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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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Non, quindi, il modo improvvisato, spontaneistico dello stare insieme. Ma neancheil modo violento del fare per te. Nel mondo dell’autoprogetto, per progettare ancheinterventi delicati, poi mirati, in grado di saper far vivere bene la propria realtà eper valorizzare, tirar fuori tutto quello che di positivo c’è in ogni persona, in ognicontesto, in ogni cultura, noi abbiamo bisogno di riportare al centro la giustizia.Oggi sono in arrivo gli affaristi, pensano che dal disagio mentale che è un bisognodi questo secolo, si può fare businnes, calano e si fanno fare quelle leggi.Ci vuole giustizia in tutte le cose. La giustizia è come il lievito, come il sale:se c’è troppo sale poi fa male, ma se non c’è un po’ di sale, quella parte è insipida.E così è il lievito. Ci vuole più giustizia. Dobbiamo, ognuno di noi, tirar fuori unpo’ più di attenzione e di cura per la giustizia. Non freghiamocene, quando ci sonodelle ingiustizie, perché quando ce ne freghiamo poi quell’ingiustizia si allarga epoi arriva anche a te, alla tua porta, bussa, entra e ti mena. Dobbiamo stare moltopiù attenti alla giustizia, coltivarla, formarci per la giustizia, organizzarla. La giustiziadeve essere al centro della nostra vita in questo particolare momento di passaggiodi millennio, di secolo, dentro tutte queste condizioni difficili, complesse.La giustizia ci aiuta a non farci vincere dalla nebbia, non farci battere dalla nebbia.Un po’ più di amore per le diversità. So bene che non è facile amare le diversità.È più facile amare le cose che conosciamo da sempre, che abbiamo visto dasempre. Amare le diversità è molto più complesso, richiede molta, molta più fatica,però dobbiamo amare un po’ di più le diversità. Se amiamo un po’ più le diversitàallora il quartiere, il vicinato, la comunità, la città, la regione, lo stato, il contestointernazionale si predispone a fare itinerari più ricchi di senso, ad accogliere maggiormentela giustizia, a dare più forza alla giustizia e meno forza alla violenza, aquella violenza che coviamo dentro ognuno di noi, che spesso scarichiamo sui nostrifamiliari, nel lavoro, nel nostro contesto territoriale, che spesso scarichiamo anchecontro l’ambiente. Dobbiamo avere un po’ più di amore nei confronti della diversità.un po’ più di amore, in modo tale da capire che nella diversità ci possonoessere delle ricchezze, ci possono essere anche delle opportunità per tutti. Dobbiamocurare molto questo amore per le diversità. Anche qui l’amore per le diversitànon nasce spontaneamente, anche questo è da curare.L’altra cosa che torno a sottolineare è il tema della riforma della politica. Soche questo è un tema difficile perché la politica è nella polvere, spesso non meritarispetto. La politica, anche nel passato recente quando, ad esempio, la mia coalizionestava al governo, di errori ne ha fatti, ritardi, anche lì ingiustizie se ne sonofatte e non da poco. Però è necessario che tutti scopriamo che possiamo anche fregarcenedella politica, ma che poi la politica arriva e interviene. E se la politica èpriva di partecipazione, produce guasti.C’è bisogno nella politica, sì di decisione, che voi sapete quant’è importante ladecisione, tante volte di fronte ad un assessore che non decide sulle politiche sociali,no non decido io, decide l’altro; no non decido io, decide la mia corrente; no nondecide la mia corrente, decide il mio partito; no non decide il comune, decide laprovincia; no, non decide la provincia, decide la regione e così via. Ci vuole unabuona sana decisione. E un po’ di cose buone si sono fatte da questo punto di vista.Ma se non c’è più partecipazione, la decisione diventa arroganza, la decisione diventaarbitrio. Ci vuole più partecipazione. La politica fatta solo da pochi è sbattuta108

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