Il supporto si esprime attraverso l’aiuto nello svolgimento di atti quotidiani, lapossibilità di sperimentare situazioni che migliorino il senso del reale, la stimolazionecontinua di una realistica e sensata comunicazione con l’altro, l’attenuazionedelle paure e la valorizzazione delle sensazioni di benessere ed infine il risveglio edil rinforzo delle capacità di iniziativa e di produttività latenti.La strutturazione, invece, è favorita dall’aiuto nella pianificazione delle attivitàdel quotidiano, dal sostegno nello svolgere le faccende di casa e dalla stimolazionea partecipare ad attività di gruppo o individuali nel tempo libero.Le caratteristiche proprie della vita familiare incidono positivamente su moltiaspetti della persona ospitata: riduzione dei comportamenti disadattivi, della sintomatologiadovuta ad una ottimizzazione dei dosaggi psicofarmacologici (maggioree più personalizzato controllo terapeutico), recupero delle capacità di auto organizzazionee autodeterminazione. Ne consegue un progressivo aumento dell’autostimae della fiducia dell’ospite necessari per arrivare a condurre una vita più autonoma,obiettivo principe di qualsiasi intervento riabilitativo.Lo psicoanalista francese Pierre Sans, infatti, evidenzia nella famiglia ospitante,rifacendosi alla preoccupazione materna primaria di Winnicott, una preoccupazionedi cura primordiale.Il gruppo di lavoro del servizio IESA è composto da un referente istituzionale,un coordinatore , un operatore (con 10 convivenze). Completa il tutto la figura delsupervisore, uno psicoterapeuta esterno che incontra l’équipe settimanalmente.Il servizio IESA considera la famiglia come cellula fondamentale della società,nella quale l’individuo inizia il cammino della sua esistenza e si apre alla conoscenzadi se e nel mondo, alla fiducia e alla realizzazione del suo essere nel mondo,nelle dimensioni sociali, personali e spirituali.Il sistema famiglia oggi subisce pressioni sociali sotto svariate forme, che possonodar luogo a conflitti e disagi che in realtà caratterizzano tutto il sistema familiare,anche se di esso si fanno portatori evidenti solo alcuni dei suoi membri.Pertanto se la sofferenza psichica può essere un prodotto della società,bisognaricercare anche nella società l’antidoto alla sofferenza.In questa prospettiva si deve considerare la famiglia come una risorsa pronta ari-nascere a nuove dimensioni di vita sociale ed essere cellula attiva per riconsegnarealla persona in difficoltà il senso di appartenenza e la ricchezza dell’esistere.E’ proprio con quest’ottica che lo IESA riconosce la famiglia.La famiglia d’origine, laddove sia presente, non viene esclusa dal progetto terapeuticobensì, riceve particolare attenzione perché possa, se disposta, divenireuna preziosa risorsa a cui attingere per una migliore e più completa riabilitazione erisocializzazione del paziente. Dopo aver informato la famiglia d’origine a propositodella possibilità di attuare il progetto IESA con il proprio congiunto, viene quasida sé che si ristabilisca o si rafforzi tra le parti un contatto, un interesse (già di persé terapeutico) spesso fonte per gli operatori di utilissime informazioni sul passatodell’utente e preziosi spunti, a volte suggerimenti, per il futuro.La famiglia ospitante, dal canto suo, non essendo stata coinvolta emotivamentedalla vita passata dell’ospite e dai suoi comportamenti anomali, interagisce conquest’ultimo in modo assolutamente naturale e spontaneo.21
All’ospite la nuova soluzione abitativa offre una nuova opportunità di vitasgombra da quello stigma di malato mentale o di paziente psichiatrico che spessolo ha accompagnato per molti anni.Una particolare attenzione merita il tipo di supporto fornito dal servizio. Nelprimo periodo, denominato periodo di prova, il supporto consiste in visite domiciliariche mediamente hanno cadenza bi-trisettimanale, mantenendo anche uno strettocontatto telefonico. Con il passare del tempo, la media delle visite arriva a stabilizzarsisul ritmo di una ogni due settimane; mentre nei periodi di crisi ovviamentela frequenza delle visite domiciliari aumenta notevolmente.Alle famiglie vengono forniti sia i numeri telefonici del servizio, sia quellodell’operatore reperibile sulle 24 ore. Qualora in orario di chiusura del servizio dovessepresentarsi un problema particolarmente importante nella convivenza, le famigliepossono contattare l’operatore. Tale reperibilità spontanea non è attualmenteregolamentata, né tanto meno retribuita. E’ opportuno sottolineare però che tale offertaviene usata molto raramente dalle famiglie e dall’ospite, anche perché le crisidi solito si preannunciano durante la settimana e rendono così possibile un interventopreventivo. Si ha inoltre l’impressione che la possibilità di contattare il servizioin qualsiasi momento in caso di emergenza, per comprendere, tradurre, liberarsidi paure, di riconciliarsi con se stesso e con gli altri, anche se di fatto ciò non avvienequasi mai, infonda nella famiglia e nell’ospite un forte senso di sicurezza.Il sostegno professionale fornito dal servizio consiste nel supportare il percorsodi sviluppo che l’ospite con la famiglia sta portando avanti ed all’occorrenza interveniresul caso specifico. Di norma le sopraccitate crisi che l’operatore IESA sitrova a fronteggiare, sono prevalentemente di convivenza, conflitti su abitudini differenti,per le quali l’operatore deve essere in grado di trovare il giusto equilibrio,fungendo in qualche modo da mediatore tra le due parti nel rispetto della quotidianitàdi entrambe. Deve essere in grado di comprendere eventuali destabilizzazionidell’ospite prima che queste possano tramutarsi in crisi psicotiche alle quali diventapiù complesso porre rimedio.Al tempo stesso l’operatore ha il compito di consigliare ed indirizzare le sceltedelle due parti affinché risultino terapeutiche per l’ospite. Infine, il compito di ridimensionarepaure esagerate sia dell’ospite che della famiglia ospitante, scaturitedalle differenze e dagli eventuali conflitti conseguenti alle più svariate e strane dinamichedi relazione che possono instaurarsi tra le due parti.Un elemento indispensabile all’operatore IESA è dato dalla flessibilità e dallalealtà nei confronti sia della famiglia che dell’ospite. Soltanto con questo tipo diapproccio diventa possibile instaurare una relazione efficace. Del resto tutto il supportosi basa su comunicazione verbale e non verbale, cioè sulla relazione.Lo specifico terapeutico dello IESA pertanto sta nella capacità di considerarela famiglia e l’ospite nella loro condizione soggettiva come agenti del potenziale dicrescita per entrambi.L’intervento è un modo di accompagnare e affiancarsi all’ospite e alla famigliabiologica e ospitante.L’approccio, inutile ripeterlo forse, deve necessariamente essere individualizzatonel senso che ogni situazione specifica va trattata come qualcosa di unico edirripetibile.22
- Page 1: UTENTI FAMIGLIE OPERATORI CITTADINI
- Page 5 and 6: INCONTRO DELLE REDAZIONI DEI GIORNA
- Page 7 and 8: LUIGINA MARIANI, Genova ...........
- Page 9 and 10: Dal coordinamento è nato anche un
- Page 11 and 12: comunque sempre una dimensione vers
- Page 14 and 15: L’ABITARE INSIEMEROBERTO PEZZANOD
- Page 16 and 17: PAOLO VANZINIAssociazione Self Help
- Page 18 and 19: che è sopravvissuto a Villa Bellos
- Page 20 and 21: fino alla fine del nono giorno, qua
- Page 24 and 25: Termino leggendovi l’ultima parte
- Page 26 and 27: AURORAFamiglia accogliente, VeronaM
- Page 28 and 29: ROBERTO PEZZANODipartimento di salu
- Page 30 and 31: MADDALENA CAMPANELLAGruppo di auto
- Page 32 and 33: MARIACARLA FRANCESCHINIGruppo di au
- Page 34 and 35: EVELINA MONTONEIl Giallosole, Chiva
- Page 36 and 37: MARIA GRAZIA BALCISERIGruppo Appart
- Page 38 and 39: La casa esterna peraltro, nell’es
- Page 40 and 41: Dall’esperienza maturata in quest
- Page 42 and 43: prima presentazione pubblica del no
- Page 44 and 45: Al momento delle dimissioni si fa i
- Page 46 and 47: Quindi, secondo il punto di vista d
- Page 48 and 49: ROBERTO PEZZANODipartimento di Salu
- Page 50 and 51: Giovedì 4 ottobre, pomeriggio, sal
- Page 52 and 53: tutti voi. Ognuna delle nostre reda
- Page 54 and 55: diventare giornale ed essere un man
- Page 56 and 57: do di riviste chiuse ciascuna nel p
- Page 58 and 59: (pensate ad un violino e ad una sua
- Page 60 and 61: Dapprima con le gite e le visite in
- Page 62 and 63: ANTONIO PELLEGRINO“Tam Tam”, To
- Page 64 and 65: Volevo anche riallacciarmi alla que
- Page 66 and 67: MARTA ZACCARDI“Zabaione di pensie
- Page 68 and 69: PAOLO VANZINI“Non ho idea”, Ver
- Page 70 and 71: utile anziché impegnarla tutto il
- Page 72 and 73:
IRMA GIAVARA“Il Clan/destino”,
- Page 74 and 75:
CARLA CAPPELLI“Spiragli”, Monte
- Page 76 and 77:
NICOLA CRISTINI“Centropagina”,
- Page 78:
ROMANO TURRI“LIberalamente”, Tr
- Page 81 and 82:
arriva da molto lontano, con la spe
- Page 83 and 84:
e l’anno prossimo, quando avremo
- Page 85 and 86:
di di terracotta e bisogna pensare
- Page 87 and 88:
mio fratello. Sono responsabile e a
- Page 89 and 90:
Questo primo cambiamento di rapport
- Page 91 and 92:
passare, implicitamente, che anche
- Page 93 and 94:
dello scambio si articola su vari l
- Page 95 and 96:
Questa cosa è molto importante, pe
- Page 97 and 98:
lo di persone nel gruppo, è la ten
- Page 99 and 100:
La filosofia dell’auto aiuto ci s
- Page 101 and 102:
problemi non ce ne sono stati: hann
- Page 103 and 104:
pletamente in tutte le sue realtà,
- Page 105 and 106:
ciano i tempi e il lavoro, invece f
- Page 107 and 108:
molto moderni, quindi, moduli con 5
- Page 109 and 110:
Non, quindi, il modo improvvisato,
- Page 111 and 112:
110
- Page 113 and 114:
A questo scopo abbiamo intrapreso u
- Page 115 and 116:
CLAUDIA PERTUSICentro Psico Sociale
- Page 117 and 118:
Poi c’è anche l’Associazione d
- Page 119 and 120:
hanno provocato disturbo, difficolt
- Page 121 and 122:
seduta partecipano dieci utenti. Ha
- Page 123 and 124:
offre”. E il suo “offrirsi” n
- Page 125 and 126:
"Il progetto di superamento dei man
- Page 127 and 128:
Il suono acquatico del bastone dell
- Page 129 and 130:
MARTA ZACCARDIDipartimento di Salut
- Page 131 and 132:
Noi dovevamo dare una risposta a qu
- Page 133 and 134:
tra operatori del Dipartimento di s
- Page 135 and 136:
Da quel momento sono accadute molte
- Page 137 and 138:
Le persone intelligenti, credo, usa
- Page 139 and 140:
zienti si sono incontrati con il gr
- Page 141 and 142:
Il nostro piccolo repertorio è cos
- Page 143 and 144:
MICHELA CAMPIGLIAAssociazione “Di
- Page 145 and 146:
già grande cosa. Sembra che più o
- Page 147 and 148:
CARLA NOLLEDICentro di salute menta
- Page 149 and 150:
mi, anzi, c’è bisogno di essere
- Page 151 and 152:
dato nel tempo, permettendo di fare
- Page 153 and 154:
Le sezioni locali, pur autonome, ri
- Page 155 and 156:
utenti, siano andate negli anni man
- Page 157 and 158:
BRUNA CIMENTIComitato Italiano per
- Page 159 and 160:
devo molte responsabilità, perché
- Page 161 and 162:
180, per cui si ritorna indietro -
- Page 163 and 164:
162
- Page 165 and 166:
Maurizio, un cittadino, nel senso c