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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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i parenti dei picchiatelli, perché noi lo facciamo nelle piazze in modo armonioso,senza piangerci addosso, con un bel karaoke, dove cantiamo tutti insieme e chiediamodi aiutarci.Mi ero preparata un discorso, ma non sto dicendo niente di quello che avevoscritto. Mi è piaciuto molto, oggi, gli interventi di quel politico e di quel teologoche diceva, appunto, che bisogna porci in maniera umile - e questo è vero - perchéda parte di ognuno di noi c’è sempre la presunzione di pensare che le cose succedanoagli altri. Non è vero. Tutto può succederci. C’è anche la presunzione da partedei medici e degli infermieri - e questo lo dico perché lavoro in un ambito sanitario- dove noi sappiamo tutto e chi è dall’altra parte non sa niente e deve “subire”. Nonè vero. Finalmente si trova il coraggio di dire che bisogna fare le cose con, non lecose per. E dall’alta parte - il medico - lo fa, scusate la mia crudezza, perché è stipendiato.Quindi, anche tra di loro troviamo delle persone che svolgono il loro lavoroin maniera tecnicamente perfetta, ma senza umanità, perché comunquel’umanità è un qualcosa che è dentro di noi e non si può pretendere di averedell’umanità da chi non ce l’ha. È come pretendere da una persona che ha gli occhiblu, di averli neri. Al limite si chiede una certa professionalità e, se non altro, lavorarecon gli altri, soprattutto chi vive una situazione di disagio e non propinare lecose, perché non mi sembra corretto. È stato bello, per me, oggi sentirmelo dire dauna persona con i capelli bianchi e che, oltre ad avere una grande intelligenza, amio parere ha un grande cuore.Dobbiamo lavorare insieme, familiari, utenti ed operatori, perché siamo nellastessa barca. Noi lo facciamo per bisogno e gli operatori lo devono fare perché dasoli non ce la potranno mai fare, è una cosa più grande di noi, il problema che citocca. Siamo in tanti che ci rivolgiamo al Centro di Salute Mentale non perché lamalattia è aumentata, ma perché, finalmente, tiriamo fuori gli scheletri dagli armadi.Quindi, se vogliamo veramente costruire qualcosa di positivo, sarà meglio checi diamo una mossa e che collaboriamo tutti insieme e i risultati - io parlo della nostrarealtà territoriale - finalmente cominciamo a vederli, anche se, comunque, c’èancora tanto, tanto ancora da fare. Per quanto ci riguarda non ci arrendiamo e andremoavanti. Grazie.VANDA GERUSSIAssociazione “Diapsi”, Chivasso, TorinoBuona sera. Mi chiamo Vanda Gerussi e vengo da Chivasso. Prima cosa, grazieper avermi dato la possibilità di parlare.Tema: “Ma gli italiani stanno tutti bene?”. Per dilungare su esempi, su esperienzepersonali, su fatti allucinanti, ecc. non basterebbero nemmeno queste ore.Quindi vengo subito al sodo. Come esistono le scuole obbligatorie, bisogna in ognicomune fondare delle case che noi chiameremo semplicemente scuole sociali. Perche cosa? direte voi. Per gli emarginati. Sensibilizzare la gente per condividere è143

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