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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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Il supporto si esprime attraverso l’aiuto nello svolgimento di atti quotidiani, lapossibilità di sperimentare situazioni che migliorino il senso del reale, la stimolazionecontinua di una realistica e sensata comunicazione con l’altro, l’attenuazionedelle paure e la valorizzazione delle sensazioni di benessere ed infine il risveglio edil rinforzo delle capacità di iniziativa e di produttività latenti.La strutturazione, invece, è favorita dall’aiuto nella pianificazione delle attivitàdel quotidiano, dal sostegno nello svolgere le faccende di casa e dalla stimolazionea partecipare ad attività di gruppo o individuali nel tempo libero.Le caratteristiche proprie della vita familiare incidono positivamente su moltiaspetti della persona ospitata: riduzione dei comportamenti disadattivi, della sintomatologiadovuta ad una ottimizzazione dei dosaggi psicofarmacologici (maggioree più personalizzato controllo terapeutico), recupero delle capacità di auto organizzazionee autodeterminazione. Ne consegue un progressivo aumento dell’autostimae della fiducia dell’ospite necessari per arrivare a condurre una vita più autonoma,obiettivo principe di qualsiasi intervento riabilitativo.Lo psicoanalista francese Pierre Sans, infatti, evidenzia nella famiglia ospitante,rifacendosi alla preoccupazione materna primaria di Winnicott, una preoccupazionedi cura primordiale.Il gruppo di lavoro del servizio IESA è composto da un referente istituzionale,un coordinatore , un operatore (con 10 convivenze). Completa il tutto la figura delsupervisore, uno psicoterapeuta esterno che incontra l’équipe settimanalmente.Il servizio IESA considera la famiglia come cellula fondamentale della società,nella quale l’individuo inizia il cammino della sua esistenza e si apre alla conoscenzadi se e nel mondo, alla fiducia e alla realizzazione del suo essere nel mondo,nelle dimensioni sociali, personali e spirituali.Il sistema famiglia oggi subisce pressioni sociali sotto svariate forme, che possonodar luogo a conflitti e disagi che in realtà caratterizzano tutto il sistema familiare,anche se di esso si fanno portatori evidenti solo alcuni dei suoi membri.Pertanto se la sofferenza psichica può essere un prodotto della società,bisognaricercare anche nella società l’antidoto alla sofferenza.In questa prospettiva si deve considerare la famiglia come una risorsa pronta ari-nascere a nuove dimensioni di vita sociale ed essere cellula attiva per riconsegnarealla persona in difficoltà il senso di appartenenza e la ricchezza dell’esistere.E’ proprio con quest’ottica che lo IESA riconosce la famiglia.La famiglia d’origine, laddove sia presente, non viene esclusa dal progetto terapeuticobensì, riceve particolare attenzione perché possa, se disposta, divenireuna preziosa risorsa a cui attingere per una migliore e più completa riabilitazione erisocializzazione del paziente. Dopo aver informato la famiglia d’origine a propositodella possibilità di attuare il progetto IESA con il proprio congiunto, viene quasida sé che si ristabilisca o si rafforzi tra le parti un contatto, un interesse (già di persé terapeutico) spesso fonte per gli operatori di utilissime informazioni sul passatodell’utente e preziosi spunti, a volte suggerimenti, per il futuro.La famiglia ospitante, dal canto suo, non essendo stata coinvolta emotivamentedalla vita passata dell’ospite e dai suoi comportamenti anomali, interagisce conquest’ultimo in modo assolutamente naturale e spontaneo.21

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