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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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Darsi una segreteriaIn qualsiasi coordinamento che si rispetti esiste sempre una segreteria allaquale i membri che compongono il coordinamento possono rivolgersi in qualsiasimomento e per ogni occasione. Anche noi, quindi, dobbiamo darci una segreteria,sia essa in sede stabile o in forma itinerante tenuta, cioè, per un certo periodo, peresempio due anni, da ciascuna delle nostre redazioni.Naturalmente, una segreteria, per poter funzionare, deve essere munita, oltreche di telefono e di fax, anche di posta elettronica. Noi di Liberalamente ci proponiamo,con la vostra approvazione ad essere la sede della nostra segreteria. Grazie.BARBARA CAVAGNERO“Il Pianeta di Ostut”, Martina Franca, TarantoRingrazio Romano per aver anche quest’anno reso possibile l’incontro fraquanti si occupano di carta stampata, riabilitazione e cultura. L’essere qui oggi significache c’è un grande interesse intorno a questo fenomeno dei giornali degli u-tenti. Questo specialissimo connubio fra queste tre variabili, carta stampata, culturae riabilitazione, rende gli addetti ai lavori dei giornali degli utenti, responsabili diqualcosa di più di un prodotto di laboratorio. Tutti conosciamo l’importante funzioneriabilitativa dei laboratori e, sicuramente conosciamo il rischio che intercorrefra il desiderio di veder realizzato un buon prodotto e l’abbandono di questo desiderioin funzione di una attività di riabilitazione che favorisca il processo di empowermentdegli utenti coinvolti.Spesso accade che nei laboratori si lavori con grande attenzione e tenacia alprodotto finale e che questo finisca per diventare la riabilitazione stessa. Quando siha a che fare con il prodotto “giornale”, la questione prodotto/riabilitazione si fapiù complessa, in quanto esso è di per sé, e nella sua elaborazione, qualcosa di piùcomplesso di un mobile restaurato, qualcosa di più piccante di un pasto caldo. Nonè un manufatto sterile, amorfo, freddo e cadavere ma, al contrario, è un essere viventein grado di integrare con chi lo consuma, mostrando i volti e le idee di quantilo scrivono.Ma i nostri giornali in che prospettiva si pongono? Assolvono prima alla funzioneriabilitativa di un laboratorio (con tutte le domande che questo si trascina dietro),o si pongono nella prospettiva inquietante, pericolosa, stimolante, di fare anchecultura, informazione, di informare?Ovvero, anche nascendo in un ambito riabilitativo, si pongono nella prospettivadi diventare giornali e non giornalini, o si fermano sulla soglia dello strumentoriabilitativo? E se giornali, si interrogano sulla funzione propria di questi o rimangonoin bilico fra il diario di bordo e la ricetta di cucina?Potrei dire, anche se, ma voglio invece sottolineare, proprio perché, nascononell’ambito della salute mentale, ed in particolar modo, come giornali degli utenti,sarebbe auspicabile che lo sforzo di tutti noi si svolgesse verso l’informazione e laformazione, sarebbe auspicabile che le buone pratiche che portano un giornalino a52

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