24.08.2015 Views

LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Questo primo cambiamento di rapporti ci ha permesso di rivedere la posizionespesso critica nei confronti della famiglia (fantasmi di genitori cattivi, schizofrenogeni,generatori di malattia) e di rapportarci con essa con modalità che non fosseronecessariamente di difesa o frontali, ma piuttosto di maggiore responsabilità, apertura,capacità di ‘stare con’.Così, della famiglia, abbiamo potuto cogliere gli aspetti positivi, valorizzarla econsiderarla, sicuramente una grande risorsa da coinvolgere, perché diventasse unvero e proprio ‘fattore terapeutico’ per il congiunto malato ed a cui restituire ‘spessore’e ‘dignità’. In quest’ottica alcuni operatori cominciarono a lavorare con i familiariin modo da coinvolgerli più direttamente nella cura e nel tentativo di crearedelle sinergie per migliorare il risultato dei progetti di intervento.I primi incontri strutturati con le famiglie risalgono al 1989/90, conl’organizzazione di riunioni quindicinali con famiglie di pazienti affetti da gravidisturbi. Gli incontri, che inizialmente videro il coinvolgimento degli operatori(psichiatra, psicologo, assistente sociale, infermiere), divennero via via quasi unesclusivo carico dello psichiatra. Penso che in ciò abbia influito grandemente il fattoche il medico rappresentasse ancora, per le famiglie, l’unico depositario del ‘saperescientifico’ e che il resto degli operatori non fosse sufficientemente pronto permodificare questo quadro (ansia di non essere all’altezza, preoccupazione di non‘sapere rispondere’, frustrazione nel viversi periferico...).Per quanto concerne gli obiettivi, questi incontri, pur realizzando solo la funzionedi scarico dell’emotività e delle tensioni, ebbero però il merito di condurrealla costituzione dell’Associazione dei familiari. La nascita della ATSM (Associazioneper la tutela della salute mentale) spostò l’interesse delle famiglie più sul livelloassociativo, cosicché gli incontri persero la connotazione iniziale e, naturalmente,si interruppero.Il solo livello associativo non riusciva però a rispondere in modo soddisfacentea tutte le necessità dei familiari ed anche per il Servizio rimaneva, comunque,l’esigenza di accogliere concretamente le istanze soprattutto dei familiari con il caricodi una persona con gravi disturbi e l’esigenza di rispondere al bisogno di esseresollevati da gravosi oneri e responsabilità, di uscire dall’isolamento e dal desertodi rapporti che la malattia aveva creato intorno a loro.Il riferimento agli studi sull’emotività espressa ed ai modelli psicoeducativi diorigine anglosassone non era sufficiente a chiarire il come fare. Come poterli aiutaread assumersi in modo adeguato quel compito di diventare ‘fattori terapeutici’senza che questo fosse solo un restituire ai familiari il loro carico, ma che inveceavesse lo scopo di ottenere un miglioramento della malattia, della sua gestione e,quindi, della qualità di vita dell’intera famiglia, del suo destino.Il diffondersi di un’immagine diversa dei familiari, finalmente da rispettare,come persone partecipi della sofferenza dei loro congiunti, ma anche al pari di questi,risorse preziose da coinvolgere come agenti di cambiamento e non da ultimo,portatori di un diritto al benessere che ha la stessa legittimità di quello degli utentie di tutti i cittadini, riaccese il dibattito all’interno dell’équipe e fu così stimolanteche un gruppo di operatori (me compresa), fortemente motivati, partì per Triesteper un’esperienza formativa. Volevamo ‘vedere, ‘capire’ come qualcun altro riuscivaa rispondere agli stessi interrogativi realizzando forme nuove di coinvolgi-88

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!