Oggi mi sento meno sola perché so che altre persone devono affrontare le miestesse difficoltà e so anche di poter ricorrere al Centro in tutte le situazioni difficilie di poter avere un sollievo dagli altri genitori. Inoltre mi sembra di cavarmela unpo’ meglio nelle situazioni di ogni giorno e, quando mi rivolgo al dottore, sentomaggior collaborazione. Posso rivolgermi a lui con delle proposte e delle idee chevengono considerate e che si dimostrano utili.Darei e farei tutto pur di vedere mio figlio non dico normale, data la malattiadi cui soffre, ma almeno per non sentirlo più lamentare dei suoi continui malesseri.Partecipare agli incontri mi aiuta a comprenderlo e a sentire che anche lui e glialtri ragazzi partecipano alla vita attraverso le loro riunioni, i laboratori, il lavoro eche vanno sempre avanti.Ma questo nostro self help è anche un’occasione per le famiglie per stare insieme,per parlare del più e del meno, esprimere i propri sentimenti. Durante le riunioniabbiamo l’opportunità di fare conoscenze, socializzare e trascorrere qualcheora in compagnia.So che i progressi fatti da mio figlio sono il risultato anche di questo mio modonuovo di affrontare il problema e trovo che questo sia positivo per tutta la società.CECILIA ISATTOGruppo di auto aiuto “Porte aperte”, Arzignano, VicenzaBuongiorno a tutti. Sono Cecilia Isatto e coordino un progetto di salute mentaleall’interno dell’USL 5 di Arzignano-Montecchio. Siamo qui per parlare di unServizio che ha promosso un’esperienza di mutualità e che ora sta andando semprepiù verso l’esterno e sempre più integrandosi con la comunità.Vorrei iniziare con una definizione di auto mutuo aiuto - che sicuramente voiconoscete molto bene - ma solo per chiarezza e per capire il punto da dove si parte.L’auto mutuo aiuto si può intendere come un processo in cui sono importanti i seguentipunti:1) La condivisione che è un modo di affrontare i vari problemi della vita parlandonecon altre persone che stanno attraversando o hanno attraversato gli stessiproblemi. Nei gruppi di auto aiuto, infatti, il sapere è un sapere che vienedall’esperienza, dato dall’esperienza della persona che ha avuto quel problema.2) L’attivazione ed il coinvolgimento. Nel gruppo le persone si attivano e si aiutanoportando qualcosa di sé: la propria esperienza, le proprie risorse, assumonocompiti e responsabilità. Per noi questo è un punto molto importante che hacambiato un po’ la mentalità, nel senso che le persone non si pongono più comepassivi fruitori di un servizio, ma sono lì portando anche un loro contributocon un ruolo attivo e quindi diventando responsabili della propria salute.3) La reciprocità. Le risorse di ognuno sono valorizzate e scambiate con gli altrimembri del gruppo che forniscono aiuto e supporto reciproco. La dimensione91
dello scambio si articola su vari livelli, non solo all’interno del gruppo, ma ancheall’interno della comunità, tra gruppi informali e servizio, su vari livelli.4) L’empowerment, che è, appunto, quel processo conseguente a tutti gli altripunti. Attraverso lo sviluppo delle risorse personali avviene un potenziamentoanche delle risorse interpersonali e ambientali e si darà potere alle persone e alcittadino in senso più ampio.Detto questo, entrerò nel merito del nostro progetto.Il nostro progetto è partito nel ‘98 e, come dicevo, è stato favorito dal Servizio,nel senso che alcuni infermieri territoriali, andando a domicilio, raccoglievanodelle richieste da parte degli utenti, i quali desideravano passare qualche momentoinsieme e, soprattutto, avevano stabilito una relazione diversa con gli infermieristessi. Questa diversa relazione ha in qualche modo incuriosito l’équipe che restavanel Servizio, in quanto loro avevano moltissime più informazioni e moltissime possibilitàdi aggancio.Così è partito un gruppo - che si riunisce il martedì - dove operatori, volontarie pazienti sono posti in una condizione di parità (questa è la caratteristica principale)e si cerca di organizzare insieme momenti di svago. Questa è stata la prima e-sperienza che ha portato una notevole fonte di aggregazione e di interesse e che hasensibilizzato pazienti ed operatori, i quali si sono resi promotori del progetto“Self-help e salute mentale” con i seguenti obiettivi: favorire in tutto il territoriodell’USL la nascita di gruppi di auto aiuto; promuovere attività di aggregazione sociale;contribuire a sostenere persone con problemi lavorativi; organizzare attivitàdi occupazione del tempo libero; favorire lo sviluppo di una rete sociale, a livellolocale, in un collegamento più ampio delle realtà di auto aiuto.L’esigenza principale era quella di costituire un gruppo di utenti e, quindi, eraimportante favorire l’aggregazione. Questo era il primo punto di partenza, affinchéle persone si mettessero insieme e potessero esprimere dei bisogni, magari più evolutidi quelli di partenza e che potessero cominciare ad esprimere la loro voce.La seconda esigenza è stata quella di fare delle attività negli orari del tempolibero, quindi non più la gita che si faceva il martedì che, per quanto si cercasse difar sì che fosse effettuata secondo i loro desideri, non era un’attività fattanell’orario del tempo libero.Poi, il bisogno emergente è stato quello di essere sostenuti nei problemi lavorativi.Ecco che è nato un gruppo di auto aiuto dove le persone si incontrano perparlare dei problemi che hanno soprattutto nel mantenere un lavoro. E questo è statomolto di giovamento. Inoltre, quel gruppo, è anche uno spazio dove le persone sitrasmettono informazioni su esperienze che sono andate bene o sono andate male,ecc.Ovviamente tutte queste cose sono state permesse da un lavoro di rete con attivitàgià consolidate delle realtà di auto aiuto. Infatti, abbiamo frequentato un corsodi formazione qui a Trento, poi abbiamo fatto un corso di formazione all’internodella nostra USL, in modo da sensibilizzare gli operatori del territorio su questametodologia e ci siamo collegati con le realtà che già da tempo facevano questapratica, come quella, ad esempio, del San Giacomo di Verona. La nostra metodologiaè caratterizzata soprattutto dalla partecipazione attiva degli utenti nella costruzionedelle risposte ai loro bisogni; dallo sviluppo del coordinamento fra servizi92
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Maurizio, un cittadino, nel senso c