammalata perché avevo bisogno di aiuto. Per questo dico che, coloroche hanno bisogno e che avranno bisogno, dobbiamo sostenerli con scuole sociali.Qui bisognerebbe dire come dovrebbero essere e quali vantaggi se ne trarrebbea livello sociale ed economico, però il discorso è molto lungo. La gente buonavorrebbe fare molto, ma spesso manca l’organizzazione.Essendoci troppe idee ed associazioni, si rischia di fare confusione, invece,riassumendo le forze e concentrando gli aiuti in un solo obiettivo, si farebbe di più.CLAUDIO FELISATTICentro di salute mentale, FerraraSono Claudio Felisatti del Centro di salute mentale di Ferrara e, insieme aimiei colleghi, mi occupo di una cosa che, secondo noi, è particolare: il Club. IlClub è un’associazione - si chiama “Club integriamoci” - iscritta nel registro delvolontariato. Si pone in un rapporto di collaborazione tra USL e volontariato; operanel settore del disagio mentale attraverso attività di auto aiuto finalizzate alla valorizzazionedelle potenzialità e delle risorse delle persone, favorendone un miglioreinserimento sociale ed una migliore qualità di vita.144
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